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Benevento, 06-12-2016 13:20 ____
Piero Mancini, libero cittadino che si batte contro il neoliberismo, commenta il risultato referendario
Il popolo ha votato soprattutto contro la sua feroce politica, imposta dal neoliberismo, il vero nemico del popolo
Redazione
  

Piero Mancini (foto), che oggi si definisce un libero cittadino che si batte contro il neoliberismo, commenta il risultato referendario.
"Caro direttore - scrive - dopo la vittoria del No vi sono stati molti interventi, quasi fotocopia.
Tutti a indicare che ha vinto il popolo. Ancora una volta, si tenta di non dare il vero significato politico di tale risultato.
Il popolo ha vinto, contro chi?
Chi è stato il vero avversario del popolo vincitore?
Forse l'apprendista stregone fiorentino che credendosi la reincarnazione di Machiavelli, ha giocato la sua personale partita, per mantenere il potere?
Mentre tutti gli altri si azzuffavano su questioni meramente giuridiche, vedi la ricerca, dei vari comitati, affannosa e patetica del coinvolgimento di docenti universitari che insegnano diritto costituzionale, lui andava al sodo promettendo ovunque soldi a palate per foraggiare le clientele: un perfetto e pubblico voto di scambio.
Il risultato finale, nonostante tutto, è stato una dura sconfitta.
Il popolo ha votato soprattutto contro la sua feroce politica, imposta dal neoliberismo.
Così facendo ha salvato anche la Costituzione ed ha inviato un chiaro messaggio alla grande finanza internazionale, che gestisce e impone ai popoli il neoliberismo.
E' il neoliberismo, quindi, il vero nemico del popolo, contro cui si è scontrato, pur non essendo cosciente, ed ha vinto questa partita.
Il quesito formulato, su cui tanto si è discusso, è stato in tutti i sensi fuorviante.
Infatti, per chiarezza, onestà politica e intellettuale, doveva essere formulato in questi termini: Cittadini italiani siete favorevoli o contrari a far diventare il nostro Stato una provincia del neoliberismo globale?
Perché, dietro il paravento tecnico della riforma costituzionale, questo è stato il vero obiettivo politico.
Ho seguito e letto con attenzione molti documenti prodotti in città, e, secondo il mio modesto parere, devo rilevare che solo il Lap Asilo 31, aderendo alla campagna nazionale per il No sociale, ha compreso questo vero obiettivo, abilmente celato dalla propaganda renziana.
Questo referendum è stato il secondo tempo di una partita iniziata nel 2012, quando, senza suscitare molto clamore, fu introdotto, dal Governo Monti, il pareggio di bilancio in Costituzione.
Una decisione politica di grande importanza per il neoliberismo, ma di una gravità assoluta, come concordano centinaia di economisti, proprio per le ricadute sociali e umane che hanno portato all'impoverimento milioni di italiani.
Anche allora furono sostituiti degli articoli, (81, commi del 97, del 117 e del 119).
In nome dell'emergenza, votarono a favore il Pd, il Pdl e il terzo polo.
La penetrazione e la legittimazione politica del neoliberismo, quella economica era già iniziata tempo prima, è stata favorita da tutti i grandi partiti, utilizzando come Cavallo di Troia proprio il pareggio di bilancio in Costituzione.
Infatti, è neoliberista il Pd, ma anche tutti i partiti che si sono schierati, tatticamente, per il No al referendum: Fi, la Lega, i partiti di destra ed anche una pezzo del M5S.
Renzi, con la vittoria referendaria avrebbe voluto dimostrare, ai potenti del mondo, che potevano fidarsi di lui in quanto unico politico capace di tutelare meglio di ogni altro i loro interessi.
Tutti gli altri si sono schierati contro proprio per dimostrare, agli stessi, che Renzi non ha le richieste e necessarie capacità per governare i prossimi fondamentali passaggi, in quanto non ha la legittimazione del conenso popolare.
Chi, allora, al posto di Renzi può gestire, ora, in favore del neoliberismo i prossimi passaggi cruciali che questo richiede per penetrare ancora più in profondità nelle istituzioni italiane?
Forse, Berlusconi?
Nella City e negli Usa sono poco propensi a puntare su un cavallo vecchio e perdente.
Forse, Salvini? Men che meno.
Gli esponenti del neoliberismo sono degli avidi predatori economici, ma certamente non stupidi: con Salvini al governo il conflitto sociale salirebbe alle stelle e per il neoliberismo il conflitto sociale è come fumo negli occhi!
Ed allora bisogna trovare un cavallo nuovo, più credibile agli occhi del popolo ed affidabile agli occhi degli esponenti del neoliberismo.
Un giovane brillante, simpatico e onesto, senza scheletri nell'armadio.
Che abbia un grande consenso iniziale, come è stato per il primo Renzi.
Che faccia, subito, ingoiare le amare pillole di provvedimenti economici duri e a loro favorevoli, prima che il popolo si avvede del gioco truccato e si bruci pure lui.
Un giochetto semplice, già riuscito con Monti che portò al traguardo anche una seconda grande riforma neoliberista, quella sulle pensioni.
Bruciato Monti, ecco Renzi che ha fatto in tempo ad imporre una grande riforma neoliberista come il Jobs Act, più altre riforme di contorno.
Bruciato anche Renzi, ecco che occore, in fretta, un Di Maio.
Se costui e Grillo, infine, pur di conquistare il potere, accetteranno i "buoni consigli" delle grandi banche, come Jp Morgan; dei grandi finanzieri, come Gerge Soros; della Merchel e della Ue; della Bce e del Fmi, saranno ben accetti a corte.
Altrimenti l'Italia diventerà veramente un grande problema per il neoliberismo: sia sullo scacchiere internazionale che su quello europeo.
In politica ciò che sembra impossibile oggi, diventa accettabile e normale domani: la Grecia insegna.
Solo due anni fa, pur avendo il No vinto il referendum, "l'antagonista e rivoluzionario" Tsipras ha tradito, poche ore dopo, il suo popolo, accordandosi, in segreto, proprio con tutti costoro usciti strabattuti, 60% contro 40%, dalle urne, e, oggi, governa la derelitta Grecia, eseguendo fedelmente le direttive del neoliberismo.
Il potere è corrotto e corruttivo.
La partita referendaria fra il neolibrismo e il popolo italiano, oggi è finita con la vittoria di chi ha compiuto una nuova Resistenza senza armi, in  difesa della propria dignità, dei diritti fondamentali, del lavoro e la libertà.
Per ora il neoliberismo oligarchico non ha rotto gli argini, ciò lo farà diventare ancora più duro.
Troverà, a breve, altre strade per imporre il suo spietato potere.
Tanto spietato che in Cile, Argentina e in altri Stati dell'America Latina, finanziò truculenti colpi di stato militari, che causarano migliaia di morti, pur di imporre i suoi avidi interessi economici.
Anche se in Europa questa strada tanto violenta oggi non è praticabile troverà politici corrotti, pronti a servire la sua tragica causa.
Per questo la Resistenza popolare deve continuare.
Il popolo deve vigilare e soprattutto non fidarsi più di nessuno".

comunicato n.97591



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