Mons. Accrocca si interroga sul desiderio di vendetta che ci pervade e lo fa mettendo a confronto le fiction Conte di Montecristo ed i Promessi Sposi
Perche' il romanzo di Dumas ha avuto cosi' tanto successo di pubblico mentre cosi' non e' stato per quello di Manzoni? Forse in quest'ultimo c'e' un Renzo Tramaglino che perdona? A noi piace il sapore della vendetta? Sarebbe preoccupante se cosi' fosse ha detto l'arcivescovo Accrocca alla Messa Crismale, la piu' significativa dell'anno liturgico
Nostro servizio
Questo è un giorno particolarmente significativo per la nostra Diocesi.
Ha esordito così monsignor Felice Accrocca, arcivescovo metropolita, riferendosi alla Santa Messa Crismale celebrata assieme ad una sessantina di sacerdoti e nel corso della quale è stato benedetto il sacro crisma e gli altri oli.
Il Duomo è stato completamente riempito da fedeli e c'è stato anche l'insolito annuncio dal pulpito, da parte di un volontario, di fare attenzione alla presenza di borseggiatrici.
All'Omelia monsignor Accrocca ha voluto preliminarmente ricordare gli anniversari di confratelli e per primo ha citato il primo anno di sacerdozio di don Nicola, Mykola Shevtsiva, di rito bizantino della Chiesa ucraina.
A seguire il giubileo, i 25 anni di sacerdozio, di don Francesco Collarile, don Salvatore Pica e don Eugenio.
I 50 anni di sacerdozio di don Vito Cioffi, don Lupo Palladino, don Michele Giorgione e padre D'Onofrio assieme ai 60 anni di sacerdozio di padre Domenico Tirone e padre Domenico Colucci.
Poi ha ricordato i sacerdoti recentemente defunti e dunque don Giuseppe Falzarano e padre Salvatore Iannotta.
Commentando il Vangelo monsignor Accrocca ha detto che per bocca di Isaia ha annunciato un anno di grazie equivalente al giorno della vendetta del nostro Dio.
E questo ci indica incertezze e sconcerto.
Ma qual è la vedetta di Dio, che peraltro l'evangelista Luca non cita.
Dio si vendica amando ancora di più, è la sua Croce e c'è il perdono donandoci suo figlio.
Il grande Agostino parla della ragione relativa al gesto della lavanda dei piedi.
E' Gesù che ce lo ha detto perché significa perdonarci reciprocamente.
Un mese fa ho scritto un commento sull'Osservatore Romano, ha proseguito monsignor Accrocca, a proposito di una fiction trasmessa in televisione, il Conte di Montecristo, riscuotendo un successo enorme.
E mi sono chiesto perché Dumas, l'autore del romanzo, fa più incasso del nostro Manzoni con i suoi "Promessi Sposi"?
Del "Conte di Montecristo" ci sono state ultimamente almeno tre versioni.
Sarà forse perché in quel romanzo è descritta la vendetta di quest'uomo che ha subito una grande ingiustizia e, si tenga conto, che addirittura nel film c'è poco di ciò che è nel romanzo che è ancora più duro.
Forse è questo che ci piace? Il sapore della vendetta?
Sarebbe preoccupante se così fosse.
Lorenzo Tramaglino dei "Promessi sposi" invece perdona e forse ci fa difficoltà.
Ed allora noi vorremmo un Dio che punisce, ovviamente chi diciamo noi?
Se fosse così non saremmo dei cristiani.
Il Dio Gesù Cristo e colui che porta in cielo il ladrone crocifisso accanto a lui e che egli perdona.
Ed allora chiediamo al Signore la grazia di non desiderare l'odio ed a non alimentare la vendetta.
Il Cristo risorto porta con sé i segni della passione ed allora ci dovremo chiedere: Siamo disposti al perdono?
Tra confratelli, tra familiari, tra consorelle, siamo disposti al perdono?
Forse con quelli più vicini è ancora più difficile perché in essi abbiamo investito di più e le tensioni dunque sono ancora più forti.
Fra noi non ci facciamo tiri mancini ciò invece che le bombe alleate del 1943 fecero a questo Cristo che sta dietro di me su questo altare, e lo resterà per tutto l'anno giubilare, squartandolo.
Ci aiuti a fare di noi un cuore solo ed un'anima sola.
A questo punto, ultimando l'Omelia, l'arcivescovo ha chiesto ai sacerdoti di rinnovare la promessa di presbiteri.
Poi dal fondo della chiesa sono partile le ampolle contenenti gli oli da consacrare.
La prima ampolla conteneva quella per gli ammalati, l'olio degli infermi.
La seconda, l'olio dei catecumeni dei genitori cristiani ed infine quella dei giovani chierici che vanno verso la Confermazione e l'Ordine Sacro.
Sulle tre ampolle, disposte in ordine su un tavolo dinanzi all'altare, ha alitato l'arcivescovo trasformando l'olio in santo.
Al termine della Santa Messa l'arcivescovo ha ancora detto di aver desiderato questa celebrazione e ringrazio Dio che ci ha fatto il dono di viverla insieme.
Siamo con tutti i nostri limiti e fragilità l'immagine composita della chiesa di Dio che è il grande catechismo dei tempi moderni, disse Paolo VI.
L'arcivescovo ha quindi voluto fare una serie di ringraziamenti e tra questi al Coro Diocesano maestoso e bello composto anche da allievi del Liceo "Guacci" e diretto da Daniela Polito con l'organista Davide Gagliardi.
Tra le comunicazioni monsignor Accrocca ha infine detto che il 5 maggio prossimo ci sarà una visita all'Abbazia di Montecassino, chi lo desidera, venga.
E' importante creare anche momenti importanti di svago e di serenità.
Un cristiano che è solo piagnone non fa bene al cristianesimo.
Poi il 24 aprile alle 18.00 al Centro "La Pace" ci sarà il "Certamen" sorrideremo e mangeremo insieme.
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comunicato n.170319
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