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Benevento, 03-02-2016 18:42 ____
Sei stato una fiamma piu' lunga del sole, nei nostri giorni difficili e confusi, ha detto Pasquale Mainolfi al rito funebre di Alberto Simeone
Un'imponente e commossa folla ha voluto rendere l'estremo saluto allo stimato avvocato e parlamentare della Repubblica. Toccante cerimonia anche in Tribunale
di Diego De Lucia
  

"Sei stato una fiamma più lunga del sole, nei nostri giorni difficili e confusi".
Monsignor Pasquale Maria Mainolfi ha salutato, con queste parole, nel corso di un'intensa cerimonia funebre nella chiesa di San Gennaro, Alberto Simeone, eminente figura politica della destra sannita, scomparso a 73 anni nella città di Latina.
Un'imponente e commossa folla ha voluto rendere l'estremo saluto allo stimato avvocato e parlamentare della Repubblica.
Abbiamo notato anche gli ex sindaci del capoluogo, già compagni di partito, Sandro D'Alessandro e Pasquale Viespoli.
Bandiera tricolore e toga poggiati sulla bara hanno accompagnato l'ultimo viaggio di Simeone il cui feretro si è soffermato dapprima presso l'atrio del Tribunale di Benevento in via De Caro, dove lo attenedevano i suoi colleghi del Foro di Benevento e non solo, per poi giungere in chiesa.
Nato a Castelpoto, Simeone si era sempre segnalato per la grande cortesia, correttezza, signorilità e generosità.
Per questo, si coglievano oggi autentica commozione e sincero dolore tra i presenti.
L'omaggio a Simeone è cominciato poco dopo le 16.00 quando il mesto corteo è giunto dalla città laziale.
Il presidente dell'Ordine forense, Alberto Mazzeo, nel prendere la parola per l'estremo saluto, ha detto: "Sei stato un avvocato ed anche un politico di questa città.
Sei stato molto attento ai vari procedimenti processuali.
Non si potrà mai dimenticare il tuo sorriso al termine di ogni dibattito".
Mazzeo ha ricordato le sue doti umane: "Eri una persona perbene, un galantuomo.
Un uomo di grande umanità che ha fatto trasparire nella legge che poi ha portato il suo cognome dove ha dimostrato un'infinità sensibilità giuridica.
Sei stato un collega dai grandi valori che sono sempre più rari.
Oggi lasci il testimone ad uno dei tuoi figli, Licia".
Emozionato e commosso, il presidente della Sezione Penale del Tribunale, Marilisa Rinaldi, la quale ha sottolineato come Simeone non fosse altro che un galantuomo attento e generoso: "Era l'uomo del coraggio delle idee della giustizia e della comprensione".
Il procuratore reggente, Giovanni Conzo, ha evidenziato l'esempio di signorilità e lo stile nonché il rispetto per il prossimo.
Ha preso, quindi, la parola il sostituto Giacomo Iannella che ha detto: "E' stato un punto di riferimento.
Non è stato mai un azzeccacarbugli, ma una persona difficile da contrastare che, con il suo istinto ed intuito, riusciva a venirne sempre a capo.
Un uomo che sapeva ascoltare chiunque".
Iannella ha aggiunto: "Lui avrà la fortuna di vivere oltre la morte.
Una legge intolata a suo nome ci ricorderà sempre la sua persona e la sua sensibilità nei confronti dei condannati.
E' stato un esempio per tutte la classe forense".
Infine, il presidente della Camera Penale, Monica Del Grosso, ha sottolineato la coerenza di Simeone: "La generosità, la gentilezza e la dignità della persona che ci ha insegnato ad avere la schiena dritta e lo sguardo fiero".
Il corteo funebre si è, quindi, spostato verso la chiesa di Largo Carducci.
Nonostante la grandezza dell'edificio, molte persone non hanno potuto accedervi.
Monsignor Mainolfi, nella sua omelia, ha ricordato come Simeone avesse un sorriso contagioso: "Amava, si lasciava amare e si dava agli altri.
Un uomo con un'etica eccezionale".
Ha ricordato la sua amicizia durata oltre 40 anni con Simeone, conosciuto a casa di un altro amico, prematuramente scomparso, Gino Intorcia: "Carissimo amico gioioso, quest'anno il giorno del mio onomastico non riceverò il tuo telegramma.
Mi dimostravi ogni anno affetto e attenzione.
Da lassù protteggi i tuoi familiari e donagli una rugiada di benedizione".
Si è poi rivolto alla moglie Alma ed ai figli dello scomparso: "Oggi il dolore è troppo grande, ma Dio non permette nessun dolore se poi non riceve, la stessa persone, un bene prezioso.
E' stata una morte prematura.
Nessuno se lo sarebbe potuto aspettare".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

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