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Benevento, 25-05-2023 20:49 ____
Calcio: Come al primo giorno di scuola. Il Benevento riaccende il motore della macchina e presenta il nuovo direttore tecnico Marcello Carli
Oreste Vigorito: Negli ultimi due anni sono venuto un po' meno come presidente e Carli mi sta facendo ritrovare voglia di stare qua. Il direttore: Questa e' una piazza straordinaria. Non importa la categoria. Ora dobbiamo scegliere il nostro condottiero
di Luca Pietronigro
  

Come al primo giorno di scuola.
Il Benevento Calcio, dopo la pesante e brutta retrocessione in Serie C maturata nel corso della stagione che sta volgendo al termine, ha riacceso il motore della macchina per ripartire con più slancio in vista del campionato di Serie C che la Strega tornerà ad affrontare dopo averlo lasciato sette anni fa.
Nella Sala Stampa "Marco Santamaria" padroni di casa sono stati il presidente, Oreste Vigorito, e il nuovo direttore tecnico, Marcello Carli, che è stato presentato alla città.
Tanti gli spunti e diversi i punti che sono stati toccati nel corso della conferenza che si è protratta per quasi due ore.

Oreste Vigorito ha subito voluto ringraziare Carli "per la disponibilità data in maniera estremamente semplice".
"Siamo tornati a parlare - ha detto - una lingua che è la nostra, questo tipo di lingua sarà utilizzata per tutto l'anno.
Mi auguro che tutti possiate dare la massima collaborazione per cominciare, non per ricominciare.
Cominciamo con uno spirito nuovo, facendo tutti un esame degli errori che sono stati commessi.
Diamo una mano a questa società con la speranza che questo direttore possa iniziare un percoso che ci riservi tante soddisfazioni".
Il presidente, quindi, ha spiegato i motivi che lo hanno portato a compiere questa scelta.
"Quella di Marcello Carli - ha affermato - è stata un'idea che ho avuto un paio di anni fa.
In particolare, all'epoca, mi colpì una sua intervista e da allora sono sempre stato curioso di volerlo conoscere.
Pensavo di poterla realizzare, questa idea, già da qualche anno ma, come al solito, sono lento nel prendere le decisioni.
Dobbiamo tornare ad essere una squadra provinciale poiché l'euforia per la Serie A che, sicuramente giustificata, l'arrembaggio al Benevento come società solida ha causato una crepa nella diga. 
I nostri problemi sono iniziati quando abbiamo vinto a Torino contro la Juventus (nella quarta foto in basso un'immagine commemorativa dell'evento, che accadde il 21 marzo 2021, affissa al muro della Sala Stampa dello Stadio).
Il calcio è uno sport che mi piace, in particolare amo quello della Serie C perché in esso ci sono atleti che hanno dei valori ed hanno il sogno di compiere qualcosa di bello.
Un giorno un uomo, che di questo sport ne capisce, mi disse di non prendere dei calciatori che hanno dei conti in banca ma quelli che non lo hanno perché i soldi sognano di farli.
Ho compiuto degli errori e quello più importante è stato, nell'ultimo periodo, l'aver smesso di fare il presidente della mia squadra affascinato dal fatto di aver raggiunto certi risultati.
Dando ascolto a chi me lo consigliava, ho pensato che fosse giusto stare un po' in disparte ed ho sbagliato.
Su Carli posso dire che è un uomo che crede ed ama il suo lavoro.
Mi ha detto che pagherebbe per fare ciò che più gli piace e io faccio la stessa cosa perché mi piace e perché mi dà calore umano.
La Stampa deve dare un grosso contributo, non dovete mentire per difenderci ma evitare di mentire per fare scoop". 
