Benevento, 03-02-2016 21:08 |
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Luigi Abbate denuncia l'assurdita' di un elenco degli iscritti al Pd che gli viene negato ma che dovrebbe invece essere pubblico, per Statuto
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Nostro servizio |
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Luigi Abbate quello che doveva fare lo ha fatto.
Ora accada quel che accada...
A naso si può dire che ad uscirne non certamente bene da questa situazione è il Partito Democratico che frappone una serie di ostacoli, anche pretestuosi come dice l'interessato, alla candidatura di questo suo esponente di cui sembra quasi che si tema una eventuale buona prestazione.
Abbate ha accolto la Stampa ed i suoi più stretti simpatizzanti, raccontando della nota che gli ha trasmesso Marcello Palladino (che è stato in Sala per un po' come si evince dalla foto), coordinatore cittadino del partito, la nota (addirittura inviatagli a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno,,, e Abbate dirà: In altri tempi ci si comportava diversamente e bastava una telefonata...) con la quale viene scritto in neretto e sottolineato che non può essere accolta la sua richiesta (di Abbate ndr) finalizzata al rilascio di copia dell'elenco degli iscritti anche su supporto informatico poiché in contrasto con le norme a tutela della privacy... Il Regolamento per l'accesso ai dati contenuti nell'anagrafe degli iscritti stabilisce che le consultazioni degli elenchi degli iscritti, previa istanza motivata, deve avvenire presso la sede... e non è possibile estrarre copia o rilasciare copia all'esterno a tutela dell'interesse alla riservatezza dei dati sensibili contenuti in detti elenchi.
Questo elenco serve ad Abbate per conoscere gli iscritti al partito a Benevento.
Di questi, in 126 dovrebbero sostenere la sua candidatura alle primarie firmando l'apposito modello altrimenti non gli sarà consentito di partecipare alla competizione.
Gino Abbate pensava, ha detto, che le primarie di partito o di coalizione rappresentassero, invece, uno strumento che il partito ha scelto per confrontarsi, discutere ed elaborare un programma per la città condiviso con i cittadini.
Un partito che dà l'opportunità a ciascun iscritto di esercitare e praticare tale possibilità scevro da pressioni di gruppi detentori di tessere, un partito che è intollerante ad ogni forma di costrizione e di pressioni, dove il confronto ed anche le contrapposizioni diventino occasioni di crescita.
Ringrazio il segretario Palladino, ha detto sarcasticamente Abbate, per la non disponibilità a facilitare la mia candidatura alle primarie, per l'accesso negato al confronto e soprattutto per il silenzio assordante sui contenuti programmatici che il partito ha elaborato per le prossime amministrative.
La mia città, ha aggiunto Abbate, abbatte le mura, accoglie, non respinge, si fa giudicare dai cittadini con il voto, non crea ostacoli perché ha paura del candidato.
Abbate ha detto di essere preoccupato del fatto che queste primarie possano, invece, rappresentare solo una resa dei conti tra due ex amministratori che non si sa ancora in cosa si differenziano (il riferimento è a Raffaele Del Vecchio, per i decariani ed a Cosimo Lepore, per gli amici di Pepe).
Dovrebbero, invece, essere delle primarie effervescenti in cui è possibile compiere delle scelte, ma senza pressioni.
Abbate, quindi, ha ricordato le cose positive fatte nei due anni e mezzo in cui è stato assessore nella seconda Giunta Pepe.
La mia città sarà protagonista della conversione all'ambiente pulito, alla città smart, intelligente, collegata con wi-fi libero a tutte le istituzioni, dal Comune, all'Asl, all'Ospedale, all'Università, una cittadinanza attiva che supera i limiti della rappresentanza elettiva.
Il non ancora candidato, a proposito di ambiente, ha insisto sul fatto che occorre un impianto di compostaggio per la gestione dei rifiuti ad un costo inferiore.
Era già tutto, pronto ma poi siamo caduti nel periodo oscuro della gestione di Cimitile (si chiamava così? ha ironizzato Abbate) alla Provincia che aveva la competenza sui rifiuti.
Vorrei riprendere un racconto interrotto due anni e mezzo fa.
Ma tant'è!
Comunque sia, non è una strategia vincente quella di un partito che non stimola la discussione.
Verso la fine della conferenza stampa c'è stato un vivace battibecco tra il consigliere comunale Giuseppe Molinaro ed un giornalista (nelle ultime due foto).
Ultimata la conferenza, Gino Abbate si è chiuso in una stanza del partito assieme a Luigi Ionico, Fausto Pepe, Giuseppe Molinaro a cui poi si sono aggiunti Nicola Danilo De Luca e Giovanni Zarro giunti per la convocata riunione di gruppo in vista del Consiglio Comunale di domani, riunione che non si è tenuita per l'assenza, pressoché totale, dei consiglieri comunali del Pd.
Ritornando ad Abbate, egli ci ha detto che ha chiesto, in subordine, a Palladino, di consultare l'elenco, ma esso non si trova da nessuna parte, non c'è e dunque è facile dire: Dove sta Zazzà?
Forse è conservato da qualcuno, è altrove mi è stato detto.
E' stato anche consultato lo Statuto del partito, all'articolo 2, comma 2 è scritto che nel momento in cui sei iscritto accetti di essere inserito nell'anagrafe degli iscritti e quindi all'albo pubblico delle elettrici e degli elettori.
E quindi, dice Abbate, se l'elenco è pubblico perché non viene divulgato e non mi viene consegnato?
Che c'entra la privacy?
Ma insomma è mai possibile che mi debba mettere a fare una diatriba di carattere giuridico?
A me sembra tutto assurdo e stupido e forse lo è.
Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.
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