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Benevento, 31-01-2023 13:41 ____
Un Consiglio comunale non edificante approva il nuovo "corso dell'acqua" ma scava un ulteriore solco tra maggioranza ed opposizione
Le modifiche allo Statuto della nuova societa', proposte dalla minoranza, sono state tutte dichiarate inammissibili. Mastella stizzito sbotta sulla trasformazione dell'Aula del Consiglio in un Tribunale ed attacca malamente Perifano che risponde definendolo ridicolo
Nostro servizio
  

Un Consiglio comunale molto lungo per la trattazione di un solo punto posto all'ordine del giorno, è andato avanti dalle 9.55 alle 13.20, ed ha registrato momenti di grande tensione ed asprezza tra i componenti dell'opposizione ed il sindaco Mastella, soprattutto, che peraltro ha disertato l'Aula per quasi tutta la durata del civico Consesso.
Si è dovuto attendere che le schermaglie procedurali iniziali terminassero affinché l'assessore alle Opere Pubbliche, Mario Pasquariello, prendesse la parola per relazionare sul punto all'ordine del giorno.
Questo è avvento alle 11.30, un'ora e mezza dopo l'inizio dei lavori.
La prima parte della riunione si è consumata sulla discussione di pregiudiziali presentate dall'opposizione, tutte bocciate dalla maggioranza, che hanno riguardato essenzialmente aspetti giudirici ed organizzativi della questione.
La minoranza, è stato detto, altro non poteva fare visto l'approdo certo della seduta che aveva all'ordine del giorno: "Affidamento Servizio Idrico Integrato dell'Ambito Distrettuale Sannita. Adesione deliberato Eic 69/2022 ed approvazione dello statuto della società mista "Sannio Acque Srl".
Questo però indisporrà il sindaco Mastella e lo dirà nel suo breve ma spigoloso intervento in Aula.
Forse la sua uscita dalla riunione, ma è una nostra supposizione, è stata motivata anche da questo fatto e cioè che egli non intendeva assistere allo scorrere di interventi che non possono far parte di una interlocuzione politica. Cioè non è possibile svilire il tutto ad una firma digitale messa in un orario anziché un altro o alla consegna degli atti un quarto d'ora dopo il termine previsto dal Regolamento.
Questa è la parte non edificante che Mastella addebita alla minoranza e torto non ha, ma la risposta della maggioranza è stata ancora peggio visto che gli emendamenti allo Statuto che sono poi stati presentati dall'opposizione, sono stati tutti dichiarati inammissibili dal segretario generale.
Il perché, da un punto di vista giuridico, non è stato chiarito affatto se non che non era possibile emendare lo Statuto che andava approvato o respinto così com'è.
Ma al di là delle argomentazioni di diritto amministrativo, quello della solita coperta che va verso chi uno la tira di più, restano le motivazioni della politica.
Gesto pessimo, quello della maggiorana che aveva numeri a sufficienza per votare e respinere gli emendamenti e non di farli dichiarare non ammissibili.
Questo è stato il brutto Consiglio comunale di oggi.
La seduta è stata aperta con la presenza di 31 consiglieri. Assenti Vincenzo Sguera e Gerardo Giorgione.
Ad aprire la lunga sequela di pregiudiziali (sono atti propedeutici ad ogni discussione, queste pregiudiziali e non possono essere stoppate dal presidente del Consiglio, perché se ritenuti validi, essi possono mutare il corso della seduta consiliare ndr) è stata Rosetta De Stasio, che ha parlato della convocazione, per esprimere il necessario parere, delle Commissioni consiliari competenti: Ambiente, Lavori Pubblici e Turismo e Patrimonio del 24 gennaio, convocate solo il giorno prima ed a meno di 24 ore dalla loro adunanza.
I documenti da esaminare sono stati inviati, ma non tutti e tra i mancanti c'era anche addirittura lo Statuto, il documento principe che avrebbe dovuto essere discusso ed approvato oggi in Consiglio.
A questo punto ho chiesto, ha proseguito De Stasio, un rinvio di quella seduta della Commissione, di un paio di giorni. La richiesta non è stata accolta ed il parere è stato formalizzato.
A questo punto devo sottolineare che se non c’è l’invio o il deposito nelle 24 ore prima della riunione, il parere reso è nullo ed è nulla, dunque, la seduta di Consiglio che non può esaminare nessun atto senza il parere delle competenti Commissioni.
Lo Statuto è arrivato dopo la celebrazione delle Commissioni, a parere già espresso.
