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Benevento, 24-10-2016 13:47 ____
Pasquale Viespoli affronta i temi scottanti del momento: La chiusura dell'Isfol ed il referendum che vede il protagonismo delle ragioni del Si'
Relativamente alla scomparsa dell'Istituto dice: La strada giusta l'ha imboccata Del Basso De Caro e poi in vista di alcuni settantennali "minaccia" la Stampa: Il 24 dicembre, prima del cenone, vi convochero' per parlare di "Demografia e democrazia"
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Il 24 dicembre, la vigilia di Natale, vi convocherò per parlare di "Demografia e democrazia", poi ciascuno sarà libero di andare a consumare il cenone con i propri cari, ma prima il dovere...
Questa la "minaccia" di Pasquale Viespoli (che non ci è apparsa proprio tanto scherzosa) che ha annunciato da qui a febbraio, ed oltre, una serie di manifestazioni per celebrare il Settantesimo anniversario dalla prima elezione del Consiglio comunale cittadino che si ebbe il 24 novembre del 1946.
Poi ci sarà, come detto, l'appuntamento del 24 dicembre ed ancora quello di febbraio del prossimo anno in cui cadrà un altro Settantesimo, quello dalla fondazione del Msi a Benevento datata 1947, appunto, che vedrà la organizzazione di un incontro dibattito non nostalgico e non conformista e neanche acritico, su cosa sia successo a Benevento dal 1947 sul versante della cosiddetta Destra.
Questa la sintesi di una parte del contenuto della conferenza stampa dell'ex senatore che ha trattato vari argomenti, come spesso gli piace fare, anche se ovviamente quelli di più scottante attualità sono stati il Referendum costituzionale e la scomparsa della sede dell'Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) da Villa dei Papi a Benevento.
Noto, ha detto subito Viespoli a proposito di Referendum, che c'è una sostanziale assenza del fronte del No a Benevento mantre il dibattito è egemonizzato da quello del Sì.
Noi di Mezzogiorno Nazionale daremo il nostro contributo il prossimo 28 novembre con un convegno sul tema: "Sud e Costituzione. La disunità nazionale".
Parleremo ovviamente del Titolo V della Costituzione, quello adottato dal governo di Centosinistra e che ha eliminato inopinatamente e senza che alcuno se ne rammaricasse più di tanto, il Mezzogiorno dalla Carta costituzionale, una operazione terribile passata inosservata come se fosse stato un fatto di una estrema ordinarietà ed invece è talmente concreto che, se tolgo tale riferimento, elimino addirittura un elemento fondativo della Repubblica.
Io ritengo, ha proseguito Viespoli rimanendo ancora nel tema referendario, che ogni modifica alla Carta fondamentale debba essere apportata in maniera condivisa il più possibile.
Ed invece anche stavolta, chiunque vinca il Referendum troverà un Paese diviso e spaccato a metà e sarà dunque un insuccesso e non su fatto di poco conto.
E qui Viespoli ha introdotto ed annunciato le iniziative dei settantesimi anniversari, ce ne sono più d'uno, che arrivano a maturazione.
Il primo, come abbiamo detto, è quello della prima elezione del Consiglio Comunale di Benevento che avvenne il 24 novembre del 1946.
Quel giorno a Palazzo Mosti ci sarà una riflessione su Istituzioni e Città ed a cui saranno invitati tre sindaci: Antonio Pietrantonio, Sandro D'Alessandro e Fausto Pepe, oltre a Clemente Mastella padrone di casa.
Ancora, ci sarà il primo presidente eletto del Consiglio comunale, Bruno Camilleri e poi Sandro Consales.
In rappresentanza di aree politiche culturali, ci sarà Anita Biondi, per l'area progressista, ed Umberto Del Basso De Caro, per quella socialista, e qui Viespoli ha voluto sottolineare che sarebbe stata paradossalmente più di rottura la elezione di Raffaele Del Vecchio che quella di Clemente Mastella il cui partito d'origine, la Democraza Cristiana, ha governato per decenni il Comune di Benevento.
