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Benevento, 03-02-2016 19:35 ____
Dacia Maraini incanta la platea dei giovani partecipanti al secondo appuntamento della manifestazione "Stregati da Sofia"
Il femminicidio deriva dal concetto di proprieta'. E' un rigurgito storico che sta avvelenando la nostra cultura ha detto la scrittrice nella sua Lectio Magistralis
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"Il femminicidio deriva dal concetto di proprietà.
E' un rigurgito storico che sta avvelenando la nostra cultura".
La Lectio magistralis di Dacia Maraini, tenuta, questo pomeriggio, al Teatro Massimo di via Perasso nel secondo appuntamento del Festival Filosofico organizzato dall'Associazione "Stregati da Sophia", si è incentrata su questa forte affermazione ed ha trattato temi di grande rilevanza dal punto di vista della politica, quella alta e nobile.
Si è svolta, dunque, la seconda tappa del viaggio nella Filosofia che viene proposto a beneficio soprattutto degli studenti delle scuole superiori.
Quest'anno il primo appuntamento ha rischiato di avere esiti assai pesanti per un presunto avvelenamento da monossido di carbonio nell'ampio locale, il Cinema San Marco che era stato prescelto per svolgere il programma di approfondimento e di discussione.
Fortunatamente oggi, presso il Teatro Massimo, tutto è andato bene e, secondo gli auspici degli organizzatori, ha ottenuto un grande successo la lezione di Maraini, su "Chiara di Assisi. Elogio della Disobbedienza", dal titolo del libro che la scrittrice ha da pochi mesi portato in edicola per la Rizzoli.
In verità, qualcuno ha effettivamente telefonato, preventivamente, alla Polizia Municipale preoccupato: Venite a verificare se è tutto a posto al Teatro Massimo.
Il comandante Giuseppe Moschella ha inviato una pattuglia, ma per sorvegliare il traffico...
Tornando all'evento, la scrittrice ha incontrato i giovani esortandoli a credere sempre nella forza delle proprie idee ed a lottare per portarle avanti, ma ha voluto insistere su un forte monito politico-ideologico, secondo il quale i più devastanti problemi della nostra società derivano "dal concetto di proprietà".
Dal concetto di possesso che finisce con l'inquinare pesantemente anche i rapporti interpersonali, quelli tra uomo e donna fino a portarli alle più terribili conseguenze come la cronaca nera di questi giorni drammaticamente insegna.
Chiara di Assisi, che dà il titolo al libro, è naturalmente la Santa di Assisi, compagna di santità con San Francesco di Assisi che per lei stessa costituì un modello di vita.
La Lectio magistralis ha illustrato sostanzialmente il contenuto filosofico e politico del libro della Mariani.
L'opera, attraverso una variante di un classico meccanismo di finzione letteraria che qui consiste nella lettera di una contemporanea e giovanissima ragazza siciliana, anche lei di nome Chiara, scrive alla Maraini per chiederle di svolgere una ricerca sulla Santa di Assisi di cui lei stessa porta il nome.
Il volume finisce, però, con l'essere anche una ricerca storico-sociologica-psicologica su un'epoca della nostra storia che vede il Medioevo cominciare a declinare, mentre in lontananza già si intravedeva il Rinascimento. Tale ricerca si sviluppa attorno a due figure di italiani che hanno profondamente inciso sulla nostra storia, cioè Francesco e soprattutto Chiara di Assisi.
La riflessione di Maraini davanti alla folta platea di ragazze e ragazzi degli Istituti della Secondaria Superiore di Benevento si è incentrata su quei valori che appaiono ormai distanti anni luce dal comune sentire contemporanea.
Infatti, non potrebbero essere più avulse dalle aspirazioni e dai comportamenti di milioni e milioni di uomini e di donne, travolti dalle spire del consumismo più sfrenato e compulsivo, quella parola che invece caratterizzò le scelte di vita di un uomo e di una donna di mille anni fa circa, Francesco e Chiara di Assisi, secondo i quali la povertà era addirittura "un privilegio".
Privilegio, si badi bene, conseguenza di una condizione di vita da loro non solo liberamente scelta, ma addirittura ricercata disdegnando quelle ricchezze e quegli agi nelle quali erano nati e cresciuti essendo entrambi di famiglie benestanti.
Va anche osservato che la ricerca di Maraini si sviluppa attorno ad una ferma volontà di restituire alla riflessione collettiva la figura di una donna, protagonista a tutto tondo di una storia straordinaria, vissuta in piena autonomia ed identità.
Lo sforzo della Maraini è stato, dunque, quello di togliere dalla subalternità e dalla seconda fila del proscenio Chiara di Assisi che da taluno è stata persino ritenuta come frutto del parto della fertile e fantasiosa mente di qualcuno.
