Bisogna partire dalla prevenzione per curare a tutto tondo il paziente ancor prima che giunga al Pronto Soccorso
Lavorare insieme per fare in modo di utilizzare al meglio i vari reparti dell'Azienda Ospedaliera "San Pio". A piazza IV Novembre l'evento voluto da Maria Gabriella Coppola, direttore di Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso al San Pio. Per il direttore generale Maria Morgante con la nuova struttura ed una diversa organizzazione dell'Ospedale con nuovi posti letto sara' risolta anche la problematica del Pronto Soccorso
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Lavorare insieme per parlare di prevenzione e fare in modo di utilizzare al meglio i vari reparti dell'Azienda Ospedaliera "San Pio", a cominciare del tanto chiacchierato Pronto Soccorso.
A piazza IV Novembre c'è stato al riguardo l'evento promosso da Fondazione Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi), e dall'Associazione Nazionale degli Infermieri di Medicina (Animo), nella celebrazione della "II Giornata nazionale della prevenzione Fadoi-Animo" e Benevento è stata una delle venti città italiane coinvolte nella manifestazione.
Ne abbiamo parlato con Maria Gabriella Coppola, direttore dell'Unità Operativa Complessa (Uoc) Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera "San Pio" e componente del Comitato Esecutivo Nazionale Fadoi.
L'evento è stato organizzaro in tutta Italia da Fanoi, e da Animo , ci ha detto Coppola
Le urgenze maggiori che riscontra sul nostro territorio, abbiamo chiesto ancora a Coppola?
Sicuramente nel nostro territorio, ci ha risposto, le urgenze sono sovrapponibili a quelle su tutto il territorio italiano. Ci troviamo di fronte ad una popolazione fragile, sempre più anziana e che necessita di una maggiore assistenza.
E' il grosso tema dell'invecchiamento della polazione.
La medicina ha fatto grossi progressi soprattutto nel campo della prevenzione e quindi con il progresso tecnologico c'è stato anche un aumento dell'aspettativa di vita; dall'altro lato abbiamo una popolazione sempre più fragile e che necessita di maggiore attenzione.
E dunque l'obiettivo di questa nostra giornata è quello di intercettare rapidamente quelli che sono i campanelli d'allarme nei pazienti sopratutto asintomatici, con età superiore a 40 anni, relativamente ai principali fattori di rischio che sono l'ipertensione arteriosa, il biabete mellito, il fumo di sigarette, l'obesità, le patologie respiratorie, l'abuso di alcoolici e lo stile di vita.
Le problematiche di questo nostro Pronto Soccorso che sono sempre in evidenza, abbiamo chiesto a Coppola.
Lei pensa che si possano risolvere le gravi problematiche che lo investono solo con la realizzazione di un nuovo manufatto o c'è bisogno di più, abbiamo ancora chiesto al dirigente?
Sicuramente la questione è globale, ci ha risposto Coppola e sappiamo che come tutti i Pronto Soccorso in Italia le persone e la cittadinanza fa sempre più utilizzo di essi per patologie molto spesso minori.
Dobbiamo, infatti, considerare come il 51% degli accessi in Pronto Soccorso in media nazionale siano i codici verdi e bianchi. E' chiaro, allora, che bisogna fare un'azione combinata che parta proprio dalla prevenzione. E dunque questa nostra giornata ancora una volta è in linea con l'obiettivo poi di una sanità territoriale che collabora ora con quella ospedaliera ora con quella territoriale in una integrazione tra sanità e territori.
Questo è il senso della nostra giornata, ha proseguito Coppola.
Scendiamo in piazza per portare la nostra opera in maniera convinta attraverso questa giornata che ha un valore sociale anche perché trasversalmente abbiamo ottenuto il patrocinio sia dell'Azienda Ospedaliera "San Pio" che dell'Asl, e di altre Istituzioni proprio in ragione della importanza della tematica.
Bisogna infine partire dalla prevenzione per curare a tutto tondo il paziente ancor prima che giunga al Pronto Soccorso.
Sin qui il direttore Coppola.
Alla manifestazione ha preso parte anche il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera "San Pio", Maria Morgante, a cui abbiamo sottolineato l'importanza di una giornata realizzata nel solco della prevenzione anche per aggredire quelle malattie frutto dell'invecchiamento della popolazione che si riflettono poi sui reparti dell'Ospedale "Rummo" e sopratutto sul suo Pronto Soccorso.
La prevenzione è fondamentale, ci ha risposto Morgante.
Il nuovo decreto 77 verte proprio su questo ed ha l'obiettivo dell'assistenza ai pazienti con strutture sempre più vicine ai luoghi di vita.
Oggi stiamo dimostrando che siamo usciti dall'Ospedale per venire in una piazza dove incontrare i pazienti. L'obiettivo proprio della prevenzione, ha proseguito Morgante, è quello di far sì che si capisca quale deve essere l'approccio al Servizio Sanitario Nazionale che è sempre più vicino al cittadino.
La dottoressa Coppola, che in questo caso rappresenta l'Associazione Fadoi che si è fatta promotrice di questa iniziativa che è una delle venti in tutta Italia, dimostra quale è l'attività fattiva ed operativa.
Lo strumento che viene messo a disposizione riguarda sia l'assistenza territoriale che ospedaliera..
La problematica più evidente del nostro nosocomio, abbiamo ancora detto a Morgante, che è quella del Pronto Soccorso, ritiene che possa essere in qualche modo mitigata o eliminata riproducendo una nuova struttura o occorre anche altro, abbiamo ancora chiesto al direttore generale?
Le problematiche non sono a monte, ci ha risposto.
Noi stiamo subendo la presenza di uno spazio del Pronto Soccorso attuale, che è molto limitato.
La disponibilità futura di 1.700 metri quadri è lo strumento adeguato a quella che è la necessità di una Azienda Ospedaliera di secondo livello e legata poi a tutta un'altra organizzazione dell'Ospedale e quindi alla creazione di posti letto. Di questa mancanza, molte volte noi ne soffriamo proprio per poter smistare i pazienti nei vari reparti e sopratutto in quelli ad alta intensità di cure.
Su questo noi stiamo lavorando.
Abbiamo dunque due canali su cui stiamo lavorando e cioè l'allargamento del Pronto Soccorso e l'incremento dei posti letto.
In sintonia con gli altri presidi sanitari, a cominciare dai medici di base che dovrebbero svolgere già un importante ruolo per evitare che si intasino i Pronto Soccorso con codici minori, c'è la possibilità, abbiamo chiesto a Morante, di fare degli incontri risolutivi con l'Ordine dei Medici, con i medici di base per fare in modo che il loro intervento è importante e per certi aspetti risolutivo...
Le riunioni con i medici di base le abbiamo fatte, ci ha detto Morante, e continueremio a farle con il loro rappresentante Luca Milano ma diciamo anche che non sempre è colpa dei medici di medicina generale perché c'è tanta gente che accede al Pronto Soccorso in maniera volontaria.
La verità è che dobbiamo cambiare un po' la mentalità e questo può avvenire proprio cambiando questa assistenza territoriale.
Non a caso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ci sta mettendo a disposizione quelle che sono le Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità, oltre a tuttti i servizi che sono già presenti sul territorio e gestiti dalle Azienda Sanitarie Locali.
Quindi, ci sono tutti i presupposti per creare una forte sinergia tra ospedale e territorio, ha concluso Morgante.
comunicato n.170225
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