Chiusa la parentesi commemorativa e referendaria, Viespoli ha affrontato quella dell'Isfol di cui in verità ha già dato ampie informazioni su cosa fosse successo.
Ma una cosa ha voluto sottolineare con forza: Quando individuammo la sede a Benevento, peraltro era una delle due previste dallo Statuto dell'Istituto, non fu per porre in essere una marchetta elettorale: Io sottosegretario di Benevento e Bobo Maroni, ministro dello stesso Dicastero, il Lavoro e quindi per la sede di Milano.
Peraltro, questa ipotesi delle sedi decentrate non fu neanche nostra ma la ereditammo dal ministro Cesare Salvi.
Se lo fosse stata, una marchetta, sarebbe sin qui durata anche troppo e quindi ci poteva anche stare una chiusura dell'Istituzione da quel gesto nata.
Ed invece non fu così perché la individuazione dei luoghi fu oggetto di discussione anche con il Comune e la Provincia che offrirono condizioni vantaggiose al Ministero con un comodato non gratuito per la sede ubicata a Villa dei Papi, ma non gravoso.
Quella scelta rispondeva all'idea di città.
L'Isfol andava a rafforzare la cultura del sapere che rappresentava uno degli assi lungo il quale la città poteva e doveva svilupparsi.
Oggi forse queste parole vanno nel vuoto, ma all'epoca non era così.
Oggi vanno nel vuoto perché se togli la Città-Spettacolo, poi l'Isfol e depotenzi l'Università, rimane ben poco.
L'Istututo, dunque, va difeso, ha proseguito Viespoli, perché esso può e deve supportare la cabina di regia relativa alla gestione dei fondi europei, ad esempio; può essere impiegato nel Piu Europa.
Ed infatti, nella Convnzione dell'epoca c'è proprio questa possibilità di trasferimento di funzioni ed azioni dall'Istituto al Comune ed al territorio che è poi anche l'elemento che pone al riparo la permanenza in città dell'Isfol anche in presenza della dichiarazione di dissesto finanziario in quanto il costo è assolutamente inesistente.
L'Isfol lo possiamo utilizzare anche in un ruolo strategico per il Sud, monitorando ad esempio la migrazione interna.
Da un punto di vista economico, infatti, esso trae sostentamento dal Fondo Sviluppo Europeo e dunque fino al 2020 sono garantiti i pagamenti ai dipendenti dovunque essi esercitino la loro funzione: A Roma, piuttosto che a Benevento.
La via imboccata dal sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, ha detto Viespoli, è quella giusta per mantenere in piedi l'Istituzione, ragionare cioè sui vari aspetti della vicenda altrimenti dovremmo dire che siamo al pregiudizio e non al giudizio.
Viespoli ha rilanciato infine la questione di Villa dei Papi.
In essa bisogna investire, ha detto l'ex senatore, per farne un polo convegnistico che può essere ricompreso in un'area più vasta che inglobi anche il Seminario arcivescovile e la ex Caserma dei Carabinieri puntando così, sul turismo congressuale di alto livello.
Insomma, qui non stiamo a difendere una qualsiasi vertenza di lavoro ma siamo a difendere l'idea stessa di città, ha concluso l'ex senatore, una vicenda di governo e non "banalmente" lavoristica.
A fine conferenza Viespoli ha anche detto che a proposito di referendum egli voterà No con l'auspcio che per il futuro si possa realizzare una nuova riforma che tenga conto del dell'introduzione del Referendum di nindirizzo costituzionale cn il quale il popolo sarebbe chiamato a rispondere preliminarmente su grandi questioni come la forma di Stato e sul suo sistema di governo e se si opta cioè per una Repubblica presidenziale o parlamentare.
Solo dopo aver risposto a questo quesito, si potrà parlare di legge elettorale che a quel punto sarà una scelta di convinzione e non di convenienza, come invece, ancora una volta, ci si appresta a fare.

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comunicato n.96179



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