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Benevento, 25-06-2016 13:03 ____
Un tema che si accentua con l'arrivo della bella stagione: L'utilizzo delle strade, destinate alle auto, sia per percorrerle in bicicletta che a piedi
Ne parla Vincenzo Caldora che accenna ai pericoli che podisti e ciclisti procurano a se stessi ed agli automobilisti
Redazione
  

Vincenzo Caldora, avvocato, pone al'attenzione dei lettori un grande tema che si accentua con l'arrivo della bella stagione: L'utilizzo delle strade, destinate alle auto, sia per percorrerle in bicicletta che a piedi.
"Le belle giornate di questa estate - scrive - sono stimolanti a che molti, sia in bicicletta che a piedi, percorrano gli spazi disponibili.
Come noto, la zona del rione Pacevecchia è teatro del rifacimento dei marciapiedi, certamente "progettati" per la gran mole di podisti che ora, però, si cimentano lungo la strada, ma ahimé procurando pericolo a se stessi ed anche agli automobilisti.
La carreggiata appare, per lunghi tratti, stretta e con una limitata visibilità per la presenza della rete posizionata per evitare che si acceda nel "cantiere".
Ebbene, nonostante questo stato di fatto, in molti, dimostrando di non conoscere le regole del Codice della Strada, ad esempio, camminando appaiati anche a gruppi di tre persone, visto che si prescrive, quale comportamento dei pedoni che essi devono circolare sui marciapiedi, sulle banchine, sui viali e sugli altri spazi per essi predisposti e qualora questi manchino, siano ingombri, interrotti o insufficienti (è il nostro caso) devono circolare sul margine della carreggiata opposto al senso di marcia dei veicoli in modo da causare il minimo intralcio possibile alla circolazione.
Fuori dei centri abitati, i pedoni hanno l'obbligo di circolare in senso opposto a quello di marcia dei veicoli sulle carreggiate a due sensi di marcia e sul margine destro rispetto alla direzione di marcia dei veicoli quando si tratti di carreggiata a senso unico di circolazione, e comunque su unica fila.
Per par conditio, concetto assai caro ai più, voglio soffermarmi anche sul comportamento posto in essere dai ciclisti.
Secondo il Codice, la bicicletta è un vero e proprio veicolo.
Viene chiamato velocipede e sono considerati tali sia la bici a pedali che quella elettrica.
Quindi?
Quindi in bici si devono rispettare le norme che regolano la circolazione, fermarsi agli stop e dare la precedenza quando prevista.
I ciclisti devono procedere su un'unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedono.
Comunque mai in più di due affiancati.
Questo dice il Codice della strada.
L'unica eccezione al procedere in fila è quando con voi c’è un minore di 10 anni che pedala su una propria bicicletta: in questo caso, il Codice dice che si può stare affiancati, l'uno accanto all'altro, con il minore a destra verso il ciglio della strada, anche se mi chiedo se sia il caso di condurre il minore su strade strette e pericolose.
Cosa anch'essa importante da mezz’ora dopo il tramonto, durante tutto il periodo dell'oscurità e di giorno, qualora le condizioni atmosferiche richiedano l'illuminazione, la bicicletta deve essere munita di luce.
Altrimenti bisogna spingerla a mano.
La luce anteriore deve essere bianca o gialla, quella posteriore rossa, i catarifrangenti rossi sul lato posteriore e gialli sui pedali e sui lati.
I principi che ho indicato e che paiono di una banalità unica, in realtà, devono ancora oggi, essere ben divulgati, visto che ad esempio, si cammina a gruppi, si cammina nello stesso senso di marcia delle auto, si pedala a gruppi, si pedala di notte senza alcuna luce.
Sono un podista e, di tanto in tanto, salgo sulla bici, quindi, non mi ergo a difensore degli automobilisti a prescindere, però..."

comunicato n.92773



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