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Benevento, 28-08-2015 12:53 ____
Il ricordo amarcord di don Nicola De Blasio nella ricorrenza dei 31 anni dalla prima organizzazione del Trofeo Shalom
Vi parteciparono i giovani del Rione Liberta' composti in squadre vestite con le loro magliette bianche e le scritte fatte a mano con il pennarello nero... Oggi l'evento e' una bella realta' a cui partecipano 8 squadre provenienti da tutto il Paese
di Claudio De Minico
  

Sono trascorsi trentuno anni dalla sua prima edizione, all'epoca era un torneo organizzato dalla parrocchia, la chiesa della Addolorata al Rione Libertà.
Al Trofeo Shalom partecipavano i giovani di quel quartiere, le diverse squadre che riuscivano a comporre, vestiti con le loro magliette bianche e le scritte fatte a mano con il pennarello nero.
Non esistevano le scuole calcio, si giocava con il Super Santos, il mitico pallone dell'epoca.
Il Trofeo fu una idea nata dal bisogno di aggregare le giovani generazioni, i ragazzi di un quartiere molto popolato, allora più di ora.
Fu un successo.
Lo ha raccontato don Nicola De Blasio, che ha preso parte alla presentazione della edizione annuale del Trofeo Shalom.
A riempire la sala "Vergineo" del Museo del Sannio sono stati i giovani atleti delle otto squadre partecipanti (Fk Senica, Frosinone Calcio, Us Salernitana, Fc Crotone, Uc Sampdoria, Benevento Calcio, Ssc Napoli, Us Avellino 1912) alla "Tabacchi Collarile Cup", le cui partite, sino alla prossima domenica, si disputeranno sui campi di Foglianise, Ponte ed al "Gennaro Meomartini" di Benevento.
Una tradizione, ormai, il Trofeo Shalom, che celebra lo sport, quello sano, l'agonismo positivo e formativo, che invita i giovani ad essere buoni uomini prima che buoni atleti.
In Italia, è uno dei pochi eventi sportivi dedicati alla categoria dei giovani calciatori, un vanto per chi lo organizza, nonostante le difficoltà.
"Quello che ci fa andare avanti  - ha spiegato Nunzio Raffio, presidente della Asd Shalom - oltre all'amore per questo sport, è anche il coraggio, perché attraversiamo un periodo poco florido ed è difficile organizzare una manifestazione del genere. La nostra vittoria è questa: portare avanti questa manifestazione".
Ad augurare una buona riuscita di quest'ultima sono stati: Rino Caputo, consigliere comunale di Benevento con delega allo Sport; Domenico Giulio Iacoviello della Figc; Mario Collarile, delegato provinciale del Coni; Francesco Castracane, presidente della Associazione Italiana Arbitri di Benevento, Giovanni Mastrocinque, sindaco di Foglianise, Carmelina Rillo, consigliere comunale di Ponte, Pasquale Bovienzo, responsabile delle giovanili della Casertana e Tommaso Miele, commissario straordinario della Lega Pro, che è intervenuto telefonicamente.
Ad introdurre gli interventi è stato il giornalista Reno Giannantonio.
"Questo torneo - ha evidenziato Rino Caputo - è importante perché promuove lo sport come stile di vita, al di là di chi vincerà la coppa.
Le Amministrazioni hanno la responsabilità di promuovere il più possibile questi eventi, perché lo sport concorre a fare crescere la società civile in cui viviamo.
Benevento deve diventare città dello sport".
Un obiettivo non semplice da realizzare, ma non impossibile da raggiungere, considerando che "abbiamo - ha aggiunto Iacoviello - tante realtà sportive importanti nella città di Benevento: il calcio, il rugby".
"Non dovete cogliere - ha continuato il rappresentante della Figc, rivolgendosi ai giovani atleti - solo l'aspetto sportivo di questo torneo, ma anche quello aggregante e socializzante".
"Abbiamo bisogno - ha continuano Collarile - di persone belle, leali.
Lo sport serve a fare crescere persone, questo è il compito di noi dirigenti.
Ragazzi, voi credete di stare praticando solo uno sport, ma state formando voi stessi.
Lo sport vi insegna che le sfide possono essere affrontate con la dovuta preparazione.
E' così anche nella vita. Lo sport vi insegna che si può anche perdere, ma se si lotta non si perde mai".
Dei valori dello sport, di quanto può esso insegnare ne ha dato testimonianza Pasquale Bovienzo.
"Per vincere - ha esordito - bisogna accettare di avere un limite e poi lavorare per superarlo.
Bisogna avere spirito di adattamento alle difficoltà. Questo mi ha trasmesso il calcio.
Un anno e mezzo fa mi hanno detto di avere un brutto male. Ho deciso di lottare. Ho vinto e sono qui.
Ogni giorno che andate al campo, che vestite una divisa, che fate parte di un gruppo, rispettate gli altri.
Prima di fare un gesto o una azione, pensate se possa fare male a voi stessi, alla vostra famiglia, alla vostra squadra.
Se fate questo diventerete certamente dei grandi uomini, prima che grandi atleti".
Accanto ai giovani calciatori, nel Trofeo Shalom, c'è spazio anche per i giovani arbitri, che sul campo regolano il gioco e fuori sono di ausilio agli organizzatori.
"Questo - ha sottolineato Castracane - perché vi è un lavoro della dirigenza e degli organizzatori, in quanto è uno dei primissimi tornei in cui gli arbitri non si sentono accusati".
"Bisogna valorizzare - ha affermato Tommaso Miele - i giovani nel calcio, a cui bisogna ridare credibilità: chi guarda una partita deve sapere di essere innanzi a qualcosa di vero e non falsato.
Sono un tecnico momentaneamente prestato al calcio per un mandato a termine (commissario della Lega Pro, ndr).
Ho trovato una Lega Pro spaccata. Lavoro per andare oltre queste vicende".
La trentunesima edizione del Trofeo Shalom terminerà la prossima domenica.
Sarà solo una squadra a vincere, ma che a festeggiare siano tutte.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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