La dolcezza, unitamente ad una buona dose di squisitezza d'animo di Maria Pia Donnarumma, ancora oggi a quasi 17 anni dalla scomparsa non si dimentica
Queste doti, accompagnate da una ottima preparazione professionale, facevano di lei un ginecologo superiore considerando anche la particolare e delicata branca, ricorda Peppino De Lorenzo
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Nel novero del ricordo dei medici scomparsi, Peppino De Lorenzo non poteva, di certo, dimenticare Maria Pia Donnarumma (foto), ginecologo del "Rummo", spentasi nel pieno vigore della maturità.
"La dolcezza, unitamente ad una buona dose di squisitezza d'animo, di Maria Pia Donnarumma, ancora, oggi, a quasi 17 anni dalla scomparsa, non si può, di certo, dimenticare.
Queste doti, accompagnate da una ottima preparazione professionale, facevano di lei un ginecologo superiore considerando anche la particolare e delicata branca.
Maria Pia Donnarumma era nata a Torrioni, in provincia di Avellino, il 16 maggio 1953.
Il padre, Pasquale, tenente colonnello nel periodo bellico, era direttore didattico, mentre la mamma, Antonietta Ortolani, era sorella di un noto generale dell'Esercito, in carico al Ministero della Difesa.
Da questo matrimonio nacquero tre figlie, Maria Pia, appunto, Colomba e Patrizia.
Maria Pia, laureatasi in medicina all'Università di Napoli, iniziò la professione in carico alla guardia medica del nostro territorio e, poi, quale medico di base.
Contemporaneamente, si specializzò in ginecologia ed ostetricia risultando, da subito, vincitrice di un posto al "Rummo".
Nel corso della sua attività, si fece apprezzare non solo dalle pazienti che fiduciose si affidavano a lei, ma anche dal personale sanitario e paramedico.
Sempre disponibile e garbata, mai una parola fuori posto.
Sposò Giuseppe Palladino e, in seguito l'arrivo di un figlio maschio, Pasquale.
Si narra che, oltre all'attività ospedaliera, lo studio nella sua abitazione fosse sempre affollato da tante donne, gravide e non, che, con sicurezza, facevano a lei ricorso.
In sostanza, una vita familiare e professionale serena fino a quando la malattia, fulminea ed inattesa, incominciò a rincorrerla.
Ad un tratto, in Ospedale, non capivamo cosa si stesse verificando.
Le notizie incominciarono a rincorrersi senza che intuissimo appieno la gravità.
Ricordo l'ultima telefonata che ebbi con lei una mattina in presenza della mia collega di reparto, Teresa Caporaso che le era, da sempre, molto amica.
Averla conosciuta è stato per me un privilegio enorme.
Maria Pia, malgrado le sue condizioni già seriamente compromesse, mi parlò con una serenità e pacatezza che, ancora oggi, ricordo con infinito affetto.
Attenta ai fragili, aperta ai cambiamenti. Amava il suo lavoro ed aveva ancora tanto da dare.
Di lì a poco, la malattia la portò via in breve tempo, un tempo, comunque, interminabile, di domande senza risposte, di speranze, preghiere e disperazione.
Ci illudemmo fino alla fine che si sarebbe potuta riprendere. Non andò così. E scese il silenzio per noi tutti.
Alla sua attività aveva dedicato una vita intera, breve ma intensa, con la sensibilità e la serietà che si chiede ad un bravo medico.
Andò via a 55 anni. Era il 21 maggio 2008".
Alessia Liccardo ci ha chiesto di aggiungere una sua breve nota all'articolo di De Lorenzo che ha acconsentito acché si facesse.
"Ho letto l'articolo su Maria Pia e sono davvero toccata. Sono amica di suo figlio, il suo gioiello Pasquale Palladino, da oltre 13 anni, e posso dire che la bontà e l’amore che aveva l'ha trasmessa anche a lui.
Quindi ho pensato di dirvi qualcosa di lui, che può solo arricchire la storia.
Ha quasi ventisette anni, è una persona d'oro, piena di interessi e senso di responsabilità, che a una tenera età ha dovuto sopportare e superare la perdita di sua mamma.
La cosa che mi tocca di più, però, è il percorso di vita che ha scelto di fare: Sta studiando medicina, con tanto amore e tanta passione, proprio come la sua mamma.
Il più grande orgoglio e amore di Maria Pia era proprio Pasquale, che continua a tenere vivi sulla Terra i suoi valori".
comunicato n.170233
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