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Benevento, 27-05-2016 20:58 ____
Hotel President gremito anche per Gianfranco Ucci e Pasquale Viespoli che racconta la favola di Credulonia dove alla fine la gente si ribella...
Mastella e De Caro non sono estranei alla cultura profonda di questa citta' ne rappresentano, invece, un pezzo, quello della borghesia improduttiva che non vuole misurarsi con il merito e la concorrenza e che chiede solo protezione
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Se l'Hotel President è considerato, forse a ragione, forse a torto, un metro di valutazione per le componenti della politica che si affrontano in queste ultime giornate prima del voto del prossimo 5 giugno, c'è da dire che anche il movimento politico di Gianfranco Ucci, sostenuto fortemente e lealmente da Pasquale Viespoli, ha superato brillantemente la prova riempiendo la Sala con tante persone anche in piedi ai lati della stessa.
L'organizzazione della serata ha intelligentemente coinvolto, soprattutto i tanti giovani, una caratteristica di questa lista diranno poi in tanti, che hanno voluto portare alla platea le motivazioni del loro impegno.
Tutti, però, aspettavano che a parlare fosse Viespoli, è inutile nasconderselo e così nei circa trenta minuti del suo intervento sono stati numerosi gli applausi che la platea gli ha tributato con grida da stadio ed il senatore, che non ha bisogno di grandi stimoli per appassionarsi alla discussione, ha risposto alle sollecitazioni mettendo la sua solita grinta, forse anche troppa, per quello che è il giovanotto di una volta e nonostante avesse dichiarato di voler proporre una riflessione a bassa voce, soprattutto nei passaggi più delicati ed impegnativi del suo argomentare.
L'ex parlamentare ha voluto innanzitutto ringraziare la gente presente, molto numerosa, per la volontà di partecipare e di questi tempi di fronte ad una situazione che vorrebbero bloccata su una sorta di bipolarismo notabilare che contraddistingue la competizione elettorale, ha detto, la partecipazione di popolo è un elemento importante e di espressione di autonomia nel rapporto diretto di elezione del sindaco.
La prima riflessione è stata sul contenuto del manifesto di annuncio della manifestazione, un manifesto politico perché contiene dei messaggi che vanno destoricizzati ma che sono simbolici.
C'è, infatti, un riferimento di carattere sturziano quando si parla di liberi e forti e spinge tutti ad andare con il pensiero al 1919, a don Luigi sturzo (il fondatore del Partito Popolare, poi Democrazia Cristiana) e poi il riferimento a Paolo Borsellino quando si dice che un giorno questa terra sarà bellissima.
Sicché quello è un manifesto di valori e non solo di annuncio di una manifestazione.
E' una carta d'identità che dice qual è il dna che caratterizza questa aggregazione.
Quel dna è il territorio, il Comune inteso come massima espressione della comunità da servire ed è il valore della legalità.
E con quale manifesto ho poi fatto la comparazione?
Con quello di Clemente Mastella che, a suo modo, è altrettanto simbolico e significativo.
A me suggerisce l'interesse per il mondo di Walt Disney perché se guardate lo sfondo con quei colori sembra la rappresentazione di quelle favole dei bambini che richiamano al castello fatato.
Allora io che mi diverto a scrivere qualcosa ed ho dimostrato di aver avuto, subito dopo la vittoria del Benevento, grandi contatti con il mondo del calcio internazionale, anche se ovviamente non era vero nulla, ma l'importante era farlo credere.
E dunque un manifesto che mi ha suggerito una favola cui ho dato il titolo di: Benvenuti a Credulonia dove gli abitanti sono infiacchiti dal lungo inverno della crisi ed allora cercano una speranza.
A suo modo, la speranza del principe che Dalla Valle salga verso le colline del beneventano, attiva un'aspettativa ed è tipico delle società che non si misurano con la modernità ed è un arretramento di carattere ottocentesco quando il notabile doveva risolvere i problemi di tutti e non invece una comunità aveva la capacità di autodeterminarsi per costruire il proprio sviluppo con orgoglio da cittadini e non da sudditi.
Ed allora succede che i Creduloni si accorgono che dopo l'inverno rischiano di rimanere comunque senza scarpe perché quelle del principe non sono per loro ma per i ricchi perché costano e costano tanto anche perché devono foraggiare le attività anche non di carattere imprenditoriale, ma quelle che riguardano la conquista dei poteri forti ed allora può accadere che i Creduloni decidano di fare le scarpe e di farle a Mastella e siccome le scarpe sono due possono decidere di farle contemporaneamente a Mastella e Del Basso De Caro.
Viespoli ha quindi interloquito con Roberto Costanzo seduto in prima fila.
Da lui, ha detto, mi dividono tante cose, storia e culture politiche però condividiamo una posizione e cioè che Benevento così come è non ce la fa se non esce dal municipio e dalle mura longobarde, se cioè non si apre al confronto.
La prospettiva, ambiziosa, è di ragionare non con le vecchie contrapposizioni territoriali che danneggiano le province delle aree interne della Campania.
Bisogna dire a qualche candidato (il riferimento è a Del Vecchio ndr) che il problema di una città che diventa di centomila abitanti non è la città di Benevento, che diventa così grande entro le sue mura, perché chi l'ha pensata sono anche gli stessi che l'hanno governata facendo un Puc sovradimensionato e che ora si tenta di aggiustare con un atto di indiritto della Giunta Comunale.
