Abbiamo bisogno della Stampa locale perche' quei giornalisti sono i nostri anticorpi periferici che intercettano il male prima che divori il corpo
Non mollate, abbiamo bisogno di voi, di giornalisti coraggiosi, indipendenti, per consegnare al mondo ed alle generazioni future un mondo migliore. Io riesco a fare determinate inchieste perche' sono consapevole di avere alla spalle una grande azienda, la Rai, che paga la tutela legale e che comunque ha una sua solidita' ci ha detto Sigfrido Ranucci, conduttore di "Report" a Benevento per la presentazione del suo libro "La scelta" su invito di Gabriele Corona
Nostro servizio
Sigfrido Ranucci (nella foto di apertura è al corso Garibaldi, a destra, mentre a sinistra è Gabriele Corona), giornalista e conduttore di "Report", è stato ospite sin dalla mattinata della nostra città.
L'appuntamento era per il pomeriggio alla presentazione del suo libro "La scelta", Bompiani Overlook, un appuntamento che ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso che ha peraltro acquistato tutte le copie disponibili del libro al punto che si è dovuta richiedere una nuova fornitura, cosa che è poi avvenuta nel corso dell'evento.
L'incontro con i simpatizzanti della trasmissione televisiva e con il conduttore, è stato organizzato da Gabriele Corona, coordinatore del Movimento "Altra Benevento è possibile" il quale, nella sua introduzione, ha voluto sottolineare come la sua Associazione nacque con la dicitura di "Città sostenibile contro il malaffare", una Associazione che peraltro non godeva di finanziamenti statali perché aveva semplicemente scelto di non scrivere nella denominazione di occuparsi di racket, requisito necessario per essere finanziati.
Questo libro si fa molto seguire, ha detto ancora Corona, ed intreccia la storia di tante inchieste con la vita privata di Ranucci e con le riflessioni su cosa succede in Italia a proposito della libertà di Stampa ed il giornalismo di inchiesta badando esclusivamente al bene comune.
La parola è quindi passata a Ranucci che nel corso della esposizione, senza soluzione di continuità, ha ricordato le sue inchieste più importanti ricordando che in Italia ci sono 516 giornalisti minacciati, di cui 270 sono sotto tutela e 22 sotto scorta, come lui.
Nel corso della sua carriera, sin qui, Sigfrido Ranucci ha collezionato ben 176 querele di cui 19 per una sola inchiesta, quella relativa al caso Tosi, all'epoca sindaco di Verona.
Dicevamo che Ranucci è stato in città sin dalla mattinata ed è lungo corso Garibaldi che lo abbiamo intercettato e che ci ha concesso una breve intervista che abbiamo voluto puntasse anche sul ruolo della Stampa locale.
Che cosa ci dobbiamo aspettare dall'intervento che terrà alla presentazione del suo ibro, abbiamo chiesto a Ranucci?
Racconterò la storia quotidiana sulla resilienza impiegata per mantenere alta la libertà di Stampa che è un valore che credo sia insito nell'uomo.
Racconterò più di venti anni di storia attraverso il mio libro intersegando il dietro le quinte con la difficoltà di realizzare determinate inchieste quando c'è il potere al centro ed anche la mia vita privata e quindi tutte le scelte sul lavoro, che hanno comportato delle rinunce, delle difficoltà nella vita privata che è poi un vaso comunicante con quella professionale.
Ci sono dei momenti che tu dai e togli all'altra.
La Stampa locale, abbiamo detto, va sostenuta perché è in essa che oramai esistono ancora i giornalisti cosiddetti di strada, quelli cioè che si occupano della vita quotidiana di una comunità e delle sue problematiche, piccole e grandi, una figura di giornalista che non esiste più oramai nelle grandi testate nazionali dove il lavoro è essenzialmente svolto dietro una scrivania....
Ho grande rispetto per i colleghi della Stampa locale, ci ha risposto Ranucci, e per il lavoro che svolgono.
Io riesco a fare determinate inchieste perché sono consapevole di avere alla spalle una grande azienda, la Rai, che paga la tutela legale e che comunque ha una sua solidità.
Ho quindi nel cuore i colleghi della Stampa locale che invece, per 10 euro a pezzo (è il prezzo pagato per un articolo su taluni quotidiani cartacei ndr), quando vengono pagati, perché non sempre ciò avviene, e che devono subire le pressioni dell'editore di turno, del politico, dell'imprenditore arrogante, del criminale, spesso queste figure coincidono anche in una quando ci sono determinate situazioni.
Io penso che il nostro sia un Paese malato perché talmente abituato a convivere con la propria patologia che la considera oramai una normalità ed è per questo che sono state approvate delle leggi che ci portano verso l'oblio di Stato per metterci il bavaglio.
Ma proprio perché è un paese malato abbiamo bisogno della Stampa locale perché quei giornalisti sono i nostri anticorpi periferici che devono intercettare il male prima che divori il corpo.
Possiamo chiudere dicendo allora viva la Stampa locale?
Viva la Stampa locale, certamente. Non mollate, abbiamo bisogno di voi, di giornalisti coraggiosi, indipendenti, quello che è uno stato dell'animo, per consegnare al mondo ed alle generazioni future un mondo migliore, ha concluso Ranucci.
comunicato n.170064
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