Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 2571 volte

Benevento, 28-05-2023 09:18 ____
E' il momento di essere scomodi, soltanto cosi' si possono dare parole di verita'. E' l'esortazione di Aldo Policastro ma non e' facile esserlo
Il prezzo che si paga, e questo e' valso anche per me, rimane altissimo. Sognare, comunque, e' anche vincere. Ed alla soglia dei sogni sappiamo molto bene che vi sia la speranza, commenta Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
  

Peppino De Lorenzo, questa domenica, si sofferma sulla commemorazione del XXXI anniversario della strage di Capaci che, giorni fa, si è tenuta al Tribunale di Benevento.
L'occasione, oggi, gli offre la possibilità di fare una valutazione dell'odierno vissuto considerando che, tra i tanti giovani che alla manifestazione hanno partecipato vi era, occupando, tra l'altro, un ruolo di primo piano, anche il nipote che rinnova il suo nome (nella foto di apertura, Giuseppe alla chitarra e Salma al microfono, tra di loro il procuratore della Repubblica, Aldo Policastro).
"Cultore incarnato di eventi insoliti e particolari, è mio desiderio soffermarmi, volutamente, su di una personale esperienza, tra le tante, vissuta solo qualche giorno fa.
Al Tribunale di Benevento si è tenuta una partecipata commemorazione ricorrendo il XXXI anniversario della strage di Capaci, della morte di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta.
Tra i tanti giovani, presente mio nipote che, tra l'altro, ha suonato alla chitarra dinanzi agli intervenuti.
Nulla di eccezionale, è ovvio, in tutto questo. Tranne il fatto che la sua presenza, con l'innocenza dell'età, innanzi a quello stesso ingresso del Tribunale che, nel corso delle mie rivendicazioni sociali, ho tante volte varcato, ha scosso, e non poteva essere diversamente, la mia sensibilità.
Ed è stato quando il procuratore della Repubblica, Aldo Policastro, al termine di un intervento musicale di Giuseppe, con gli intervenuti, gli ha battuto le mani, che sono andato indietro nel tempo.
"E' il momento di essere scomodi, soltanto così si possono dare parole di verità".
Questa è stata l'esortazione di Policastro anche se, mi sia concesso, non sia affatto facile essere scomodi.
Il prezzo che si paga, e questo è valso anche per me, rimane altissimo.
Sognare, comunque, è anche vincere. Ed alla soglia dei sogni sappiamo molto bene che vi sia la speranza.
C'è, infatti, qualcosa in ognuno di noi di cui alcuno può privarci qualora lo vogliamo. Si chiama, appunto, speranza.
In una società, come quella in cui viviamo, molte volte miope e che spesso ci porta a smarrirci nel rifiuto dell'unica sofferenza che è una opportunità per comprendere appieno il nostro io, è opportuno, in ogni caso, continuare a credere.
Quell'incontro, ripeto in un luogo per me particolare, alla presenza di una delle persone più care al mondo, il passato, intensamente vissuto, è stato simile ad un libro dal quale, minuto dopo minuto, ho aperto una pagina, io che ho vissuto in una società che, per suo comodo, ha trasformato le virtù in colpe.
Ho lavorato e continuo a lavorare, veramente, tanto cercando di mettere nel mio impegno quotidiano sempre il meglio di me stesso.
Non mi sono piegato al sistema che ho combattuto a viso aperto, non ho strisciato dinanzi a chicchessia, nel mio studio, ancora, allo stato, frequentatissimo, nessuno ha mai lasciato un soldo sulla scrivania.
L'unica variante è dovuta al fatto che, oggi, sono intento a prendermi anche cura di me stesso e dei pochi affetti che ho, cari ed indissolubili.
Il resto è oltre la porta di casa, che non cerco di fare varcare più, con la facilità di un tempo, agli estranei.
Del resto il mondo di tanti anni fa, che io ho conosciuto, è scomparso, un mondo che io ho avuto la fortuna di avere vissuto con una bellezza senza tempo.
E devo convenire con Policastro nell'ammettere che "bisogna credere nelle nuove generazioni che sono il nostro presente ed il nostro futuro; il mondo degli adulti non offre un buon esempio... non bisogna abbassare la guardia, non farsi indietro e onorare la memoria di Giovanni Falcone ed i suoi eroi morti per mano della criminalità organizzata".
Ribadendo le affermazioni di Policastro, l'incontro dell'altro giorno, a mio avviso, proprio per la presenza di tanti giovani, credo sia stata una grande opportunità per guardarci dentro e scendere nel profondo di noi stessi.
Anche la magistratura, però, deve rinnovarsi ora che sembra sia divenuta una lotteria.
Quasi una giostra da cui si può scendere con l'onore restituito oppure infangati fino a sopra i capelli.
Me la conceda Policastro questa sincerità.
Ai giovani gli adulti debbono offrire esempi molto diversi dagli attuali.
L'amore per i propri nipoti va al di là di tutto, superando ogni altro sentimento umano.
Talvolta non intendo perdere neanche un istante di tutta la magia della loro crescita.
Li esorto a continuare ad aiutarmi nel periodo in cui avverrà il mio declino, di non mancare di indurmi a riflettere anche quando, è ovvio, senza volerlo, ferisco i loro sentimenti, di confidarmi la proprie paure e le inevitabili insicurezze della vita.
Mentre l'altro giorno assistevo, dinanzi all'ingresso del Tribunale, a questo inno alla pace, tra l'altro, ho pensato che, solo la settimana scorsa, avevo risalito quelle scale.
Un avvocato di Benevento, in una banalissima controversia civile, ancora frutto della politica, spregevolmente, per iscritto, mi ha definito: "...truffatore, pregiudicato, falsificatore di bilanci..." ed amenità del genere.
Un magistrato del Tribunale ha sentenziato, assolvendolo, che, nella difesa, siano ammesse frasi del genere. Sempre ed in ogni occasione.
Lascio ogni conclusione alla sia intellegenza, procuratore!
Se vogliamo il rinnovamento, vero e non a parole, dovrebbe prendere, da subito, quel fascicolo e guardare il suo giudice negli occhi".

comunicato n.157219



Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 400227435 / Informativa Privacy