Dunque chiedo che venga dichiarata nulla la seduta di questi Consiglio.
Chiedo il rispetto del Regolamento, ha concluso De Stasio e soprattutto non voglio trovarmi nelle condizioni di dover votare un argomento solo per ordini giunti dall’alto.
Io non intendo partecipare ad una seduta che ritengo sia nulla.
Ad intervenire, per la maggioranza, è stato quindi Luigi Scarinzi il quale ha contestato quanto detto da De Stasio. I documenti sono stati inviati per tempo sulle chat dei consiglieri e solo per dimenticanza del presidente Farese, era saltato l’allegato relativo allo Statuto. Un incidente.
Successivamente sono state convocate quattro Commissioni congiunte proprio per chi avesse voluto approfondire la questione. Questo avrebbe anche consentito di venire in Consiglio senza la necessità di porre in essere un atteggiamento dilatorio. E’ solo strumentale il comportamento di De Stasio.
Giovanni De Lorenzo ha chiesto al segretario comunale di verificare l’arrivo agli atti del parere dei Revisori dei Conti.
Francesco Farese nel suo intervento ha subito detto che il tutto è nato da un suo errore fatto  senza malafede e di cui me ne sono già scusato, ha detto.
Sottolineo però che non c’è obbligo di trasmettere gli atti ai consiglieri. Tocca a loro ricavare i documenti dal luogo dove essi sono depositati e cioè dalla segreteria generale.
Rosetta De Stasio ha incalzato dicendo che nelle 24 ore precedenti non si sapeva che ci sarebbero state le riunioni della Commissioni e dunque perché un consigliere sarebbe dovuto andare in segreteria? A prendere che cosa? Dispiace l’atteggiamento di prevaricazione non giustificato da nulla visto che c’era stata la richiesta solo di un rinvio di due giorni.
Scarinzi ha ribattuto dicendo che bisogna evitare atteggiamenti dilatori ed a questo punto sarebbe stato utile per l'opposizione non presentarsi proprio in Consiglio.
Francesco De Pierro, il vice sindaco, ha ribadito anch'egli che, al netto della sgrammaticatura istituzionale che eccepisce De Stasio, il Regolamento sancisce che i documenti devono essere depositati almeno 5 giorni prima in segreteria e questa proposta di delibera è depositata agli atti dal 19 gennaio…
E De Stasio di rimando: E noi come potevamo saperlo?
E De Pierro: Tutti i successivi atti sono stati resi disponibili dal giorno 20.
Giovanna Megna ha ribattuto: Non il 20 ma il 23 gennaio.
De Pierro: Gli atti sono pubblici e potete acquisire tutto ciò che volete. Ribadisco: I cinque giorni prima della seduta sono stati rispettati.
Il segretario generale Riccardo Feola ha ribadito che gli atti sono stati depositati il 19 gennaio ed il successivo 23 è giunto anche il parere dei revisori dei conti e dunque termine rispettato.
Il parere sulla pregiudiziale di De Stasio è dunque negativo e non c’è nessuna questione relativa alle 24 ore.
Megna ha ribadito: Lei dice che è stato rispettato il termine delle 24 ore?
E Feola di rimando: E' stato rispettato l’art. 35 del Regolamento. Dalla data del 23 gennaio tutto è stato depositato.
E De Stasio: A che ora?
Feola a questo punto ha cominciato a cercare nel computer.
Nel frattempo Maria Carmina Mignone è intervenuta per dire che è pretestuosa l'argomentazione di De Stasio. Parliamo di 30 minuti... ed allora perché vi siete presentati in Aula?
A questo punto il segretario Feola ha risposto: Il parere è stato inviato alle 10.19, dunque nei termini.
Antonio Picariello ha ribadito che resta un atto di cortesia quello di inviare i documenti ai consiglieri.
A questo punto la pregiudiziale di De Stasio è stata votata con 21 voti contrari e 9 favorevoli.
Ad intervenire per una nuova pregiudiziale, è stato Luigi Diego Perifano il quale ha stigmatizzato le troppo severe considerazioni fatte da Scarinzi sull’opposizione e se pensa che siamo qui per perdere tempo sbaglia. Abbiate pazienza, dobbiamo fare il nostro lavoro.
Perifano ha quindi illustrato la sua pregiudiziale chiedendo il ritiro dell'argomento all’ordine del giorno in quanto la proposta di delibera è finalizzata alla sottoscrizione di quote di partecipazione di "Sannio Acqua", una società a partecipazione pubblica ed il cui schema deve essere preventivamente sottoposto a consultazione pubblica, cosa che non si è fatta.
