I segnali prima della tragedia ci sono e sono questi a cui dobbiamo fare attenzione. Ci potrebbero consentire di evitare la mattanza delle donne
Siamo troppo spesso distratti o incapaci di prestare ascolto. Non bastano le panchine rosse o le sfilate per fermare queste continue violenze. Michele Ruscello ha dichiarato: Faro' un decalogo di questi segni che possono essere colti e lo distribuiro' tra gli allievi invitandoli ad essere vigili ed a segnalarli
Nostro servizio
Ancora una panchina rossa a testimonianza di un momento, troppo lungo ormai, che la nazione sta vivendo a proposito delle tante morti violente cui sono sottoposte in larghissima parte le donne.
Ancora una panchina rossa.
Basterà questa azione, oramai troppo ripetitiva, per essere in qualche modo incisiva, ovvero basteranno le sfilate lungo le strade, spesso utilizzate per tutt'altri scopi, per porre un freno a questa mattanza?
Onestamente noi pensiamo che non sia così e che su tutto debba prevalere il buonsenso e soprattutto lo spirito di osservazione a cui non bisogna rispondere facendo spallucce.
Ci siamo convinti che i segnali ci sono e che precedono la tragedia.
Siamo poi noi che non sappiamo o non vogliamo coglierli.
Quelli ci consentirebbero interventi immediati, peraltro utilizzando le leggi che già ci sono e forse il salvataggio di tante vite.
E' su questo che ci dovremmo concentrare al di là o assieme all'apposizione delle panchine rosse e della partecipazione alle sfilate.
Parliamo di tutto ciò, esprimendo ovviamente una opinione, non esaustiva, volesse il cielo che potesse esserlo, in quanto stamane nel cortile dell'Istituto Comprensivo "Sant'Angelo a Sasso" è stata scoperta una panchina speciale realizzata dai detenuti e dalle detenute del Carcere di contrada Capodimonte.
Alla cerimonia hanno preso parte il dirigente scolastico, Michele Ruscello, il sindaco Clemente Mastella e per l'Istituto penitenziario, Gabriella Polcino, capo area trattamentale-pedagogica; Cristina Ruccia e Valentina Giordano, funzionari giuridici-pedagogici; Silvana Malva in rappresentanza della Consulta delle Donne e Mafalda Nardone, funzionario in rappresentanza dell'Ufficio Esecuzione Penale Esterna.
Quella di oggi, ci ha detto Ruscello, è una iniziativa mirabile che è stata portata avanti dalla Casa circondariale di Benevento.
Oggi ci è stato consegnato questo simbolo che mi auguro possa rappresentare la violenza in genere e non solo quella sulle donne.
Forse è, proprio quella che dobbiamo combattere in tutto e per tutto.
La scuola è certamente uno dei luoghi dove tali valori vengono insegnati quotidianamente. Ma evidentemente tutto ciò non è sufficiente e quindi dobbiamo dare continui segnali ai nostri ragazzi che la vita deve essere affrontata rispettando l'essere umano senza cadere nell'errore delle violenza.
Noi siamo dotati di cervello e di parola rispetto agli animali e dunque facciamo valere questa nostra prerogativa in modo tale che possiamo avere tutti libertà di espressione e di comportamento e di vestiti.
Sì, anche di vestiti perché è vergognoso che una ragazza non possa indossare quello che ritiene perché altrimenti potrebbe rischiare di poter essere attaccata da qualche maschiaccio che non conosce educazione e rispetto.
Questa panchina, questo simbolo, ci giunge oggi da persone che hanno commesso un qualche reato e che dunque hanno usato violenza nei confronti di qualcuno o di qualcosa.
A Ruscello abbiamo anche chiesto se noi siamo in grado di poter cogliere questi segnali.
Quello di stamane è solo un gesto e che non deve rimanere tale altrimenti non serve a nulla se non siamo bravi a cogliere i segnali.
Nulla nasce per caso.
Anche i delitti più efferati si concretizzano dopo una serie di segnali lanciati dalla vittima o dall'esecutore ma che noi non cogliamo o non vogliamo cogliere.
Mi ha letto nel pensiero, ci ha risposto Ruscello.
Qualche giorno fa, quando ho seguito in televisione la tristissima vicenda della povera Giulia, sentivo che c'erano diversi segnali che immediatamente possono essere messi in mostra e possono essere riportati ai ragazzi ed alle ragazze.
Questo sarà certamente un mio prossimo obiettivo.
Farò una sorta di decalogo dei segnali che potremmo ricevere e lo pubblicizzerò in tutte le classi per modo che le ragazze ed i ragazzi possano immediatamente fare tesoro di queste comunicazioni e comunicarle a e segnalarle a chi di dovere affinché vengano presi i dovuti provvedimeti.
Questo, Ruscello, intende farlo in questo ultimo suo anno alla guida dell'Istitutio "Sant'Angelo a Sasso".
Dal prossimo agosto andrà in pensione e Mastella, dirà poi nel suo intervento, lo ha già opzionato...
Gabriella Polcino ha detto che ogni anno con la sua Area all'interno dell'Istituto penitenziario dove c'è anche una sezione riservata proprio a coloro che sono responsabili di questi reati, vengono realizzate queste panchine realizzate proprio da loro, con il contributo anche delle detenute.
Questo oggetto è un simbolo che portiamo ogni anno all'interno delle scuole perché sensibilizzare i giovani significa educare una società.
Il sindaco Clementre Mastella ha sottolineato come questi gravissimi episodi di violenza contro le donne vede molto spesso protagoniste persone prese dall'effetto Lucifero, un angelo che poi divenne diavolo.
Ci sono persone sostanzialmente buone all'interno delle quali scatta però una molla incredibile di violenza.
L'amore non è solo quello tra uomo e donna ma è soprattutto quello di voler bene agli altri.
Bisogna recuperare questo tipo di gerarchia di valori che è stata sostanzialmente persa.
Il problema non è quello di una società patriarcale ma di una società che oggi ha perso il senso della famiglia, della scuola. Taluni genitori non si rendono conto che il voto che l'insegnante ha attribuito al proprio figliolo è quello giusto e se la prendono con gli insegnanti medesimi per quel giudizio non esaltante e questo non va bene.
Sembra che anche noi adulti non abbiamo più famiglia.
I cellulari hanno sgretolato il tipo di rapporto e di dialogo all'interno della famiglia, ha ancora detto Mastella dinanzi ad una folta rappresentanza di alunni e docenti dell'Istituto.
Insomma bisogna recuperare questa sensibilità nel parlarsi e nell'ascoltare.
Nessuno ascolta più, tutti parlano ma nessuno ascolta.
Questo porta ad una sensibilità maggiore e più affinata e ad un guso educativo che certamente oggi si è debilitato.
La scuola può fare tanto.
Anche in città cerco di fare il possibile ma non è con la repressione che si risolvono questi propblemi.
Il bullismo va subito fermato e tanti ragazzi fanno anche cose che non devono assolutamente fare. In tutto questo è fondamantale il dato della famiglia, della scuola della Chiesa.
Le abbiamo un po' perse di vista e bisogna dunque riconsiderarle e riportarle alla giusta nostra attenzione, ha concluso il sindaco.
A questo punto è stata scoperta la panchina rossa sulla quale hanno preso posto tre ragazze che sono state poi omaggiate di un fiore da altrettanti loro compagni maschi.
comunicato n.160745
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