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Benevento, 11-11-2022 19:39 ____
La campionessa paralimpica di Scherma, Rossana Pasquino, racconta all'Ail la sua vita che dall'adolescenza e' vissuta su una carrozzina
Mai lamentata pero' oltre il pensabile. Tanti i podi conquistati a livello mondiale. E' mancato quello di Tokyo, ma ci sta. Ora si tenta Parigi ma poi basta. L'atleta e' molto soddisfatta degli studi accademici che l'hanno portata sin qui ad essere professore associato. Non dimentichiamo tuttavia che su questa terra siamo di passaggio e dunque godiamoci il viaggio, questa e' la chiave di tutto
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L'Associazione Italiana Leucemie (Ail), sede provinciale intitolata a "Stefania Mottola", presieduta da Pierangela Mottola, ha ospitato in serata, alla presenza di tanti soci ed estimatori del lavoro svolto dal sodalizio, la campionessa paralimpica di sciabola e spada, Rossana Pasquino.
Nel corso della serata è stato trattato il tema: "Lo sport è salute, è forza, è vita" e Rossana Pasquino è entrata nel vivo dell'argomento raccontando, in estrema ma efficace sintesi, il percorso della sua vita da quando, adolescente, ebbe contezza della sua malattia che l'ha poi portata a dover utilizzare perennemente la carrozzina, una vicenda su cui ti accorgi di non poter intervenire.
L'adolescenza non è stata però, onestamente, ha detto Pasquino, proprio difficile anche perché ho avuto vicino amici veri e non invadenti, amici e cugini che mi hanno non fatto pesare, per esempio, l'abbandono degli sci proponendomi lo slittino e che neanche il motorino mi hanno fatto mancare legando le mie gambe alla struttura per evitare che mi facessi male.
Non nascondo, ha proseguito la campionessa, che la mazzata è stata forte ma poi piano piano ce l'ho fatta grazie anche a tutti loro.
Devo esprimere un grande grazie a Francesca Boscarelli con cui ho condiviso sia le scuole medie che le superiori e che dopo la mia triste esperienza nel fisico mi chiese di provare a fare scherma.
Ed io provai. Dalla spada sono passata alla sciabola e per ultimo sono stata prima in corsa e poi qualificata per le paralimpiadi di Tokio dove però non è andata bene.
L'unico podio che non ho conquistato è stato proprio quello di Tokyo, ma ci sta.
Ora proviamo anche Parigi, ma poi basta.
Questa è una esperienza che vale per tutti noi e che ci dice che non bisogna demordere mai, ha ribadito il presidente Pierangela Mottola.
In tutto questo non ho abbandonato poi gli studi universitari, ha detto ancora Pasquino.
Mi sono laureata nei tempi giusti e dal 2018 sono professore associato ed aspetto di essere professore ordinario dopo l'abilitazione che ho già conseguito.
Sono molto fiera, al pari dell'attività sportiva, di questa mia carriera accademica.
I miei genitori sono entrambi laureati ed anche da loro sono stata costantemente supportata con tanto affetto.
Il lavoro che svolgo è linfa vitale.
Non dimentichiamo tuttavia che su questa terra siamo di passaggio e dunque godiamoci il viaggio, questa è la chiave di tutto.

 

 

 

   

comunicato n.153305



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