La Corte dei Conti impone che lo schema venga sottoposto a forme di consultazione pubblica.
L’omissione non è stata rilevata però dai revisori dei conti, ha sottolineato Perifano che non si sono pronunciati su una palese violazione di legge.
Uno degli elementi della nostra critica è stata proprio l’assenza di un dibattito pubblico articolato ed il tempo per farlo, da ottobre ad oggi c’è stato.
Non faccio terrorismo psicologico ma il deliberato deve essere trasmesso alla Corte dei Conti.
Il presidente del collegio, Graziano Serpico: ha ribadito che nel loro parere è scritto che l'atto va inviato alla Corte dei Conti.
E Perifano di rimando: Presidente è gravissimo quello che dice. E' possibile che lei ritiene che la consultazione pubblica significhi solo la trasmissione della delibera alla Corte dei Conti?
Lei ci vuole prendere in giro...
Il segretario Feola è intervenuto per dire che i revisori hanno sottolineato una obbligatorietà anche se questa non comporta alcuna sanzione per chi non la osserva.
Relativamente poi alla partecipazione preventiva, essa non è una iniziativa che deve assumere il Comune che non ha la competenza a farlo, ma dell’Ente Idrico Campano (Eic).
Perifano ha risposto dicendo che ci troviamo di fronte ad un parossismo giuridico quello di non interpretare tutti gli articoli. L’Eic deve decidere sulla gestione, che è un’altra cosa. Qui c’è una sola legge da rispettare ed è il testo unico sulle società partecipate e la norma dice che la consultazione va fatta sulla proposta di delibera, un adempimento questo che non ha rilevato né il segretario comunale e né il collegio dei revisori.
La pregiudiziale di Perifano è stata votata con 21 voti contrari e 9 favorevoli.
De Lorenzo ha presentato quindi una nuova pregiudiziale sul parere dei revisori e quindi sul profilo della incompletezza con presunta nullità.
Peraltro, ha detto De Lorenzo, una delle firme sul verbale è stata posta ben prima dell’orario di stesura del verbale medesimo. Questo nei inficia la legittimità.
Esso poi è incompleto perché non si fa riferimento alla deliberazione dell’Eic.
Chiedo pertanto, ha concluso De Lorenzo, di dichiarare nullo il parere del Collegio dei revisori o in subordine ricevere chiarimenti.
Il presidente Serpico a proposito della sua firma digitale che è comparsa con un orario sbagliato ha detto che egli ha un problema sulla posta elettronica e che tutti i documenti continuano ad essere esposti con firme che portano un orario diverso da quello reale.
De Stasio a questo punto è andata su tutte le furie: E lei così lo dice? Questo è un falso in atto pubblico. E’ una cosa gravissima.
E' stato a questo punto che, entrando in Aula, è intervenuto il sindaco Mastella.
Qui mi sembra di trovarmi in un Tribunale e non in un organo politico, ha detto.
Stiamo adempiendo ad una disposizione del governo centrale e ad una ingiunzione della Regione.
E qui ha anche citato l'intervento di oggi di Angelo Moretti su "Avvenire", il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), dal titolo: "Cooperazione. Acqua pubblica, cittadini coinvolti nella gestione" (questa coincidenza deve aver dato un fastidio ulteriore al sindaco ndr).
Ho dato già mandato ai miei legali per querelare chi dice che in tutta questa vicenda io avrei degli interessi.
La Corte dei Conti a cui mi sono rivolto, mi ha risposto dicendo che l’atto che andiamo ad approvare è obbligato anche per i Comuni in dissesto.
A noi poi toccherà discutere nell’Eic per cercare di migliorare il servizio e raggiungere le nostre contrade con le condotte.
Peraltro questa delibera l'hanno già votata i Comuni di Apice e di Telese Terme che non sono certamente vicini alla mia componente politica.
Poi il sindaco rivolto all'opposizione ha nuovamente detto: Perché non vi siete incazzati quando il Comune controllava in Gesesa il 37% del capitale mentre oggi nella nuova società il pubblico detiene il 55%?
Ma che cosa volete?
Poi rivolto a Perifano ha affondato la lama su fatti personali: Lei ha votato contro il riconoscimento del debito fuori bilancio per il pagamento delle quote arretrate alla Samte mentre noi abbiamo votato a favore ma chi ne usufruisce in definitiva è lei perché ora riceverà il pagamento di 40mila euro derivante da un suo compenso quale avvocato.
