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Benevento, 28-01-2023 22:25 ____
Sul palcoscenico del Sant'Agostino le corali di Eugenio Bennato "Qualcuno sulla terra" ed il ruolo che ha l'uomo in cio' che accade
C'e' sempre qualcuno sulla terra dietro ogni disastro dell'umanita', dietro ogni scelta scellerata. Cosi' come ci puo' esserci qualcuno di noi pronto a fronteggiare la realta' che soprattutto in questo tempo ci sembra davvero sconcertante. Il prologo allo spettacolo di Aglaia McClintock ha trattato della Via Appia
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Eugenio Bennato ha proposto all'Auditorium Sant'Agostino, affollato come da tradizione, nell'ambito della Stagione artistica promossa dall'Accademia di Santa Sofia con la direzione artistica di Marcella Parziale (nella prima foto in basso alla presentazione dell'evento), lo spettacolo "Qualcuno sulla Terra", un titolo carico di aspettative ma anche di problematiche che vengono proposte ed evidenziate in un momento particolarmente delicato della vita di questo nostro mondo.
In effetti sono corali che ho scritto e che compongono poi "Qualcuno sulla terra" sulla creazione del mondo e sul ruolo dell'uomo sulla terra, ci ha detto Bennato in una chiacchierata prima che lo spettacolo cominciasse.
L'ho scritta questa raccolta di brani non tanti anni fa per il Teatro San Carlo. La trovo però molto attuale.
C'è sempre qualcuno sulla terra dietro ogni disastro dell'umanità, dietro ogni scelta scellerata. Così come ci può essere sulla terra, e dunque qualcuno di noi, a fronteggiare la realtà che soprattutto in questo tempo ci sembra davvero sconcertante.
Dietro ogni guerra, ha proseguito Bennato, c'è qualcuno, dietro ogni acquiescenza ci sono interessi.
Il messaggio che penso arrivi da questo concerto è la responsabilità dell'uomo e di ogni uomo per quello che succede all'umanità.
Tutto questo, abbiamo ancora detto parlandone con Bennato, viene rappresentato stasera con i suoni meditterranei che hanno da sempre caratterizzato la sua intera produzione artistica?
Sì, proprio così, ci ha risposto l'artista.
Ho formato questa ensamble di sei giovani, tutti salernitani, che hanno accolto con entusiasmo l'idea di fare un certo lavoro insieme. Stasera sono con me ed eseguiranno gran parte dei brani di questa opera che ho scritto.
Il Mediterraneo è sempre presente nella mia musica perché da sempre, dopo aver fondato la nuova Compagnia di Canto Popolare e poi i Musicanova, sono stato attratto dall'affinità di una musica che appartiene al Mediterraneo, da Marsiglia a Tangeri, da Algeri a Napoli.
Quindi un qualcosa che appartiene alla nostra storia, alla nostra vocazione, alla nostra natura, ha concluso Bennato.
Ad aprire l'evento dell'Accademia di Santa Sofia, è stato un intervento di Aglaia McClintock (nella seconda foto in basso), docente di Diritto Romano e Diritti dell'Antichità all'Università degli Studi del Sannio che ha trattato l'importante ed attualissimo tema: "Appia, Via delle genti".
McClintock ha parlato di questa strada che è stata riscoperta pezzo per pezzo, almeno tutto ciò che è rimasto, visto che l'abusivismo edilizio ha fatto strame anche di questa preesistenza storica di cui molti suoi pezzi sono ancora oggi lasciati all'incuria.
Si è riusciti però a fare degli interventi, ed a cui ho personalmente partecipato ha proseguito la docente, come quelli della pulizia di tutta l'area di Ponte Rotto con la collaborazione dei Comuni di Calvi, Venticano, San Giorgio del Sannio, Apollosa e Ceppaloni.
Mi auguro che questo movimento che parte dal basso non vada perduto.
Che tipo di monumento sarà dunque la via Appia, si è chiesto McClintock?
Certamente non sarà, anche per via della sua vastità, un singolo reperto da tutelare e valorizzare.
Si tratta di un lunghissimo percorso, per certi versi simile al cammino di Santiago de Compostela  che passa attraverso luoghi diversissimi per natura, per storia, e per cultura ed anche diversità di stratificazioni.
L'Appia è un monumentio che in sé suscita memoria, non è statico ma è dinamico come se fosse un gran fiume che attraversa anche tante popolazioni ed ecco il titolo del mio intervento di stasera, l'Appia Via delle genti.
Non pensiamo solo ai romani che hanno conquistato il mondo, ma anche a tutti gli altri popoli che lungo quella strada sono giunti a Roma.
Non era l'Appia una strada adibita solo a fini militari e commerciali. Vi è anche un'altra lettura possibile.
La via, infatti, apriva in realtà Roma agli altri popoli con tradizioni differenti e si predisponeva verso l'altro, verso il futuro con la possibilità di entrare in contatto con civiltà diverse.
Si avvaleva quel punto di approdo, anche di un altro grande elemento dell'impero romano, il diritto, che nessuna altra società era in grado di possedere al punto che il Diritto Romano veniva utilizzato anche dalle genti di altre civiltà che giungevano a Roma per dirimere le loro questioni anche di natura commerciale.
Anche questo era l'Appia, ha concluso Aglaia McClintock.

 

 

 

 

 

comunicato n.154799



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