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Benevento, 23-04-2025 15:18 ____
La crisi dei piccoli negozi il proliferare di saracinesche abbassate il lento morire di vie del centro non sono bastati a smuovere l'Amministrazione
Sarebbe scorretto sottacere alcuni dati positivi emersi. L'incremento dell'avanzo di amministrazione, un discreto fondo cassa, incoraggianti risultati nel recupero dell'evasione Imu. Direi pero' che le buone notizie finiscono qui, commenta Luigi Diego Perifano all'esito dell'approvazione del Conto Consuntivo
Nostro servizio
  

Caro direttore, nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Benevento è stato approvato a maggioranza il conto consuntivo 2024, ci scrive Luigi Diego Perifano (foto).
La disamina degli atti contabili ha offerto interessanti spunti di dibattito.
Sarebbe scorretto sottacere alcuni dati positivi emersi: l’incremento dell’avanzo di amministrazione, un discreto fondo cassa, incoraggianti risultati nel recupero dell’evasione Imu.
Direi peró che le buone notizie finiscono qui.
Resta ancora nebulosa la tempistica di chiusura del dissesto, che continua a prolungarsi all’infinito con grave pregiudizio per la posizione dei creditori: imprese, fornitori, prestatori di servizi, professionisti che da anni attendono di essere pagati.
Soprattutto l'analisi delle voci del bilancio consuntivo racconta una storia di scelte sbagliate, priorità distorte e totale assenza di visione strategica.
Per ragioni di brevità, mi limiterò ai "casi di scuola", che hanno già costituito oggetto di puntuali interventi in Consiglio dei consiglieri Farese, De Lorenzo e Miceli.
La crisi dei piccoli negozi, il proliferare di saracinesche abbassate, il lento morire delle vie del centro non sono bastati a smuovere l'amministrazione.
Solo lo 0,27% del bilancio è stato destinato al commercio locale e l'economia cittadina sembra abbandonata a sé stessa.
Eclatante è poi il dato che riguarda la spesa per le politiche giovanili: 8.200 euro in un anno. In pratica, nulla.
Un'ammissione implicita ma chiara: Benevento non è un "paesone" per giovani. Non ci sono investimenti per spazi, formazione, opportunità.
Altro capitolo che merita una menzione speciale è quello relativo al turismo: in una città ricca di storia, cultura e potenziale attrattivo, ci si aspetterebbe un'azione strutturata di valorizzazione turistica. Invece no.
Le misure per favorire il turismo hanno raggranellato uno striminzito 0,14% della spesa totale, appena 17mila euro: una cifra ridicola.
Infine l'ambiente. Risulta speso solo lo 0,18% dei fondi di bilancio per tutela, valorizzazione e recupero ambientale, un più che simbolico 0,03% per la difesa del suolo.
Come consiglieri di "Alternativa per Benevento", in occasione del previsionale 2025, abbiamo proposto un emendamento per incrementare la spesa in questo settore, ma la maggioranza lo ha respinto.
Ebbene, i numeri esposti non sono freddi dati contabili, sono il frutto di scelte politiche che riflettono una scala di valori sbagliata. 
Il grande demerito dell'Amministrazione Mastella è quello di non aver tracciato, nonostante dieci anni di governo ininterrotto, un credibile itinerario di tenuta economico e sociale della città, oggi disorientata e senza una precisa identità: ciò perché alla programmazione organica dello sviluppo territoriale si è preferita una serie di interventi spot, scollegati e in alcuni casi disfunzionali.
Nel frattempo, nel decennio 2015-2024, Benevento ha perso circa cinquemila abitanti, è come se fosse scomparso l'intero Rione Ferrovia per intenderci, senza che si sia manifestata alcuna capacità di resilienza o la pur minima inversione di tendenza rispetto al calo demografico in atto.
Un progressivo spopolamento ancor più doloroso siccome causato dall’esodo delle generazioni più giovani.
Un'occasione, invero, si è presentata per cambiare le sorti della città, ma è andata malamente sciupata.
L'Amministrazione Mastella è arrivata totalmente impreparata all’appuntamento con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), provando a colmare il vuoto di progettualità con una fantomatica Cabina di Regia, che però è praticamente morta sul nascere.
Nessuna sorpresa in verità, dato che chi ci governa è talmente a corto di idee nuove da resuscitare un progetto, quello delle tre gallerie di viale Martiri d'Ungheria, vecchio di quaranta anni e ad oggi di assai dubbia utilità.
In ogni caso, se tutto andrà bene, alla fine il Pnrr si concretizzerà in un piano di edilizia pubblica riguardante per lo più gli edifici scolastici, con soluzioni in qualche caso, vedi scuola "Federico Torre", fortemente discutibili e contestate.
Non molto rispetto alle potenzialità del più grande intervento straordinario finanziato dall'Unione Europea.
E non inganni la retorica del primato dei finanziamenti intercettati: nelle cifre sbandierate ci sono le risorse record destinate alla Diga di Campolattaro, quelle concesse all'Agenzia del Demanio (federal building a viale degli Atlantici) e a Rete Ferroviaria (restyling stazione centrale), oltre fondi indirizzati a opere che risultavano già precedentemente finanziate (Mercato commestibili-Orsoline).
La verità è che l'unico progetto in linea con le finalità del Pnrr, ovvero la creazione di migliori condizioni di vita e opportunità di lavoro per i giovani, sappiamo come è andato a finire: mi riferisco alla fabbrica dei pannelli solari, la SoliTek, 300 posti di lavoro annunciati... e andati in fumo.
Questi sono i fatti con cui bisogna fare i conti, fatti che, notoriamente, hanno la testa dura e smentiscono la narrazione fantasiosa di una Benevento che da oscuro borgo provinciale si sarebbe evoluta al rango di "città europea".
Diceva Erasmo da Rotterdam che "sono le storielle ad influenzare il popolo", ma nel nostro caso, a parte l'offesa alla storia e alla cultura di una intera comunità, la verità è che non basta il taglio seriale dei nastri per cambiare la realtà.

comunicato n.170440




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