Mastella chiuso il suo intervento ha lasciato l'Aula ma Perifano lo ha rincorso con la voce ed è stato altrettanto duro mentre il presidente Parente cercava di contenerlo: Sei ridicolo, ha detto rivolto a Mastella dandogli anche del tu, e vai via che non sei nelle condizioni di reggere il confronto.
A questo punto la parola è tornata al segretario Feola il quale ha ribadito che sulla vicenda della firma abbiamo preso atto della responsabilità che si è assunta il presidente Serpico.
De Stasio non ha perso l'occasione a questo punto per insistere: Allora è tutto falso quello che fa il presidente del Collegio revisori. E' certificato. Non se ne può più.
Al termine si è passati alla votazione ed anche la pregiudiziale di De Lorenzo è stata affossata : con 9 voti favorevoli e 21 contrari.
Perifano ha preso la parola per una sua pregiudiziale facendola precedere ancora da una coda polemica con Mastella:
Se si viene in Aula e pensa di intimidire un consigliere di opposizione facendo riferimento a tutto ciò che non c’entra con l’argomento, non ci sto.
Se questo signore pensa di intimidire un consigliere con questi argomenti ha sbagliato indirizzo. Questo è bene che si sappia ed anche che non siamo abituati a piegare la schiena.
Le insinuazioni volgari e cretine sulle attività professionali che ciascuno di noi svolge, non vanno bene.
Detto questo, rilevo, ha proseguito Perifano, ai revisori dei conti, che la proposta di delibera manca di motivazione analitica con articolato ragionamento sulla motivazione di adesione alla società sia sotto il profilo della convenienza economica che e sulla sostenibilità finanziaria.
La pregiudiziale di Perifano, l'ultima, è stata votata con 9 voti favorevoli e 21 contrari.
A questo punto De Stasio ha ribadito che nel ritenere nulla la seduta lei l'abbandona, ed è andata via.
E siamo arrivati così alle ore 11.30 quando l'assessore Mario Pasquariello ha cominciato a relazionare ribadendo l’obbligo alla nascita della società pena il commissariamento, quello che vogliono i consiglieri di opposizione evidentemente, ha detto subito.
Poi ha rifatto la storia dell'intera vicenda ed ha annunciato che l'atto contiene anche un impegno di spesa di 114.400 euro per la sottoscrizione del capitale sociale della nuova società, 2 euro per ogni abitante.
Ultimata la relazione di Pasquariello si è aperta la discussione con l'intervento di Angelo Moretti: Invito a lavorare in maniera unitaria su un tema epocale, ha detto il consigliere.
Il voto avrà un effetto che investirà un'epoca e ci dovremmo sentire mortificati a dover votare con questa fretta solo per entrare nelle grazie del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (e da qui, da questo Piano, che parte la fissazione di termini per ottemperare ai quali si minaccia il commissariamento ndr).
Nulla di più sbagliato anche perché lo Stato è già inadempiente su alcuni suoi obiettivi fissati dal Pnrr.
Noi siamo già commissariati. Lo abbiamo il commisssariamento reale sui fiumi perché non abbiamo il depuratore.
Pur dovendo rimanere nell’ambito pubblico resta la interpretazione estensiva del 49% al privato ed il 51% al pubblico.
La fretta ha fatto commettere una serie di errori in questo percorso il che dimostra improvvisazione nel far nascere un Ambito idrico il 5 ottobre e pensare di approvare poi una società mista entro il 20 gennaio (primo termine fissato).
Noi dobbiamo decidere solo perché qualcuno ci fa credere che bisogna farlo entro determinati termini.
Il Piano d'Ambito si dice sia stato però solo adottato e non approvato, ma queste sono solo affermazioni lessicali mentre qui parliamo dell’acqua ed arrivarci con questa fretta ed uno statuto senza consultazione popolare, non va bene.
Bisogna fermare la macchine ed aprire un dibattito sull’acqua.
E’ follia pensare di doverlo fare solo per non restare fuori i finanziamenti su un tema che ha una durata intergenerazionale.
L’orgoglio sannita qui è completamente mortificato.
Presentiamo qui, come opposizione, i nostri emendamenti correttivi (saranno una ventina ndr) ma non è questo.
Prendiamoci il tempo utile e non agiamo per la paura di un qualcosa. La discussione collettiva non c’è.
