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Benevento, 13-01-2016 20:24 ____
Colma la sala del President Hotel alla presentazione del libro di Orazio Gnerre "Un mare di nebbia" che narra la storia di uno stupro
Al narratore, affermato giornalista vengono affidate dalla zia Angela, ormai vecchia, malata ed in fin di vita, due agende rosse in cui e' racchiuso un segreto, il segreto della sua vita che ella vuole che alla sua morte venga conosciuto...
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Il presidente dell'Inner Wheel, Maddalena Luongo D'Alessio, ha introdotto la presentazione del libro di Orazio Gnerre "Un mare di nebbia" che avrebbe già dovuto tenersi lo scorso 21 ottobre e che è stato poi rinviato ad oggi a causa dei noti eventi alluvionali.
Colma la sala del President Hotel per ascoltare il racconto di una storia tragica che narra la violenza, lo stupro, perpetrato ai danni di Angela verso la fine della seconda guerra mondiale in territorio laziale, da parte di truppe marocchine al seguito dell'esercito degli alleati.
Al narratore, affermato giornalista, molti anni dopo, vengono affidate dalla zia Angela, ormai vecchia, malata ed in fin di vita, due agende rosse in cui è racchiuso un segreto, il segreto della sua vita che ella vuole che alla sua morte venga conosciuto.
Il romanzo, quindi, sotto forma di diario, narra di quando Angela a diciassette anni, mentre la terra è devastata dalle esplosioni delle bombe e dei carri armati, quando soldati violenti invadono le strade ed entrano nelle case, subisce l'oscura violenza di due belve umane e quella peggiore delle falsità ipocrite e vigliacche della gente che la circonda.
La prima parte del libro, ha detto Maria Cristina Donnarumma, è ambientata soprattutto a Veroli, nella Ciociaria e l'autore narra appunto le vicende di Angela e della sua famiglia.
La seconda parte, invece, racconta la sopravvivenza della protagonista dal 1944 fino alla sua morte che l'autore del libro, Orazio Gnerre ha narrato con grande trasporto mettendo in luce i sentimenti più profondi dei protagonisti e dando l'dea di una partecipazione e di un coivolgimento costante suo e nostro.
"Un mate di nebbia", quindi, è la storia di questa giovane e della sua adolescenza bruscamente interrotta, compromettendo tutta la sua esistenza, soffocando i suoi sogni, azzerando le sue aspetttive.
A sviscerare le tematiche affrontate nel libro c'è un critico fine e profondo, il preside Michele Ruggiano, a cui sono legata, ha concluso Donnarumma, non soltanto perché è stato uno dei miei presidi e tra i più attenti conoscitori della didattica che ho mai avuto, ma anche perché è stato tra i primi che ha saputo valorizzare il mio amore per la lettura da trasmettere ai miei alunni.
Michele Ruggiano, in apertura del suo intervento, ha detto che la protagonista del racconto non è certamente Rosetta de "La Ciociara" che dopo lo stupro si muta in donna di malaffare.
Angela invece non è così anche perché Orazio Gnerre, cattolico umanista, racconta che chiunque può salvarsi.
La libertà individuale conta di più del contesto della guerra.
Quello di Gnerre è un racconto storico dove non traspare l'odio.
Ruggiano ha analizzato il libro in modo ineccepibile ed anche con paragoni letterari, ha detto Maria Cristina Donnarumma al termine dell'intervento del suo preside.
Poi ha passato la parola all'autore.
Orazio Gnerre ha esordito dicendo che un suo lettore gli ha chiesto come mai si fosse dedicato a scrivere un romanzetto...
Beh, chiamatelo romanzo breve o racconto lungo, ma romanzetto proprio no, ha risposto l'autore.
Ho scritto questo testo per dare la mia voce allo sdegno generale nei confronti della violenza che subiscono le donne. Un'opera narrativa vale certamente molto di più di una requisitoria o di un saggio.
L'ambientazione, ha proseguito Gnerre citando Verga, per un romanzo è elemento importante e per un romanzo storico essa doveva basarsi su un periodo forte e non banale e poi deve rispondere ad una situazione vissuta a fondo dall'autore.
E la seconda Guerra Mondiale è un periodo che conosco appieno e che ricordo ancora come le sirene della notte e la corsa nei rifugi e lo scoppio delle bombe che dilaniavano le case.
In questo contesto si è concretizzata la violenza a queste donne, una violenza ambientata nella seconda guerra mondiale.
La seconda perplessità nei lettori è stata la similitudine con "La Ciociara", quella narrata da Moravia. Entrambi raccontiamo un fatto vero e che merita di essere narrato. Moravia è però uno scrittore esatto e preciso mentre a me piace il surrealismo, ha proseguito Gnerre.
Rosetta de "La Ciociara", dopo lo stupro si presenta alla mamma come se avesse scoperto la sua vera natura. Non così per Angela del mio librio che cade in pre-depressione dopo l'aborto voluto dalla mamma.
La terza perplessità raccontatagli dai lettori del suo libro è che dopo 70 anni dalla fine della Guerra Mondiale, narrata tutta a senso unico, Gnerre osa fare del tedesco Hans (che tenta di salvare Angela ma viene sopraffatto ed ucciso dai marocchini) il buono, il bravo.
Vuoi vedere che sotto non ci sia un tentativo di revisionismo?
No, ho risposto, c'è solo l'esigenza di tecnica narrativa.
C'è poi certamente bisogno di distinguere la persona da quella che può essere il partito ed il popolo di appartenenza anche perché essa ha sempre una sua antonomia spirituale.
Peraltro, ha concluso Gnerre: Sopra le nuvole c'è sempre il sole per un credente...
Al termine dell'intervento di Gnerre c'è stato l'ultimo intervento concertistico del violoncellista Raffaele Rigliari, diplomatosi presso il Conservatorio "Nicola Sala" sotto la guida del maestro Luca Signorini.

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