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Benevento, 07-07-2015 17:48 ____
Benevento, terra un tempo vocata prevalentemente al tabacco, e' ora pronta a scommettere sulle sue produzioni di qualita'
Tra le realta' d'eccellenza che stanno gia' ora conquistando importanti spazi di mercato c'e' una cooperativa con circa 6mila bovini allevati
Redazione
  

Benevento, terra un tempo vocata prevalentemente al tabacco, è ora pronta a scommettere sulle sue produzioni di qualità.
Ad interrogarsi su come promuovere i suoi prodotti di eccellenza è stata, nei giorni scorsi, Confcooperative Benevento con il convegno sul tema: "Produzioni di qualità, opportunità per la piccola e media azienda".
L'iniziativa è nata dall'intuizione del presidente Rino Di Domenico, che è riuscito a riunire intorno ad uno stesso tavolo nomi noti a livello nazionale, accomunati dalla stessa origine sannita: il presidente di Slow Food, Gaetano Pascale, il giornalista de La7, Gianluigi Paragone, il presidente di Fedagri-Confcooperative, Giorgio Mercuri, il consigliere della Regione Campania, Erasmo Mortaruolo, ed il direttore della Cooperativa San Giorgio Carni, Nicola De Leonardis.
A fare gli onori di casa Antonio Campese, presidente della Camera di Commercio di Benevento, che ha ospitato l'evento.
Hanno portato il loro saluto il sindaco della città, Fausto Pepe, ed il presidente della Cia, Alessandro Mastrocinque.
"Tra le realtà d'eccellenza che stanno già ora conquistando importanti spazi di mercato c'è - si legge nella nota inviata alla Stampa - la Cooperativa San Giorgio Carni, aderente a Confcooperative, con un centinaio di allevatori soci per un complessivo di circa 6.000 bovini allevati, all'interno dei quali una buona fetta è rappresentata dai capi di razza marchigiana.
La San Giorgio Carni nasce per valorizzare e commercializzare carne Igp marchigiana, ma nel tempo ha avuto l'esigenza di diversificare le attività estendendole anche ad aziende che allevano altre razze.
La forma cooperativa, ha spiegato il direttore De Leonardis, ha consentito di fare dell’area di San Giorgio La Molara l’epicentro di una produzione di eccellenza che alla fine dello scorso anno si è vista approvare un disciplinare di etichettatura dal Ministero delle Politiche Agricole.
Il disciplinare traccia le linee di una vera e propria filiera di qualità della carne, non solo di razza marchigiana.
Mettendo insieme produttori, macelli e punti vendita, la Cooperativa San Giorgio Carni propone un vero e proprio stile di allevamento al quale anche altri operatori della filiera possono aderire.
Ad accumunare le aziende zootecniche aderenti a questo disciplinare è sicuramente il metodo di alimentazione, infatti, ai bovini viene somministrata una razione alimentare composta da materie prime prevalentemente prodotte dalla stessa azienda.
I produttori aderenti non possono alimentare gli animali con grassi aggiunti o con scarti dell'industria agroalimentare.
La carne così prodotta "racconta" la propria storia con la massima trasparenza attraverso un certificato d'identità che mette in risalto tutte le fasi dalla nascita del bovino al posizionamento della carne nel banco macelleria.
Il giornalista Gianluigi Paragone, che ha ricordato i suoi anni trascorsi a San Giorgio La Molara, è stato autore di un intervento sul valore dell’eccellenza e della qualità. Oggi, ha spiegato, o ti metti sulla strada dell'eccellenza oppure è una partita persa.
Però la qualità è qualcosa che deve essere pagata e non si può offrirla sotto costo.
Rivolgendosi ai produttori, li ha, quindi, invitati a non cedere alla tentazione di svendere le proprie eccellenze.
Nel mondo ci sono tanti consumatori, come gli americani con la loro grande capacità di acquisto, che sono disposti a pagare a caro prezzo il nostro oro.
Il presidente di Slow Food, Gaetano Pascale, ha esaltato la biodiversità ed i presidi Slow Food.
I piccoli produttori, ha sostenuto, non sono una visione romantica o residuale del nostro agroalimentare, ma una realtà sempre più numerosa in Italia e nel mondo. Centrale è per il presidente di Slow Food il tema dell'etichettatura.
Sui prodotti dei presidi Slow Food apponiamo un'etichetta con tutte le informazioni che i produttori sono in grado di poter dimostrare, che poi sono le stesse che il consumatore vuole leggere.
Le conclusioni del convegno sono state affidate al presidente di Fedagri-Confcooperative, Giorgio Mercuri, anch'egli sannita Doc, essendo nato a San Giorgio La Molara, il quale ha invitato a riflettere su alcuni numeri: in Italia nel 2014 incremento del 12% per le vendite di prodotti biologici, fatturato dell`export dei 273 prodotti Dop e Igp arrivato a 2,4 miliardi, con un aumento del +5% rispetto al 2013.
Sono due dati, ha spiegato, che dimostrano le grandi opportunità per il mercato di quei prodotti agroalimentari che offrono ai consumatori informazioni sull’origine e sulla tracciabilità del prodotto.
Infine, un accenno all'importanza del modello dell’aggregazione promosso da Fedagri che resta lo strumento principe per accorciare la filiera e consentire alle nostre aziende di arrivare sul mercato".

comunicato n.82539



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