Il Governo dovrà cambiare le date. Anche sugli asili nido, dove siamo inadempienti, ha rivisto le scadenze.
Ed allora come emendamento allo Statuto Moretti ha proposto di consentire che il privato arrivi al massimo al 30% del capitale.
L'amministratore delegato poi non deve andare al socio privato ma deve essere designato dal Comune di Benevento attraverso una selezione pubblica. Infine, il numero dei componenti del consiglio di amministrazione devono scendere da 5 a 3.
Luigia Piccaluga ha presentato altri due emendamenti.
Il primo per mutare il nome della società da "Sannio acqua" a "Sannio acqua buona" e l'altro riferito alla rendicontazione che deve essere trimestrale, ora questo tempo non è definito.
Floriana Fioretti ha ribadito la necessità della partecipazione di tutti gli amministratori del Sannio approfondendo necessariamente alcune tematiche.
Relativamente ai suoi emendamenti ha detto che fa piacere riscontrare la centralità assegnata alla nostra città, ma il potere è tutto concentrato nelle mani del sindaco senza alcuna procedura di evidenza pubblica.
No, poi, ad una maggioranza nelle decisioni dei 4/5 mentre occorre dei 2/3 dei consiglieri in carica. Altro emendamento è che devono essere due gli amministratrori di parte pubblica con l'attribuzione dell'amministratore delegato mentre al socio privato va la presidenza del Consiglio.
Giovanna Megna nel suo intervento ha stigmatizzato innanzitutto il dover parlare in un'Aula semivuota, evidentemente l'argomento non è sentito.
Alla delibera che ci viene proposta, ha proseguito Megna, manca un pezzo dal copia ed incolla di Pompilio Forgione e poi nessuno ha letto lo Statuto (Pasquariello annuisce ma poi parla solo di una punteggiatura saltata ndr).
E tutto colpa della fretta e del nostro ruolo ridotto a copia ed incolla.
Megna ha quindi stigmatizzato la parcellizzazione delle quote che dà solo spazio al privato.
Noi abbiamo solo piccole quote visto che il totale è diviso in tante piccole e piccolissime partecipazioni tra i tanti comuni.
Chi ha deciso e quando che il capitale sia per il 55% in mano pubblica e per il 45% in mano privata?
Chi ha deciso che bisogna pagare una quota di adesione pari a 2 euro per abitante? Andiamo avanti a sentimento, questa è la sensazione che ho.
Come la dobbiamo fare, cosa fare non è scritto da nessuna parte.
Il tutto sta però nel Piano d’Ambito che avete ritenuto invece che non faccia parte di questa delibera.
Noi per 450mila euro, la quota che devono versare i Comuni, diamo tutto in mano ai privati.
E poi, ha proseguito Megna, chi l’ha detto che saremo commissariati?
Lo ha detto De Luca? Assolutamente no. Al massimo si va avanti con la costituzione della società e noi potremmo anche aderire in un secondo momento. Quindi sono solo motivi di opportunità politica.
L'emendamento di Megna è stato che al socio privato vada il 30% del capitale ed il restante 70% al pubblico che avrebbe così una quota di capitale pari a 700.000 mila euro. L'altro emendamento è la tutela dell'alternanza di genere nella nomina degli amministratori.
A prendere la parola è stato quindi Alfredo Martignetti per la maggioranza il quale ha esordito dicendo che la maggior parte della discussione non ha riguardato l’ordine del giorno.
Non siamo chiamati ad approvare il Piano d’Ambito ma solo ad approvare lo Statuto della costituenda società e se tutti i Comuni facessero emendamenti, arriveremo fra 70 anni ad approvare l'atto.
Riguardo il commissariamento certo, ha detto Martignetti, possiamo aderire anche in un secondo momento, a società costituita, ma preferisco fare l’attore con coraggio e fare la scelta e non accodarmi a chi viene e decide per me.
Giovanni De Lorenzo ha sottolineato come ci viene chiesto che si debba attenere all’oggetto della delibera di oggi, ma così come proposta essa non può essere approvata. L'adesione alla delibera e l'adozione dello Statuto sono due cose diverse.
De Lorenzo ha quindi proposto emendamenti attinenti alla trasparenza e quindi relativi alla pubblicazione dei verbali online, stessa cosa per l’Assemblea ed il Consiglio di Amministrazione e poi che gli amministratori possano essere rieleggibili una sola volta.
Luigi Scarinzi a questo punto si è chiesto: Ma abbiamo la competenza per emendare lo Statuto?
