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Benevento, 29-08-2023 23:24 ____
Sul palco del Teatro Comunale, Ivana Monti formidabile interprete della moglie di un politico protagonista di tangentopoli
La sofferenza di una donna che nell'incontro con la figlia, che ha preso tutte le idee del padre, manifesta il patimento subito dalla prepotenza del marito. Il Festival con le canzoni e con il teatro avvicina la gente che impara un altro linguaggio che non e' quello dello spot televisivo e delle menzogne continuamente diffuse
Nostro servizio
  

Due punte di diamante messe in campo da Città-Spettacolo.
Ieri sera nel settore della musica leggera con il concerto di Gianni Morandi che è stato molto apprezzato dal pubblico accorso numeroso a piazza Risorgimento.
Stasera nel settore del teatro, quello di tradizione, con la magnifica interpretazione di Ivana Monti, un'attrice di grande esperienza e professionalità, moglie del compianto giornalista Andrea Barbato.
Al Teatro Comunale è andato in scena "Preferirei di no", una commedia di Antonia Brancati con Ivana Monti e Maria Cristina Gionta, per la regia di Silvio Giordani, di cui abbiamo già raccolto un'ampia dichiarazione sul testo del lavoro teatrale e pubblicato nell'articolo della conferenza stampa di stamane ed infine con le musiche del sax di Vittorio Cuculo.
Proprio questa promiscuità di generi dello spettacolo ci ha dato la possibilità di fare una prima domanda all'attrice che ci ha concesso un po' del suo tempo subito dopo le ultime prove del pomeriggio.
Ci è stato consentito di assistere ed è stata una sensazione bellissima stare da soli in teatro ed essere convinti che su qual palco una grande attrice stesse recitando solo per noi. E completamente diverso rispetto a quando in sala si sta assieme a tanti altri spettatori.
Ed allora ad Ivana Monti abbiamo chiesto se siano utili i Festival che riescono ad attrarre pubblico sia attraverso i concerti di musica che con i grandi interpreti del Teatro italiano che peraltro consente al Festival di tornare alle origini.
Va bene certamente la promiscuità tra musica e teatro, ci ha risposto l'attrice.
Facciamo avvicinare la gente anche con le canzoni, con le operette, con gli artisti di strada, tutto deve portare al teatro.
Così ci si affeziona e si impara un altro linguaggio che non è quello dello spot televisivo, il linguaggio delle menzogne continuamente dette.
Lo spettatore immagazzina anche un'altra capacità critica perché sente delle parole ed accerta un punto di vista diverso, per cui tutto va bene per richiamare l'attenzione del pubblico.
Anche dai fumetti, si imparano certe parole.
Io ho imparato molto dalla radio quando ero piccola che i miei sintonizzavano sul terzo programma.
Con "Casa di bambola" di Ibsen, a sette anni, ho capito la differenza tra essere allegra come lo ero io e non felice.
Una bambina, dunque, che già capisce che ci sono delle differenze tra l'essere allegra o felice. E questo non te lo dice lo spot televisivo.
Adesso magari ci leggono e ce lo rubano questo concetto, ha detto Ivana Monti.
Poi c'è da considerare che la gente deve anche stare insieme per rivedersi, per comunicare ed anche per stare un po' in allegria e per pensare.
Ma ripeto, il pensiero gli va portato.
Anche la maniera di pensare in un altro modo va portato.
E' inutile che stiamo a commentare, ma qui si sta pensando in maniera greve, sbagliata e purtroppo malvagia, violenta.
Il teatro invece aiuta perché punisce il violento.
Io non frequento i social ed in verità pochissimo anche la televisione perché vivo con la radio.
Ma insomma, qui bisogna ritornare a riportare i pensieri che danno dei giudizi ma dei giudizi veri e quindi bisogna che la gente si affezioni, tra l'altro, alla città, al comune, alle sue istituzioni ed anche a quelle teatrali e che creda in quelli che offono dei pensieri di educazione ma di educazione civica altrimenti non si vive più, non si sta più insieme.
Ad Ivana Monti abbiamo fatto notare anche la bellezza del nostro Teatro Comunale all'interno del quale si è svolta questa nostra chiacchierata.
E' proprio bello, ci ha detto, e lo ricordo bene perché qui a Benevento ci sono stata più volte con le mie commedie.
Per me è un felicissmo ritorno ed è anche un po' commovente.
E queste bellezze per chi sono fatte?
Per la cittadinanza, per il cittadino che è il protagonista ma non da solo ma in quanto cittadino e cioè collegato agli altri.
Non è l'individuo protagonista ma il cittadino in quanto parte di una civitate e qui voi lo sapete bene.
Lo spettacolo di stasera non è di facile interpretazione, abbiamo concluso con un'ultima domanda, perché tocca una vicenda di qualche anno fa ma che ha inciso decisamente sulla vita della nostra nazione.
Certamente, ci ha risposto Ivana Monti e noi vediamo quella vicenda, Tangentopoli di alcuni anni fa, attraverso la sofferenza della moglie di un politico che si isola ma che nell'incontro con la figlia dopo 12 anni di separazione, una figlia che ha preso tutte le idee del padre, vediamo la sofferenza che una moglie, cioè un cittadino, ha patito attraverso la prepotenza del marito politico.
Noi ci auguriamo che i politici non siano così come quelli che descriviamo in questa commedia e che quella parte di mondo di vita, di epoca sia definitivamente passata con quello che di cattivo c'è stato.
Ed allora ecco perché dobbiamo essere educati e sapere riconoscere una parola sbagliata oppure un'allusione.
Bisogna saperla riconoscere e dove la si può riconoscere?
Imparando dal teatro perché esso ti educa a vedere la parti e le falsità metetendoti sull'avviso.
Noi vediamo qui il rapporto anche tra madre e figlia ma soprattutto questo linguaggio tra madre e figlia che è spietato.
E' interessante questo racconto e molto impegnativo anche da un punto di vista emotivo e questo lo è anche per il pubblico.
Questo scontro verbale tra madre e figlia, ha concluso Monti, suscita anche delle comicità ma c'è questa emozione che io mi porto dentro rappresentando questa madre che mi ha toccato profondamente.

Le foto sono di Antonio Caporaso per "Gazzetta di Benevento"

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.158884



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