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Benevento, 06-12-2016 11:45 ____
Nuova mobilitazione, questa mattina, da parte degli studenti del Collettivo Autonomo Studentesco riuniti in un corteo in piazza Risorgimento
La vittoria del No al referendum costituzionale avvenuta domenica scorsa con una schiacciante performance, ha fatto esultare anche il "No sociale" del Cas
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Nuova mobilitazione, questa mattina, da parte degli studenti del Collettivo Autonomo Studentesco riuniti in un corteo in piazza Risorgimento.
La vittoria del No al referendum costituzionale avvenuta domenica scorsa con una schiacciante performance, ha fatto esultare anche il "No sociale" del Cas.
Nuovamente in piazza per manifestare la loro contrarietà sulle riforme apportate in questa legislatura.
A partire dalla "Buona Scuola".
La vittoria del No, per il Collettivo, rappresenta un dato con il quale fare i conti; da un lato una presa di coscienza da parte dei cittadini per quanto concerne il fatto che la costituzione non può essere calpestata a piacimento, dall'altro il primo mattone sul quale costruire un movimento più forte capace d'imprimere fortemente le proprie istanze.
Un secco No, quindi, che parte dal basso e che, seppur sostenuto da altre forze politiche non condivise dal Cas, "si schiera nettamente nell'alveo della sinistra popolare" ed in netta contrarietà "alla linea xnefoba di Salvini".
"Oggi, martedì 6 dicembre - si legge in una nota congiunta del Collettivo, del Movimento di Lotta per la Casa e del Lap Asilo 31 - le realtà attive sul territorio beneventano sono scese in piazza in seguito alla sconfitta refendaria del Governo Renzi.
A due giorni dal fatidico 4 dicembre, è quanto più che necessaria un'analisi sul voto.
Il Pd esce sconfitto da una battaglia per la quale ha speso parte delle sue energie, il No che si è affermato con circa 20 punti percentuali di scarto rispetto al Sì rappresenta un dato con il quale fare i conti, una vittoria della quale tutte le fazioni in opposizione al Pd vogliono prendersene i meriti.
Emergono, con forza, le posizioni del movimento pentastellato, quello della destra, quella del sindaco Mastella che sfrutta come passerella politica la vittoria del No per arrivare in parlamento, tuttavia è chiaro che non ci si può soffermare sulla deriva populista che queste fazioni invece propongono.
Se si fa un'analisi più lucida sul risultato del No, in particolare al meridione, risulta che gran parte della popolazione votante No proviene da ceti sociali meno abbienti, da studenti, da chi da anni vive sulla propria pelle le contraddizioni della crisi generalizzata.
La provenzianza sociale di questo No è lampante: il movimento pentastellato è poco radicato nel sud Italia, le derive xenofobe delle nuove destre non attecchiscono in un territorio aperto come quello del meridione.
Sono, quindi, i cittadini che da anni vivono le contraddizioni delle politiche di austerity imposte dalle banche centrali a portare a casa la vittoria schiacciante del No, politiche di austerity che si sono perpetrate negli anni da parte del Governo Renzi e del suo governo finanziario.
Ricordiamo bene le riforme varate negli ultimi tre anni dal Governo Renzi, Jobs Act, che regolamenta il licenziamento dei lavoratori senza giustificarlo, Buona Scuola, riforma per la quale gli studenti sono costretti a lavorare gratuitamente per multinazionali, Piano Casa e Sblocca Italia, che strupra il territorio per scopi speculativi, manovre che non sono nient'altro che il risultato d'imposizioni finanziarie che da anni ormai mortificano la vita e la dignità dei cittadini e dei territori.
Nel nome del paregggio di bilancio, inserito come vincolo costituzionale, vengono attuate manovre atte alla demolizione del welfare, le quali ledono i diritti sanciti dalla costituzioni.
Il nostro No è un No che va al di là della mera difesa e della retorica esaltazione della sudetta, ma che guarda al rispetto ed alla reale applicazione della stessa.
Da questo dato, ripartiamo più forti di prima, facendo del nostro No sociale il punto di partenza e la spinta propositiva alla costruzione di un movimento dal basso che sia capace d'imprimere con forza le sue ragioni.
La democrazia sui territori, quella che il Governo Renzi attraverso la modifica al titolo quinto voleva eliminare, viene praticata quotidianamente dalle tante autonomie territoriali che, da anni, resistono alle imposizioni dei governi centrali, dalle quali resitenze si deve ripartire per affermare nuovi diritti costituenti.
Dalle strade si riparte per mettere in discussione i meccanismi finanziari della gabbia europea che stringe la morsa più forte sui cittadini".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

comunicato n.97582



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