Insomma, Maraini ha parlato di un universo culturale, che oggi appare ai più del tutto sconosciuto, ma anche del ruolo e della funzione della donna che, anche in una società così remota, hanno sono stati di forza e di sostanza, nonostante le apparenze dimesse.
Non a caso, Maraini affronta il tema dell'"Elogio della disobbedienza", con lo stesso spirito con il quale secoli addietro era stato scritto il libro "Elogio della follia".
La disobbedienza cui si riferisce la celebre scrittrice è naturalmente quella di Chiara di Assisi che sceglie con piena libertà ed autonomia una strada diversa da quella che il confomismo le imponeva: e cioé andare in moglie ad un buon partito per costruire una Famiglia ancora più ricca di quella di provenienza.
E' proprio su questa scelta di Chiara che la Maraini ha affrontato la critica dell'epoca del materialismo e del relativismo dei valori nei quali viviamo: per Mariani, la Santa di Assisi è una protagonista della storia della donna e naturalmente del nostro stesso Paese.
Chiara costituisce la vessillifera della libertà di coscienza della donna e della sua volontà di autodeterminarsi in un contesto di ferreo maschilismo che non consente simili deroghe.
Solo di recente l'Italia ha conquistato almeno alcuni capisaldi della uguaglianza di genere (il diritto di voto alle donne…), ma restano formidabili diseguaglianze nel mondo del lavoro ed in tanti altri contesti: ebbene, un faticosissimo e lunghissimo percorso per l'emancipazione della donna ha visto Chiara d'Assisi lavorare secondo una propria originale e profonda linea di condotta.
Quella donna, irresistibilmente attratta da un altissimo ideale religioso e di vita, si ritira dal mondo per intraprendere, con una coerenza che mai venne meno, un'esistenza claustrale all'insegna della povertà assoluta e della libertà di "non possedere".
La ricerca storica ed il viaggio intorno alla Santa di Assisi costituisce dunque per Maraini una sorta di grimaldello per capire anche la nostra epoca e per cambiarla.
La sostanza della rivoluzione di Chiara sta nell'impossibilità del mondo esterno e delle convenzioni sociali del tempo di aggredire la saldezza morale, la determinazione di fede, la capacità di scelta della Santa.
E' ovvio: l'esperienza di Chiara non può essere definita rivoluzionaria a tutto tondo, perché anche lui dovette adattarsi in qualche misura a piegarsi alla prevaricazione e alle regole maschiliste del tempo, ma nulla potè mai scalfire l'autonomia di vita e di pensiero di quella donna straordinaria.
Maraini ha, dunque, delineato i contenuti essenziali di una figura di assoluto ed indiscutibile valore sia per quanto riguarda la testimonianza di fede che della laica libertà di scelta del proprio destino.
Dacia Maraini ha dunque voluto tessere l'Elogio della disobbedienza di Chiara consistente nella rinuncia ai beni materiali: e tale insegnamento che viene da un'epoca tanto lontana dovrebbe essere, a giudizio della Maraini, un esempio per tutti noi.
"Esso potrebbe essere la cura per molti dei mali del nostro tempo".
Perché, ha aggiunto Marani, "ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee".
Maraini ha, quindi, affidato ai ragazzi il concetto affermando: "Occorre difendere le proprie idee anche rischiando.
Le idee bisogna averle e bisogna difenderle senza cedere alle tentazioni".
Non poteva mancare nell'ambito della Lectio, un riferimento al dibattito sui diritti civili così attuale in questi giorni di discussione in Senato, ma anche nel Paese del disegno di legge Cirinnà.
Maraini ha detto: "E' una discussione complessa quella che introduce questa proposta.
Quando ci sono tanti bambini che nascono in queste situazioni, non si può mettere l'ideologia ai fatti.
Non è semplice risolvere.
Avere però un atteggiamento riflessivo ed osservativo su queste problematiche è indispensabile: le ideologie non servono a nulla".
La lezione della scrittrice è stata impreziosita dalla grazia e dalla bravura delle ragazze del corpo di ballo "la Compagnia Balletto di Benevento" diretta da Carmen Castiello.
A moderare i lavori è stato Eugenio Murrali, critico e letterario, studioso di teatro antico e moderno. 
Erano in molti, oltre agli studenti, ad ascoltare la scrittrice: tra gli altri abbiamo notato Maria De Feo, neo capo di Gabinetto della Prefettura di Benevento.
L'introduzione ai lavori è stata svolta da Carmela D'Aronzo dell'Associazione Culturale Filosofica "Stregati da Sophia".
Alcuni brani del libro della Maraini sono stati letti da Sara Pallini.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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