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Benevento, 21-01-2017 17:56 ____
L'incuria e il degrado che avvolgono la Spina Verde sono ormai ai limiti della tollerabilita'
Per il consigliere comunale Angelo Feleppa bisogna istituire la "sentinella di quartiere" affidando l'incarico a cooperative o associazioni
Redazione
  

Il consigliere comunale del gruppo "Del Vecchio Sindaco" Angelo Feleppa (qui nella foto di Gazzetta), ha espresso le sue considerazioni sulla situazione in cui versa la Spina Verde.
"L'incuria e il degrado che avvolgono la Spina Verde - scrive - sono ormai ai limiti della tollerabilità.
Un'opera che dovrebbe rappresentare un vanto per la città e lo strumento per il rilancio del Rione Libertà risulta abbandonata a se stessa ed esposta ad atti vandalici e scempi di ogni genere.
Per trovare finalmente una soluzione al problema, man mano che passano i mesi, avevo proposto, in tempi non sospetti, un tavolo istituzionale che potesse coinvolgere tutte le realtà locali impegnate nel sociale, l'Università, il Conservatorio, le associazioni culturali e i comitati di quartiere.
Prendo atto, con piacere, delle intenzioni manifestate dalla Giunta Mastella dopo l'ultima riunione, anche se, data l'urgenza, servirebbe qualche atto immediato, ma purtroppo non posso ritenermi del tutto soddisfatto, perché, a parte la volontà di affidare alcune strutture, non ho letto alcun riferimento concreto alla questione sicurezza, quella che al momento rappresenta la priorità assoluta per preservare la Spina dall’assalto quotidiano di vandali e orde di ragazzini senza controllo.
Il Rione Libertà necessiterebbe di un posto di Polizia e, invece, è in preda all'isolamento più totale, è un quartiere che, a prescindere dal colore politico di chi governa, sembra suscitare interesse solo in campagna elettorale, ma che continua a rimanere ad alto rischio sotto il profilo assistenziale, dei servizi, ma soprattutto sociale: oggi non pullula solo di giovani che non hanno un lavoro e son costretti a vivere di espedienti, ma anche di extracomunitari ospiti di alcune strutture che non hanno nulla da fare.
L'incrocio naturale tra queste due culture in teoria, in una realtà dotata di una economia solida dovrebbe generare socializzazione e contaminazione, ma in un quartiere difficile come il nostro, un quartiere di cui sono orgogliosamente cittadino, cosa può scatenare?
In qualità di consigliere di minoranza (e lo sottolineo, altrimenti qualche attento osservatore social, se uso il termine opposizione, potrebbe rizelarsi) sono costretto a farmi delle domande e a sollecitare all’amministrazione attiva delle risposte.
Mi chiedo: la struttura è dotata di telecamere, queste sono attive oppure no?
Se non sono attive perché non vengono messe in funzione?
E se invece lo sono, a quale centrale operativa sono collegate?
Chi è incaricato di visionare le immagini?
Comunque, le riprese video non sono sufficienti come deterrente, ma occorre prevedere, ove possibile, anche un servizio di vigilanza 24 ore su 24.
Si potrebbe risparmiare, affidando questo servizio a qualche cooperativa o a qualche associazione, in modo da dare anche lavoro ai giovani, istituendo la figura della "sentinella di quartiere" piuttosto che rivolgersi ad istituti di vigilanza
La stessa attenzione andrebbe rivolta anche alle altre opere realizzate con i fondi del Piu Europa, come la Colonia Elioterapica, il complesso di San Vittorino e piazza Colonna.
Anche per queste opere andrebbe pianificata una strategia di manutenzione, salvaguardia e gestione, così come per la Spina Verde.
In quest'ultimo caso, bisogna fare in fretta, perché altrimenti i danni saranno tali che si rischia di predisporre l'affidamento di un contenitore devastato, oltre che vuoto".

comunicato n.98868



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