Alle elezioni del 1946 le donne intervennero con una partecipazione di massa. Oggi sono quelle che fanno parte del piu' alto astensionismo
Ed allora mi chiedo: E' colpa delle donne? No, perche' credo che esse sono istruite, combattive, consapevoli dei propri diritti ma la politica non le mette in condizione di agire e quindi bisogna nuovamente combattere, ci ha detto Livia Turco, gia' ministro, al convegno della Spi Cgil "Donne e Voto. Dalla Democrazia alla Difesa dei Diritti"
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L'Auditorium "Gianni Vergineo" del Museo del Sannio ha ospitato il convegno regionale sul tema: "Donne e Voto. Dalla Democrazia alla Difesa dei Diritti" organizzato dal Sindacato Spi Cgil Campania e Benevento, un'occasione di riflessione e dibattito sul ruolo delle donne nella costruzione e nella tutela della democrazia e della necessità di difendere i diritti conquistati e di rafforzare la partecipazione attiva nel contesto attuale.
Proprio di questo, prima che la manifestazione avesse inizio, ne abbiamo parlato con Livia Turco (nella foto di apertura è al centro), già parlamentare e ministro della Repubblica, presidente della Fondazione "Nilde Iotti".
Quello di oggi è un tema che fa riflettere "Donne e voto". C'è ancora bisogno, evidentemente, di insistere nel sottolineare questa necessità, questa condizione, abbiamo chiesto?
Le donne, ci ha risposto l'ex ministro, la prima volta che hanno esercitato il diritto di voto alle amministrative del 1946 e subito dopo al Referendum Istituzionale ed all'Assemblea Costituente, sono intervenute con una partecipazone di massa.
Adesso, invece, sono quelle che fanno parte del più alto astensionismo.
Ed allora mi chiedo: E' colpa delle donne?
No, perché credo che le donne sono istruite, combattive, consapevoli dei propri diritti.
Neanche è loro vietato però... ci siamo inseriti noi.
Non glielo vietano, ci ha detto Turco, però si vede che la politica è un po' mancante nei confronti delle donne e quindi è necessario che si ricostruisca un legame per cui i problemi delle donne possano avere una risposta.
Ci sono certamente delle cose che fanno riflettere.
Abbiamo, ad esempio, delle leggi, delle conquiste, che ci siamo sudate assai. Penso agli asili nido, istituiti con legge del 1970. Oggi solo il 5% dei bambini utilizza l'asilo nido con grande differenze di partecipazione tra il Centro Nord ed il Mezzogiorno e con dei costi a volte elevatissimi.
Questo è l'esempio delle ragioni per cui le donne dicono: Ma a che serve la politica se non trovo neanche un asilo nido?
Oppure, tocchiamo un altro argomento importante, se e quando voglio avere un figlio devo scegliere tra un figlio, appunto, ed il lavoro un lavoro che talvolta è super sfruttato.
Questi sono i problemi che la politica deve risolvere.
E quindi da qui la necessità di combattere, ci siamo ancora inseriti noi.
Esattamente, la necessità di combattere per confermare dei diritti che abbiamo conquistato con tanti sacrifici anni fa.
Sin qui Livia Turco.
ll convegno, nel suo insieme, ha approfondito quindi il legame tra la partecipazione femminile al voto e la difesa dei diritti sociali e del lavoro, in un momento cruciale in cui la Cgil è impegnata nella campagna referendaria per contrastare le forme di precarietà e le disuguaglianze nel mondo del lavoro.
comunicato n.170175
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