La Citta' Metropolitana del Sannio messa in campo da Mastella configura un moderno profilo accelerando il processo del cambio di paradigma
E' una iniziativa istituzionale di ampio respiro, partecipe di un lavoro di lunga lena, di una visione territoriale moderna e di un nuovo sviluppo locale, in linea con molte esperienze di citta' di medie dimensioni, commenta Vincenzo Carbone, architetto
Redazione
Ci scrive Vincenzo Carbone, architetto, per svolgere delle considerazioni in relazione alla conferenza internazionale sulla città nel futuro 2030-2050 del prossimo ottobre a Roma.
Quello della città e del clima è anche il tema della rassegna della biennale di architettura, curata da Carlo Ratti, che tra l'altro ha progettato il primo grattacielo di architettura biofilica con continuità tra verde ed edilizia.
"Egregio direttore - si legge - da pochi giorni si è tenuta a Roma la presentazione della Conferenza internazionale di ottobre sulla "Città nel futuro 2030-2050" e sui temi dell'abitare, dell'acqua e del clima.
E' intervenuto Ledo Prato, segretario generale dell'associazione Mecenate 90, partner della conferenza, che ha fatto un appello a "pensare il futuro delle città come bene comune, da progettare con intelligenza e giustizia intergenerazionale".
Anche il tema del senso civico, ha centralità, perché non secondario nel determinare i cambiamenti nel modo di convivere gli spazi e riacquistare capacità di pensare come comunità.
In questo cambio di paradigma, il governo del territorio e le politiche del welfare, giocano un ruolo importante, perché le città sono entità cariche di storia e luoghi dove si può sperimentare lo sviluppo locale.
Ciò vale soprattutto per le città intermedie, come Benevento.
Benevento appartiene al gruppo delle 10 città intermedie che il volume "L'Italia Policentrica, il fermento delle città intermedie" ne ha approfondito il profilo.
L'iniziativa della Città Metropolitana del Sannio, messa in campo da Mastella, sindaco della Città, configura questo moderno profilo, accelerando il processo del cambio di paradigma.
E' una iniziativa istituzionale di ampio respiro, partecipe di un lavoro di lunga lena, di una visione territoriale moderna e di un nuovo sviluppo locale, in linea con molte esperienze di città di medie dimensioni.
Nella prefazione di Cesare De Rita del Rapporto è evidenziata nel panorama degli enti del Paese proprio la centralità e il ruolo delle città medie.
Afferma De Rita, che Rieti e Benevento, ad esempio, sono proiettate a pensare la città come risorsa generativa di rete, per ricomporre uno spirito di comunità e creare le condizioni per renderla vivibile.
Il Rapporto segnala che in generale "nella popolazione delle città intermedie esiste una tensione a sviluppare la condivisione degli spazi, la fruibilità dei luoghi, la valorizzazione delle risorse".
Ne è prova la governance degli strumenti di assetto urbano per garantire che la vita dei residenti non sia stravolta da azioni di trasformazione radicale della composizione sociale dei quartieri.
Le alleanze tra Comuni è anche il terreno su cui sviluppare la competitività. Trova il suo profilo istituzionale nella "città policentrica, città tra città e comuni".
Campo della sfida è governare la prossimità dei quartieri e il policentrismo del territorio.
La dimensione della Città di Benevento è sempre stato centrale nel dibattito, soprattutto in ragione del dato storico e quello geografico.
Oggi, tuttavia, il tema si carica di nuove qualità come la coesione, la solidarietà e il contrasto alle diseguaglianze.
Nel periodo della pandemia molte città intermedie si sono fatte carico delle difficoltà dei centri minori vicini.
La competizione ha indotto, inoltre, le città a stringere intese in una dimensione di area vasta.
Molti sono gli esempi che possono esser fatti.
Mi preme citare Pesaro, soprattutto perché è la città dove ha insegnato Carlo Aymonino che per primo ha promosso l'idea della città policentrica, e mi preme citare quella dei Gonzaga che con il Parco fluviale realizza la connessione lineare più lunga del Paese, modello replicabile per le aree del Sannio e dell'Irpinia e per i corridoi fluviali del Calore e del Sabato.
Anche la legge regionale 16 della Campania aiuta questa impostazione e aiuta a sostenere i piani riformati.
Tra l'altro, la legge della Campania promuove lo strumento di area vasta come il "Programma Operativo intercomunale" che può concretizzare le previsioni della Città Metropolitana del Sannio, dalla rigenerazione alla mobilità sostenibile e tutela, coniugando, nel progetto, le funzioni di rango elevato adeguate alla dimensione e i temi dell'abitare, acqua e clima.
Il tema dell'abitare è legato ad assicurare condizioni dignitose del vivere.
Ancor più perché tra il 2030 e il 2050 il 70% della popolazione mondiale sarà ospitata nelle città, con i riflessi negativi sulle emissioni di Co2, gli eventi estremi e il consumo di acqua.
L'abitare interessa il benessere, l'architettura biofilica (natura ed edilizia), l'housing, i servizi della prossimità, la foresta urbana.
Solo un'azione etica ben strutturata tra "pubblico e privato" e guidata dalla Città capofila può tenere insieme gli aspetti del nuovo scenario territoriale e animare la visione del futuro.
Rispetto a questo cambio di paradigma, le ricadute nella città e gli esiti si misureranno attraverso regole urbanistiche sempre di più legate ai risultati attesi, alla coerenza tra piani (per evitare lungaggini) e alla flessibilità nell'offerta localizzativa (per evitare il ricorso alle varianti).
Anche la rigenerazione (le aree della densificazione e dei vuoti urbani) ha bisogno di approfondimenti, soprattutto rispetto all'idea di città come "bene comune" e alla stima della popolazione che sarà ospitata nelle città nei prossimi vent'anni".
comunicato n.170290
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