Al Teatro Comunale del Collegio de la Salle e' cominciata la rassegna "Risvegli" con l'intento di valorizzare la recuperata struttura
Inaugurata la Mostra "Il primo rigo affascina tutto il libro Strega". Poi lo spettacolo di Paolo Caiazzo che ha trattato di generazioni a confronto. Il Teatro, che porta all'ascolto, dovrebbe essere una disciplina scolastica. Vivere le emozioni forti insieme ad altri e' importante mentre non lo e' stare con il telefonino
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E' stata inaugurata la nuova Rassegna, di cui è direttore Renato Giordano, dal titolo "Città Spettacolo Risvegli" nata per riportare in primo piano, dopo il suo restauro, il Teatro Comunale "De la Salle".
Il primo evento della serata è stato quello della Mostra fotografica "Il primo rigo affascina tutto il libro Strega" che riporta in pratica la storia del Premio Strega, simbolo della cultura italiana, raccontata attraverso gli scatti dell'Archivio Riccardi, un archivio, ci ha detto Cosimo Petretti, presidente del Circolo Fotografico Sannita, che contiene centinaia di migliaia di foto, forse addirittura un milione.
L’esposizione è stata curata dallo stesso Renato Giordano con le foto di Carlo Riccardi.
Le tante immagini presenti in questa mostra, ha detto nel suo intervento il sindaco Mastella, dà il senso ed il valore di questo Premio. Il sindaco ha poi ricordato che al Teatro Romano ci sarà nuovamente la presentazione della Cinquina dello Strega che sarà presentata ancora una volta da Stefano Coletta.
La mostra fotografica "Il primo rigo affascina, tutto il libro Strega", sarà aperta al pubblico con ingresso gratuito dal 3 aprile al 4 giugno tutti i giorni di spettacolo e tutti i venerdì e sabato dalle ore 18.00 alle ore 22.00.
A seguire ha avuto luogo lo spettacolo "Boomer. Un papà sul sofà" con Paolo Caiazzo (nella foto di apertura) che abbiamo colto prima della rappresentazione ed abbiamo scambiato con lui qualche battuta anche sull'attenzione da porre a questo Teatro cittadino recentemente recuperato nuovamente alla fruizione del pubblico.
E' vero, è proprio in gioiellino, ci ha risposto Caiazzo.
Sto parlando con lei è sto guardando questo teatro.
L'ho notato appena entrato e sono rimasto colpito dalla sua architettura e per l'aria che in esso si respira.
Io sono convinto che i Teatri abbiano sempre un'anima.
Noi teatranti quando entriamo in un luogo simile salutiamo sempre perché siamo convinti che esso abbia un'anima e questa mi trasmette molta positività.
Lo spettacolo di stasera si riferisce a "Boomer, un papà sul sofà", boomer che sta per la identificazione di una generazione, quella dei non più giovani....
Certo, è la storia di un papà che litiga con la sua seconda compagna e chiede al figlio trentenne di ospitarlo.
Naturalmente la convivenza tra le due generazioni e dunque tra boomer e generazione zeta, dà vita ad una serie di incomprensioni che porta al divertimento ed a mettere d'accordo queste due generazioni che sono spesso presenti anche in sala.
Riusciamo a fare una commedia o delle storie o delle battute che mettono d'accordo tutte e due le epoche e questo è stato sottolineato da genitori che sono venuti nei camerini a ringraziarci perché, ci hanno detto, siamo riusciti a vederci uno spettacolo insieme ai nostri figli, cosa questa che è molto importante.
A proposito di questi giovani, abbiamo detto a Caiazzo, quale può essere il ruolo del Teatro rispetto a questo momento non faile che queste ultime generazioni stanno attraversando?
E' un momento difficole che hanno tutte le generaioni, ci ha risposto l'attore, e così anche noi quando abbiamo avuto la loro età abbiamo avuto le nostre difficoltà.
La società cambia, il mondo parimenti e la tecnologia corre veloce per cui già quelli che hanno 30 anni si sentono vecchi rispetto a quelli di anni ne hanno 25.
Sono così veloci i cambiamenti per cui è difficile stargli dietro.
E quindi ci sono pochi riferimenti.
Quello che bisognerebbe fare è tenere sempre ben saldo un valore fondamentale, che ha salvato le nostre generazioni e quelle precedenti, che è quello della famiglia.
Molto spesso i giovani sono sbandati quando non hanno una famiglia alle spalle e quindi ciò li porta a tenere dei comportamenti che li spinge ad essere annoiati ed aggressivi.
Devo anche dire però io ho molta fiducia nei giovani con i quali, peraltro, lavoro spesso a teatro.
Hanno una grande capacità ed una bella visione della vita.
Loro hanno una vita davanti mentre noi gli anni che dobbiamo percorrere sono certamente minori dei loro.che guardano la vita con una ottica differente e sono spesso animati da buoni propositi.
Spesso noi boomer critichiamo le nuove generazioni mentre in loro c'è tanto di buono.
Poi ci sono le notizie di cronache, quasi quotidiane che ti fanno gelare il sangue. Hanno voglia di fare le bravate emulando gli altri.
Non siamo comparabili come generazioni, ha proseguito Caiazzo, ed infatti io non so se a 15 anni avessi avuto un telefonino in mano cosa avrei fatto. Forse le stesse cose che fanno oggi i nostri figli o i nostri nipoti.
Quella che è la funzione del teatro, per rispondere alla domanda iniziale, potrebbe giocare un ruolo fondamentale, ha proseguito l'attore.
Esso insegna la disciplina e così come lo sport di gruppo, non finalizzato a diventare ricco ma a fare sport, e così come il teatro che non è finalizzato a prendere l'Oscar ma a fare teatro, allora si tende a fare squadra ed a dare la possibilità di contenere e gestire le tue emozioni, gli spazi stretti, la convivialità, a stare nei camerini, insieme alle prove, ascoltare che è la cosa più importante che c'è in teatro, quell'ascolto che molto spesso i giovani non hanno.
Il teatro ti porta a dover ascoltare l'altro.
Io il teatro lo metterei proprio come materia scolastica e non come quei corsi che spesso vengono fatti solo per perdere un po' di tempo.
Mentre invece questa materia andrebbe presa come disciplina scolastica e fare in modo che i ragazzi vivano l'emozione del teatro perché poi quando la partecipi con gli altri, diventi con essi tutt'uno.
Vivere delle emozioni forti insieme ad altri è importante mentre non lo è stare con il telefonino, ha concluso Caiazzo.
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