Ed è stato qui che il segretario Feoli ha dato la sua sentenza, molto discutibile: Tutti inammissibili gli emendamenti, ha detto. Le modifiche le può fare solo l’Eic.
Angelo Miceli nell'intervenire ha detto di restare basito dell’interpretazione del segretario.
Gli emendamenti sono possibili. Questa risposta è un'aberrazione giuridica.
Chi ha approvato questo schema di Statuto? Voglio la delibera dell’Eic che l’approva.
Questa è una delibera come si fa a dire che o accettiamo o rifiutiamo?
Quale è la normativa di riferimento che consente al segretario di dare questa risposta vista la normalità del procedimento amministrativo?
Poi Miceli ha detto che per evitare la frammentazione e la parcellizzazione del capitale in mano al pubblico, i sindaci, come hanno fatto altrove, si dovrebbero unire in una società che li rappresenti nella società "Sannio Acque" per esercitare il controllo.
Quindi Miceli ha presentato i suoi due emendamenti. Riguardo gli organi di controllo interni, ci deve essere la nomina di un solo soggetto rieleggibile per una sola volta per evitare il poltronificio con pratiche a voi note. Secondo emendamento, il controllo contabile esercitato da un revisore  selezionato con evidenza pubblica previa determinazione del compenso.
Luigi Perifano nel suo intervento si è detto sconfortato per quanto sta avvenendo in Aula.
E' inutile continuare sulle questioni giuridiche altrimenti mi tocca restituire la laurea alla "Federico II" e destituirmi dall’Ordine degli Avvocati.
Questo non è un Consorzio obbligatorio per cui lo Statuto va approvato e basta, ha detto Perifano.
Non esiste la società obbligatoria nel novero delle società miste pubblico-privato.
Attenzione poi, ha sottolineato ancora Perifano, siamo ad un punto di non ritorno non consentendo di votare gli emendamenti.
Volete far valere la forza di numeri ma non si possono stravolgere le procedure.
Noi siamo scevri da pregiudizi ma con l'aspettativa di discutere di acqua buona con inquinamento ancora presente nei pozzi che distribuiscono acqua da bere a mezza città e del tema delle tariffe mai affrontato e dei progetti infrastrutturali e delle reti colabrodo.
Di questo avremmo dovuto discutere.
Neanche negli ultimi 4 mesi siamo stati in grado di dibattere.
Perché non si è fatto?
Non solo in Molise con "Molise Acque" ma anche alla variegata Caserta, i 104 comuni della provincia hanno deciso di costituire la società "Terra di Lavoro" interamente pubblica.
Le soluzioni dunque ci sono e non appartengono solo al Nord evoluto.
Non abbiamo voluto confrontarci, questa è la verità.
Non è vero che c’è Annibale alle porte così come non è vero che da domani avremo un gestore unico. Forse ci arriveremo nel 2027.
Marcello Palladino ha parlato di un sistema di distribuzione dell’acqua che riserva grandi criticità.
Ci siamo trovati nel Consiglio di Distretto ed in questa scelta chiamati a deliberare abbiamo optato per questa forma di gestione con controllo pubblico e con un Consiglio di Amministrazione dalle ampie competenze su cui dobbiamo vigilare.
Francesco Farese ha parlato di un atto frutto della volontà politica espressa dal territorio, questo non bisogna dimenticarlo.
Dunque non stiamo ratificando qualcosa di estraneo a noi.
Lo spettro del commissariamento non è un elemento determinante ma da valutare.
Riguardo l’orario sulle firma digitale riferita al presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, essa non ha valore neanche come data perché serve solo alla identificazione di chi firma.
Francesco De Pierro ha infine ringraziato i consiglieri di maggioranza e di minoranza pur nella diversità che anche essa è arricchimento.
A Miceli ha detto che se avesse letto più attentamente la norma avrebbe visto che il Consiglio è chiamato solo ad uniformarsi sul piano politico alla delibera e tutte le modifiche allo schema sono delegate all’Assemblea dei sindaci.
Le modifiche statutarie richieste, dunque sono rinviate e le potrà proporre anche lo stesso Comune di Benevento.
Le tariffe poi sono regolamentate da Arera.
Qui in verità si preferisce un quadriennio di commissariamento al coraggio di una scelta ma questa è una resa, ha concluso De Pierro rivolgendosi a Moretti.
Alla fine la delibera è stata votata con 21 voti favorevoli e 7 contrari.
L'avventura comincia e speriamo bene.

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.154839



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