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Benevento, 17-02-2017 19:44 ____
Mettetevi al servizio della verita' e non accontatatevi delle apparenze, e' questo quello che la filosofia ci invita a fare
E' l'esortazione del regista di teatro e prosa Andrea De Rosa che ha discusso sul tema: "Il piu' saggio e' chi si lascia ingannare?" nel corso della "Lectio magistralis" nell'ambito del festival "Stregati da Sophia"
di Diego De Lucia
  

"Mettetevi al servizio della verità.
Non accontatatevi delle apparenze, è questo quello che la filosofia ci invita a fare".
E' l'esortazione del regista di teatro e prosa Andrea De Rosa che ha discusso sul tema: "Il più saggio è chi si lascia ingannare?" nel corso della "Lectio magistralis" svoltasi al Teatro Massimo nell'ambito degli appuntamenti voluti dall'Associazione Culturale Filosofica "Stregati da Sophia" della coordinatrice Carmela D'Aronzo.
La "lectio" ha riguardato il rapporto filofosia-teatro ed ha visto anche l'apporto del docente Gennaro Carillo.
Il teatro ambisce, sin dalle sue origini, a mettere in discussione l'esistente, a provocare e suscitare domande su ciò che abitualmente diamo per scontato.
De Rosa ha sostenuto: "Pur attraverso strade sostanzialmente diverse, il comune obiettivo di filosofia e teatro è l'instancabile ricerca della verità attraverso lo smascheramento del luogo comune, lo scavo oltre la superficie, la frequentazione dei territori dell'animo umano meno battuti e spesso più impervi.
Il teatro ha a che fare da sempre con la suggestione, l'illusione, la "sospensione dell'incredulità" da parte dello spettatore che riesce, in questo modo, ad immedesimarsi nei personaggi e nelle vicende che si svolgono dinanzi ai suoi occhi".
Quindi, il regista ha così proseguito: "Paradossalmente, tutto il lavoro che si svolge sul palcoscenico si fonda su un artificio, ma questo inganno, come lo chiamava Gorgia, pensatore ellenistico, permette un coinvolgimento totale dello spettatore che riguarda non solo la sfera intellettuale, come avviene per la filosofia, ma anche la sua esperienza sensibile ed emotiva.
L'artificio diventa allora uno strumento di conoscenza.
La voce dell'attore, il suono, le luci, i costumi, sono la tecnologia escogitata dal teatro sin dal V secolo avanti Cristo per rendere possibile questo prodigioso lavoro di scavo che a nessuna altra arte è dato di compiere, perché solo con il teatro si fa un'esperienza della vita così complessa e articolata, proprio lì e in quel momento".
Passando poi a riflettere sul nostro quotidiano, De Rosa ha aggiunto: "Si vive in una società individualista ed utilitaristica che propone quotidianamente informazioni spesso in contrasto tra di loro.
Diventa, allora, difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è falso.
La sfiducia nella verità ha comportato la svalutazione di ogni suo reale significato, per cui ci si accontenta di verità parziali e provvisorie.
Questo crescente nichilismo è generato, in massima parte, dalla confusione riguardo a ciò che la verità è.
Tutti noi adoperiamo la parola verità come la maggior parte dei vocaboli di cui quotidianamente facciamo uso, in modo immediato e spontaneo, ma non in senso problematico".
L'incontro odierno è satato moderato dalla docente Antonella Tartaglia Polcini.
Secondo l’assessore comunale alla cultura, Oberdan Picucci, presente alla "Lectio", il valore dell'iniziativa proposta dalla Associazione è da rimarcare: "Questa è la dimostrazione del patrimonio umano presente nel nostro territorio, oltre quello artistico e monumentale.
Sono iniziative che arricchiscono la comunità e che ci vedranno sempre presenti".
De Rosa ha voluto sottolineare come "nel teatro esiste da sempre la contraddizione.
Ricerca la verità come la filosofia, però, lo fa con un'arma starna e cioè l'inganno oppure la finzione della rappresentazione".
Poi ha aggiunto: "Grazie al teatro si mette in scena un meccanimso d'immedesimazione tra spettatore e personaggio attraverso il quale noi sappiamo bene che la scena che stiamo vedendo non è la verità, però, ci fa capire il senso.
La verita deve essere ricercata, sfrondando i luoghi comuni, bisogna scoprire, attraverso la proiezione del palcoscenico, una vita che non è nostra, ma qualcosa che ci appartiene".
Spazio, infine, a filosofia e danza con "Inganno", la coreografia a cura di Carmen Castiello con il Corpo di Ballo della Compagnia di Balletto di Benevento.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

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