Vigorito, quindi, è passato a spiegare il perché della nomina di un direttore tecnico: "E' una necessità che avanzo da 17 anni, mettendo insieme i direttori della prima squadra e della seconda.
Tutte le volte che è arrivato qualcuno, mi ha promesso che sarebbe andato nel settore giovanile senza farlo.
Carli ha dato la sua disponibilità". 
Sul nuovo allenatore ha aggiunto: "Lo dobbiamo individuare il prima possibile.
Sono contento di Carli perché è una persona che lavora anche dieci ore al giorno per preparare le cose da fare nelle altre dodici.
L'accordo stipulato con lui, da contratto, inizierà dal prossimo 1° luglio ma già sta qui e sta lavorando per questa squadra senza chiedere nulla.
Lo ha fatto perché, quella del tecnico, è una situazione che va affrontata adesso.
La squadra la costruisce Carli d'intesa con l'allenatore, parlandone anche con il presidente". 
Il patron, quindi, ha precisato meglio il rapporto tra il direttore Carli ed il settore giovanile, sottolineando come qui la proprietà continuerà ad essere presente con Diego Palermo che resterà nel suo ruolo.
Proprio Palermo ha già incontrato diverse volte Carli avendo avuto con lui dei lunghi colloqui.
"Ho visto - ha detto Vigorito - un grande entusiasmo da parte di entrambi anche se il lavoro da compiere è importante.
Quest'anno, infatti, ci siamo qualificati ai play-off ma c'è da dire che difficilmente superiamo il primo turno.
Se ogni anno arriviamo agli spareggi e poi non superiamo il livello, vuol dire che non l'abbiamo maturato.
Sono sedici anni che il Benevento spende per il vivaio più di tante squadre che spendono in C e qualcuna anche in B.
Non è l'unico motivo per il quale abbiamo chiesto al direttore Carli di darci una mano, ci fidiamo molto delle sue capacità". 
Quindi sul calcio ha detto: "Dobbiamo investire nell'animo originale del calcio, entrando nella comunità della città che ci ospita, interpetrandone gli umori.
E' l'anima di una città che deve arrivare a un presidente di calcio.
Il calcio è comunità, partecipazione, solidarietà.
Bisogna costruire la fabbrica dei calciatori. Questa città può farlo, deve solo convincerli che anche quando la partita è brutta devono sudare la maglia.
Qua se sudano la maglia e perdono è la stessa cosa".
Tornando a parlare di Carli ha aggiunto: "Negli ultimi due anni sono venuto anche io un po' meno come presidente e Carli mi sta facendo ritrovare il sorriso e la voglia di stare qua.
Se mi sia venuto il piacere dopo una retrocessione, lo dobbiamo anche a questo signore".
Il presidente ha, quindi, spiegato: "Molte decisioni dovevano essere prese per tempo e questo non l'ho fatto perché ho frequentato poco la squadra perché ho un'azienda che in questo momento ha un carico di lavoro enorme, non è facile seguire la burocrazia italiana. Non ho tenuto presente che l'azienda calcio valeva 30 milioni e forse era meglio se stavo qua.
Ho mollato un po', ma come dico sempre è che se uno sa dove ha mollato, probabilmente riesce a recuperare".
Infine sul contratto triennale al direttore ha detto: "Sono sicuro che Carli darà molto a questa città.
E' come il bambino che sulla spiaggia tiene un aquilone e non lo lascia. E' lo stile delle persone che preferisco perché penso che le cose, quando non c'è un interesse venale, si fanno per amore.
Quest'uomo ama il calcio, altrimenti non sarebbe venuto in C.
Questo non è un progetto ma un disegno e una speranza di trovare gli uomini giusti per ritrovarci tutti, dopo che è passata una tempesta".