Un atto di indirizzo?!
Quindi, la città dei centomila abitanti è quella del raccordo istituzionale con gli altri comuni della cinta.
L'obiettivo della provincia delle aree interne va guardato con attenzione anche per riequilibrare la Regione Campania.
E' dentro la crisi, ha detto Viespoli, che il governo locale deve dimostrare di fare politica anticiclica.
L'esempio concreto è l'assurdità di non aver risolto in questa provincia il problema del governo dei rifiuti.
Qui l'ostacolo è stato rappresentato proprio dalla politica che è quella dell'orticello e di quelli che vogliono difendere il piccolo municipio ed il piccolo appaltuccio attraverso cui lucrano il consenso e non solo esso.
Sarebbe stato, infatti, facilissimo fare una società provinciale dei rifiuti, un piano industriale e su di esso costruire il destino dei lavoratori in maniera chiara e trasparente e non per fare mosse elettoralistiche ma per rispettare la dignità del lavoro.
Invece ci ritroviamo con una città degradata, sporca, con una tassa dei rifiuti ch è la più alta e con le facce toste che rivendicano pure la capacità di aver fatto la raccolta differenziata.
La verità è che l'unica differenziata che si può fare è quella del 5 giugno... ( e qui ovazioni da stadio per Viespoli).
Non sono capaci, questa è la verità e strutturalmente il centrosinistra ha sgovernato questa città perché ha costruito il governo dei mediocri e lo ha fatto per sistema, con la stupidaggine che dimostra l'assenza di un sindaco che ha un potere quando sceglie e il sindaco sceglie i collaboratori per cercare di coniugare la politica e la competenza e non la politica e la preferenza.
Ed allora alle persone bisogna raccontare come risolvere il problema perché così nobilito la politica di cui, da ultimo indiano della riserva, rivendico il ruolo.
La cattiva verità è che Mastella, De Caro non sono estranei alla cultura profonda di questa città ne rappresentano, invece, un pezzo, il pezzo della borghesia improduttiva che non vuole misurarsi con il merito e la concorrenza e che chiede solo protezione.
Ho letto l'intervista di Berlusconi e quando gli hanno fatto la domanda: Ma come, voi appoggiate Mastella a Benevento, non è una bella cosa, l'ex premier si è defilato ed in buona sostanza non ha risposto ma ha fatto una dichiarazione di voto contro Mastella, di una violenza straordinaria, perché ha detto basta: Noi solo gli uomini del fare, i professionisti della politica che fanno chiacchiere li abbiamo debellati.
Al che ho pensato: Mastella, poveraccio, avrà chiamato Berlusconi e gli avrà detto: Sei un cialtrone perché io non sono un uomo del fare e tutt'al più ho disfatto, però a fare non ho fatto nulla ed anche quando rivendico millanto, come a proposito dell'Università e non solo.
E dunque la dichiarazione di voto contro Mastella l'ha fatta Berluscioni e non la faccio io...
Sin qui Viespoli.
A chiudere la manifestazione è stato Gianfranco Ucci il quale ha esordito dicendo che il suo lavoro è teso a dare un futuro ai figli che vogliono rimanere qui a Benevento.
Ucci ha quindi parlato delle cose che non vanno ed ha detto di un centrlo storico che non è oramai più il salotto buono della città attesa anche la desertificazione del settore commerciale, una desertificazione che è anche valoriale.
E' proprio dal centrl storico che bisogna ripartire riaccendendone simbolicamente le luci.
Quelle sotto il porticato del Teatro Comunale erano accese anche nel corso dei bombardamenti del 1943, oggi, invece, esse sono spente.
Ucci ha anche parato di tante opere fatte male e non è escluso che qualcuna potremmo toglierla a cominciare da qualche fontana inutile.
I quartieri poi devono essere un soggiorno per i loro abitanti e non un dormitorio.
Lì dobbiamo portare funzioni e servizi per farli rivivere e se essi sono il soggiorno della città, le contrade ne sono il giardino di cui però non ci si può ricordare solo ogni cinque anni.
Non è serio coprile le buche nell'asfalto poco prima di una riunione politica, come è successo alla Cancelleria.
Mi candidato, ha proseguito Ucci, per far sì che i nostri giovani possano lavorare con dignità e non in false cooperative.
All'Amts con una mano danno e con un'altra levano per dare a queste cooperative.
Gianfranco Ucci ha rimarcato anch'egli il sovradimensionamento del Puc che provoca ulteriori spese per i proprietari di quei terreni e non solo.
Grave gesto d'accusa poi contro il Comune e lo Iacp che consentono che nei loro appartamenti la gente rimanga prigioniera, altro che Spina Verde.
Ci vuole, ha concluso Ucci, un grande impegno di lavoro ed un sindaco di prossimità intendendo per esso un sindaco che sia visibile e che abbia la capacità di individuare i problemi e di dare ad essi una soluzione.
insomma c'è bisogno della buona politica espressa con un voto libero.
Riavvolgendo il film ed andando all'inizio della manifestazione bisogna dire che essa è stata aperta da riflessioni di Jean Pierre el Kozeh, operatore ed imprenditore culturale.
A seguire poi gli interventi di Luca Cavalli, Maria Rosaria Castiello, Renato De Rienzo, Nicla Glielmo e Pierluigi D'Ambrosio.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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