Potrebbe esserci stato l'errore di valutare una antica zona a verde come priva di reperti archeologico
E' l'ipotesi di Valentino Soreca che ritiene l'approccio alla progettazione del Terminal di piazza Santa Maria molto superficiale
Redazione
Valentino Soreca ritiene che l'approccio alla progettazione del Terminal di piazza Santa Maria sia stato molto superficiale.
"Caro direttore - ci scrive - lungi da me nell'entrare in una disputa divenuta già polemica ma, nel guardare la planimetria tecnica del progetto "Terminal bus turistici" da realizzare a piazza Santa Maria (piazza Cardinal Pacca), si nota che vi è un'area, denominata demaniale, contornata in giallo che corrisponde esattamente (guarda caso) alla planimetria del convento e della chiesa di San Pietro.
Proprio al di fuori di questo perimetro, è stata prevista l'area di intervento che corrisponde a quella che, sul catasto pontificio, veniva, appunto, indicata come zona verde.
Il tecnico risulta essere, Paolo Parrella, ma, in verità, non ha fatto altro che posizionare su carta, l'area di intervento, ovvero il prefabbricato info point e le pensiline dei bus, così come indicato nel preliminare dell'architetto Iadicicco (fiducioso di un attento lavoro da parte di quest'ultimo).
Ora, con un briciolo d'intellettiva intuizione si potrebbe ipotizzare che l'architetto Iadicicco, visionando la pianta del catasto pontificio del 1823 (foto), sia caduto nell'errore di intendere quella zona, colorata in verde, quale, appunto, una antica zona verde, credendo così che al suo di sotto non vi potesse essere nulla di storicamente interessante.
La superficialità di questa eventuale convinzione si denota dal fatto che a chiunque sarebbe sorto il dubbio che così non poteva essere in quanto la parte storica, come da testimonianze passate, si estendeva fino a via Posillipo, ma, ulteriormente, a Iadicicco sarebbe bastato visionare o consultare la planimetria allegata dall'ufficio urbanistico pubblicata sul catalogo del concorso di idee per la riqualificazione di piazza Santa Maria (piazza Cardinal Pacca) per sospettare che in quel luogo il sottosuolo avrebbe potuto regalare grandi sorprese.
Grazie alle due cartine divulgate da "AltraBernevento" sul profilo Facebook di Gabriele Corona, possiamo notare, evidenziandolo, che là sotto potrebbe esserci (sicuramente c'è) la chiesa di Santo Stefano oltre che altre interessantissime relazioni con l’eventuale ritrovamento del tempio della Dea Iside.
Sembrerebbe che tra Iadicicco e le progettazioni per i terminal bus (vedi progetto Lumode) non siano proprio in un connubio felice.
Con un briciolo di simpatica e rispettosa ironia si potrebbe pensare che non portino bene le "progettazioni" di Iadicicco o che comunque sono motivo di grattacapo degli amministratori.
Nel dire questo, mi viene da ricordare che, quando è iniziata l'ideazione progettuale del campo da golf, Iadicicco se ne è preso cura e guarda caso...!
Insomma non Corona, che di architettura, urbanistica e turismo ha titoli da vendere ed un vasto curriculum da quando aveva 20 anni, ma Iadicicco sembrerebbe essere la "brutta gatta da pelare" di questa amministrazione Mastella.
Insomma le castagne vengono messe sul fuoco ma poi tocca alla amministrazione toglierle e, come monita il vecchio detto, scottarsi le mani o, rigirandole solamente, ritirarle bruciate, non più presentabili (vedi appunto caso Lumode)".
comunicato n.156898
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