Sensazioni ed emozioni per questo nuovo incarico nelle parole, con una cadenza che denota le sue origini toscane, di Marcello Carli.
"Sono strafelice. Vigorito mi ha chiamato in un momento difficile per lui, ma anche per me.
Vengo da una esperienza negativa (Parma ndr) e non ho mai cercato scuse. Me ne sono stato a casa a tenermi dentro gli errori.
Cercavo un posto che avesse determinate caratteristiche.
Gli ho dato la mano in modo convinto e credo di aver fatto la scelta giusta.
Questo non vuol dire che farò bene, sicuramente ho tanto da tirare fuori.
Per quanto riguarda l'allenatore, ho le idee ben chiare nella mia testa e con esse anche il nome.
Voglio prendere gente che veda Benevento come qualcosa di straordinario perché per me Benevento è un qualcosa di straordinario.
A me non importa la categoria.
Voglio prendere un ragazzo giovane e con entusiasmo, ma deve essere bravo e ci deve piacere.
Ci piace ricominciare e prendere un profilo giovane. Il Benevento non deve avere il problema dell'allenatore, in tanti verrebbero di corsa". 
Sugli atleti sotto contratto ha spiegato: "Ho parlato con alcuni procuratori. La volontà è quella di cambiare ma abbiamo il problema dei contratti e la situazione non è semplice.
Su quattro o cinque nomi siamo abbastanza convinti che bisogna cambiarli sicuramente, su altri vedremo.
Il Benevento, nel corso della sua storia, ha fatto qualcosa d'importante e straordinario ma sta vivendo un momento difficile dopo la retrocessione.
Quello che dobbiamo fare, innanzitutto, è dare una identità forte a questa squadra.
Dobbiamo creare un gruppo fresco che faccia un bel campionato.
Vincere è bello ed importante ma ciò che conta è che alla gente sia diano emozioni, altrimenti non ci sarebbe motivo di esistere.
Dobbiamo far ritornare la gente allo stadio e farla divertire: questo è il primo step che non dobbiamo fallire.
Dicono che non conosco la C, per la verità non conoscevo neanche la B, così come la A.
Devo essere onesto ho fatto più danni all'ultimo anno piuttosto che nel primo. Non ho paura della categoria ed ho una grande voglia d'iniziare a programmare.
Prima di prendere la decisione di venire qui ho chiesto al presidente se avesse ancora l'entusiasmo di continuare e dalla sua risposta ho capito che le aveva, facendomi tornare la voglia di rimettermi in campo.
Sarà un campionato difficile, dove ci sarà da soffrire ma anche da gioire.
Quello che, in questo momento, ritengo essere importante è la scelta di quello che sarà l'allenatore, il nostro condottiero, colui il quale dovrà guidare la squadra.
Sarà necessario non sbagliare la scelta e, poi, determinante sarà dargli una mano e metterlo nelle condizioni di fare bene. 
Lo sceglierò insieme con il presidente. 
Andrea Agostinelli già sa tutto, non si possono sbagliare gli atteggiamenti, e sono diverse sere che stiamo andando a cena insieme.
Come società abbiamo apprezzato il lavoro svolto e, per questo, abbiamo in mente l'idea di tenerlo proponendogli un ruolo nell'area scouting visto che è un grande conoscitore del mondo del calcio.
Non esistono giovani e vecchi.
Ci sono calciatori di livello morale, fisico e tecnico che sono straordinari per il posto dove sono.
Qui può restare anche qualche vecchio ma soltanto se amano la piazza e l'ambiente dove lavorano.
Abbiamo l'idea di mettere ragazzi che sono nostri e del settore giovanile. Il giovane bisogna saperlo aspettare, altrimenti non cresce.
In testa ho l'ultimo anno che ho fatto dove sono consapevole di aver compiuto diversi errori.
Ora ciò che non posso sbagliare è ridare un'anima a questo club.
I risultati straordinari sono già arrivati, difficilmente potrò fare meglio.
Siccome si è perso qualcosa per strada, il mio obiettivo sarà quello di trovare questo.
Se non ci riuscirò, allora avrò fallito.
Le caratteristiche devono essere quelle di una squadra garibaldina che faccia emozionare.
Per il Benevento, mentalmente ho firmato un mese fa perché cercavo un posto dove potermi tornare a divertire.
Dobbiamo tornare a fare in modo che qui si trovi un'emozione".
Sui singoli il cui contratto terminerà il prossimo 30 giugno ha concluso: "Manfredini è un ragazzo che vogliamo tenere anche se non abbiamo ancora fatto la trattativa".

 

 

 

 

comunicato n.157180



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