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Benevento, 25-09-2016 18:09 ____
Celebrato nella vecchia chiesa dei Padri Cappuccini il rinnovo della promessa scout nel cinquantesimo anniversario dall'evento
Severo don Nicola De Blasio all'Omelia: Se dovessimo tirare le somme delle risultanze di quella nostra promessa, dovremmo dire di aver fallito soprattutto nei confronti delle nuove generazioni
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Le sensazione è che questo evento si stesse veramente aspettando, da tempo.
Cinquant'anni fa, proprio il 25 settembre del 1966, un gruppo di una trentina di persone, poi cresciuto a dismisura sino a triplicarsi ed oltre, diede vita alla rifondazione dello scoutismo a Benevento che nel dopoguerra, nel 1946 (il prossimo 23 ottobre gli scout di oggi, quelli dell'Agesci, celebraranno il 70esimo anniversario di quell'evento) prese vita per poi spegnersi non a lungo.
Successivamente, a metà degli anni Sessanta la vita del movimento di lord Baden Powell riprese e quei trenta ragazzi, guidati da Enzo Barretta, commissario prima e capo Riparto poi e da padre Lucio Danzeca, promisero di osservare le leggi dello scoutismo che altro non sono che la disponibilità solenne ad essere al fianco del più debole, del povero, dell'ammalato, del bisognoso.
Oggi, quella promessa è stata rinnovata e la cerimonia si è svolta, durante la Santa Messa officiata da don Nicola De Blasio, già scout egli stesso, nella vecchia chiesetta dei padri Cappuccini, quella dell'epoca, intorno alla quale cominciò a crescere il quartiere Mellusi.
Dicevamo di quella sensazione che l'evento si aspettasse perché è stato come se tutto fosse d'incanto ripreso a vivere dopo un letargo prolungato.
Qualche anno in più, anzi diversi anni in più, già qualche amico dell'epoca mancante all'appello come padre Lucio, appunto, Nazzareno Generazzi, Carletto Luciano, Umberto Ricciardi, ma con l'intento di non fare di questa ricorrenza solo un evento commemorativo ma anche di rinnovato impegno al servizio nel nome di valori mai dimenticati.
Chissà dove potranno arrivare questi sessantenni ora che si sono riuniti nuovamente...
L'intento è quello di non perdersi più di vista, ma di riprendere a fare qualcosa per il fratello che ha bisogno del loro aiuto.
Su questi temi si è sviluppata, severa, l'omelia di don Nicola De Blasio.
Se dovessimo tirare le somme delle risultanze di quella nostra promessa scout, dovremmo dire di aver fallito soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.
Non mi pare che abbbiamo lasciato loro un mondo migliore di quello che abbiamo trovato.
Facendo una riflessione profonda ci accorgeremo di aver fallito la nostra missione perché abbiamo messo altro al primo posto nella vita.
Perché quei valori che in gioventù ci avevano forgiati poi le cose del mondo ce li hanno fatti dimenticare.
Abbiamo dato importanza alla carriera, al successo, al denaro, al potere, dimenticando invece che la nostra missione era altro.
Don Nicola ha, quindi, affrontato il grande tema dell'inclusione.
Nella mia Benevento che è solidale, noto che dei genitori non iscrivono i loro figli a scuola perché un bambino è diverso e nessuno s'indigna.
Noi dovremmo fare le barricate su queste vicende ed invece restiamo silenti.
Dal Rione Libertà i nostri figli cerchiamo di iscriverli alle scuole della zona alta perché si pensa che là stanno i buoni...
E poi diciamo che i razzisti sono gli altri...
Ed allora tutte quelle belle cose che abbiamo fatto da scout che fine hanno fatto?
Con questa parole, ha continuato don Nicola, spero di mettermi io in crisi e di mettere in crisi voi perché questo mondo ancora si può cambiare ma per cambiarlo bisogna mutare noi stessi e bisogna avere il coraggio di farlo.
Il Signore vi accompagni e faccia in modo che possa rinascere questa gioventù perché con la maturità si comprendono meglio tante cose.
Con la gioventù c'è l'entusiasmo, ora deve subentrare la saggezza e la consapevolezza che il mondo ha bisogno di uomini e donne che abbiano il coraggio delle scelte.
Nel corso della celebrazione della Santa Messa, i cui momenti salienti sono stati sottolineati da canti scout, è stata rinnovata la promessa e quindi tutti in piedi, con il saluto scout delle tre dita centrali della mano alzate.
Un toccante intervento è stato quello di Gianni Pocino che ha preceduto quello di Enzo Barretta che più volte ha dovuto interrompersi per il groppo alla gola che gli ha impedito di continuare.
Barretta ha ricordato gli inizi e la "imposizione" dell'arcivescovo Raffaele Calabria che fece notare a padre Lucio l'anomalia dell'assenza degli scout a Benevento.
Il cappuccino incaricò dunque Enzo Barretta, a capo dell'Unitalsi in quegli anni, di far nascere lo scoutismo anche qui da noi e fu cosa fatta.
Un caro ricordo è stato fatto di Antonio Fallarino, grande benefattore dello scoutismo a Benevento.
Enzo Barretta ha anche ricordato l'esperienza che gli scout fecero con la Protezione Civile fortemente sostenuta dal comandante dei Vigili del Fuoco dell'epoca, Sergio Mariani.
Barretta ritiene addirittura che a Benevento, alla fine degli anni Sessanta, sia nato il primo nucleo della Protezione Civile a livello nazionale, dunque ben prima di quello voluto da Zamberletti e che fu successivo al terremoto del Friuli del 1976 e dell'Irpinia del 1980.
Lo scoutismo ha fatto conoscere a tanti giovani certamente la gioia ma anche comprendere cosa fosse il dolore, la sofferenza del fratello in difficoltà.
A conclusione, un indirizzo di saluto è stato quindi rivolto agli scout dell'Agesci presenti alla manifestazione con i loro capi e con il capo zona Rossana Maglione.
Poi le foto di gruppo e di corsa all'Azienda Agrituristica "Tufini" che attendeva il gruppo per il pranzo e che aveva già sollecitato l'arrivo visto l'ora tarda.
Lì sono ripresi i canti  ed a ciascuno è stato consentito di ricordare un episodio di quegli anni indimenticabili.
Ora l'impegno è a riprendere il cammino, anche se non più col passo svelto degli adolescenti...
Questi i nomi degli scout del 1966 che hanno preso parte alla cerimonia: Enzo Barretta, Salvatore Tirelli, Nazzareno Tomaciello, Enzo Russo, Alberto Mancini, Enzo Chiusolo, Alfredo Pietronigro, Gianfranco Cipollone, Giuseppe Bonetti, Gianpaolo Ocone, Alberto Ocone, Franco Pocino, Gianni Pocino, Renato Diodato, Massimo D'Amore, Pino Iadicicco, Enzo Fallarino, Aristide Ingordigia e Franco Olivito.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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