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Benevento, 24-10-2016 21:30 ____
Discussione molto animata al Convegno promosso dal Centro Studi del Sannio sui temi referendari
Battaglieri gli ex parlamentari Roberto Costanzo e Giovanni Zarro che contestano l'impostazione dell'incontro che non sembrava essere stato improntato alla imparzialita'
di Diego De Lucia
  

"Non vogliamo prendere posizione, ma solo dibattere sul prossimo referendum per la riforma della Costituzione".
Mario Pedicini è stato chiaro: voleva una serena riflessione per capire bene quale sia la posta in gioco e quali le ragioni degli opposti schieramenti del Sì e del No al testo votato dal Parlamento, ma il suo intento non è stato raggiunto in quanto la polemica, anche politica, ha finito con il prevalere sulla impostazione della descrizione meramente tecnico-giuridica delle riforme sottoposte al giudizio dell'elettorato.
Non per colpa di Pedicini che ha fatto quello che ha potuto, ma alla fine la pacata discussione è diventata un acceso (ovviamente solo verbale) scontro politico tra opposti schieramenti.
L'occasione è stata data dal dibattito promosso dal Centro Studi del Sannio che ha proposto, alla ripresa dei consueti appuntamenti nella Sala del Centenario del Convento delle Grazie a Benevento, il tema: "La Riforma della Costituzione Italiana. Profili giuridici essenziali", con il relatore Antonello Lo Calzo, dottore di ricerca in Giustizia Costituzionale e diritti fondamentali dell'Università di Pisa, collaboratore presso la Cattedra di Diritto Costituzionale nell'Università degli Studi del Sannio.
La serata è cominciata secondo le direttrici asettiche che l'ex provveditore agli Studi ha voluto auspicare.
Pedicini ha detto che si voleva offrire un'occasione per capire bene quali siano i punti salienti sottoposti al prossimo referendum del 4 dicembre ed a cui l'elettore dovrà rispondere in modo secco: O prendere o lasciare.
Dunque, una discussione soprattutto tecnico-giuridico: Lo Calzo è intervenuto con competenza e professionalità, ma alla fine due ex parlamentari, Giovanni Zarro ma soprattutto Roberto Costanzo hanno interloquito con decisione e forza ed hanno finito con il proporre ai presenti le ragioni del Sì che loro sostengono.
Pedicini ha rimarcato: "Proponiamo l'attenzione della comunità un esame dei temi più decisivi oggetto della riforma e le questioni connesse in modo probabilmente più approfondito ed utile per aiutare a comprendere la reale portata e l'impatto giuridico, prima ancora che politico, della revisione della parte seconda della Costituzione.
Ebbene ci dobbiamo chiedere: una sola Camera elettiva rappresenterebbe garanzia di pluralità?"
Poi ha parlato il dottorando: "Questa riforma toccherà 47 articoli della Carta Costituzionale.
Praticamente è destinato a cambiare molto nell'assetto della vita politico-istituzionale.
Ci sarà un forte ri-accentramento statale ed un'azione del Governo più decisa con il Parlamento".
Lo Calzo ha sottolineato che, in caso di vittoria del Sì, al referendum, il Senato subirà una vera e propria rivoluzione.
Dagli attuali 315 eletti componenti direttamente dai cittadini, si passerebbe a 100 rappresentati, scelti in maniera indiretta, cioé non direttamente dal popolo per quella carica (essendo consiglieri regionali o qualcuno con la carica di sindaco).
Il Senato perderebbe il ruolo politico rispetto ad oggi".
Il relatore ha, quindi, voluto sottolineare le innovazioni che riguarderanno la cosiddetta "seconda Camera" o "Camera alta", insomma il Senato in caso di vittoria del testo caldeggiato dal Governo Renzi: "Il Senato discuterà e voterà assieme alla Camera solo le leggi che riguardano i rapporti tra Stato, Unione Europea e territorio, oltre che su leggi costituzionali, revisioni della Costituzione, leggi sui referendum popolari, leggi elettorali, leggi sulla Pubblica Amministrazione, leggi su organi di governo e sulle funzioni di Comuni e Città Metropolitane.
Per quanto riguarda le altre leggi ordinarie, il Senato potrà chiedere alla Camera la revisione entro 10 giorni dalla sua presentazione, su richiesta di 1/3 dei suoi componenti.
La Camera può decidere di non accogliere le modifiche proposte ed andare alla votazione finale senza ascoltare il Senato.
Le eventuali modifiche proposte alle leggi di bilancio o su leggi riguardanti competenze che vengono assegnate esclusivamente alle Regioni, possono essere ignorate dalla Camera solo se viene superata nella votazione la maggioranza assoluta; i senatori possono presentare disegni di legge alla Camera solo se il Senato appoggia la proposta a maggioranza assoluta".
Lo Calzo ha poi affrontato un altro aspetto della riforma in caso di vittoria del Si, cioé l'abolizione del Consiglio Nazionale dell’Economia del Lavoro (Cnel).
Nel testo costituzionale attuale, il Cnel ha potere di proposta legislativa sui temi legati all’economia ed al lavoro, ma nella storia italiana non ha mai inciso in maniera rilevante nell’iter legislativo.
La sua abolizione "non farebbe risparmiare tantissimo", ha dichiarato il relatore.
Infine Lo Calzo, dopo aver chiarito che il Referendum non abolirebbe direttamente l'Ente Provincia ma si passerebbe ad eliminare il principio, ha poi mosso dei dubbi su un possibile corto circuito che ci sarebbe con l'attuale sistema elettorale quindi l'Italicum e la vittoria del Sì.
Dopo l'esposizione dei diversi aspetti in gioco, sono, però, intervenuti sia Giovanni Zarro che Roberto Costanzo i quali hanno, in pratica, contestato l'impostazione stessa del Convegno facendo osservare che le dichiarazioni del docente e dello stesso Pedicini non erano improntate alla imparzialità, ma costituivano un vero e proprio discorso a favore del "No", anche se mascherato da un paravento solo tecnicistico.
A loro volta, in particolare l'ex europarlamentare e l'ex parlamentare, hanno perorato, con forza, le ragioni del Sì.

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