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Benevento, 26-06-2022 09:35 ____
Nella meta' degli anni Trenta nacque l'Ospedale Civile che accorpava il San Diodato ed il San Gaetano da qui il nome Ospedale Civici Riuniti
Fu costruita anche la Cappella, recentemente profanata ed ospitati gli allievi della "Nunziatella" giunti da Napoli per sfuggire ai bombardamenti ed i beneventani dissero: 'U spitale nuost adda' fa bene 'a Nunziatella... ricorda De Lorenzo
Nostro servizio
  

E' della storia relativa alla cappella che sorge all'interno dell'Ospedale "Rummo" che Peppino De Lorenzo si interessa questa settimana.
"Malgrado abbia trascorso buona parte della mia vita tra le mura del "Rummo" ed essere stato tante volte nella cappella aziendale, ad onore del vero, negli anni, ad oggi, malgrado la naturale inclinazione, non ho mai cercato di recepire notizie sulla storia del luogo di culto destinato a pazienti ed operatori sanitari.
E' stata, in proposito, la sollecitazione che mi è giunta da frate Angelo Carfora, dell'Ordine dei Frati Minori, cappellano, a farmi attivare al fine di offrire una risposta, è ovvio nei limiti del possibile.
Frate Angelo, infatti, mi ha testualmente detto che quanti si trovano ad entrare nella cappella, anche familiari di pazienti, pongono la specifica domanda di conoscere l'origine della stessa.
Bene. L'Ospedale Civile, così, all'epoca, venne chiamato (nella foto di apertura come in quel tempo appariva, innanzi si scorge l'ingresso dell'allora Pronto Soccorso), fu costruito alla metà degli anni Trenta.
L'intento dei progettisti era quello di fare un modello che prendesse il posto degli Ospedali San Diodato (prima foto in basso) e San Gaetano (seconda foto in basso), poi, distrutti dalla guerra a seguito dei bombardamenti alleati dell'11 e 13 settembre 1943.
Il San Diodato dell'Ordine dei Fatebenefratelli dipendeva dall'Amministrazione comunale, anche se la sua impronta fosse religiosa. Ubicato nelle vicinanze di via Porta Rettore, era destinato ad accogliere solo pazienti maschi, mentre il San Gaetano, nel quartiere Triggio, ricoverava solo donne.
Nel 1921, si decise di farli confluire nel noto "Ospedali Civici Riuniti di Benevento".
Oggi, una lapide (nella terza foto in basso) ricorda l'ubicazione del San Diodato, ove sorgeva l'Ospedale prima di essere distrutto dai bombardamenti (nella quinta e sesta in basso).
Intorno solo campagna senza alcuna costruzione.
Nel 1946, venne istituita la prima strada di accesso che già allora venne denominata via Pacevecchia per via del noto fatto storico lì concretizzatosi.
Da informazioni assunte e ricerche fatte, la cappella, recentemente profanata, fu costruita e, contemporaneamente, inserita nel progetto iniziale dell'Ospedale, anche se in forma molto artigianale, con il preciso intento di offrire ai pazienti un luogo di preghiera.
I ricoveri veri e propri, anche ad ospedale ultimato, tardarono ad arrivare.
Infatti, nel 1943, la costruzione ospitò i componenti la Scuola Militare della Nunziatella, giunti da Napoli per sfuggire ai bombardamenti.
Si narra che i militari furono i primi visitatori a frequentare quella cappella.
I beneventani non gradirono questa intrusione e fu così che in città incominciò a circolare il detto: 'U spitale nuost addà fa bene 'a Nunziatella.
Un restauro efficiente ed un allargamento del perimetro, che rese il luogo di culto più accogliente, fu voluto dal commissario prefettizio dell'Ospedale "Rummo", Guido Delcogliano (nella quarta foto in basso), noto penalista beneventano.
Il mandato dell'avvocato Delcogliano, esponente di spicco della Democrazia Cristiana dell'epoca, durò quattro anni e, con precisione, dal 1957 al 1961.
Non solo la cappella fu resa più accogliente e funzionale, ma, nell'era Delcogliano, furono realizzati molti altri interventi, tra cui l'intero padiglione in fondo che, per tanti anni, oltre ad ospitare vari reparti, fu sede anche, per lungo tempo, del Pronto Soccorso.
L'ultimo restauro è di pochi anni fa, nel 2013 (tutte le altre foto in basso che riportano la statua di San Giuseppe al posto di quella vandalizzata di padre Pio ed una nuova Madonnina al posto di quella danneggiata dall'atto sacrilego).
Nel corso dell'inaugurazione, avvenuta il 23 settembre, fu scoperto un nuovo affresco raffigurante San Giuseppe Moscati, donato dalla stessa restauratrice, Marina Mongillo.
In quel periodo, direttore generale era Nicola Boccalone e direttore sanitario Giampiero Maria Berruti.
Su progetto dell'Ufficio Tecnico dell'Azienda Ospedaliera, la cappella fu climatizzata per renderla più accogliente.
Non mancarono, nel contempo, numerosi accorgimenti strutturali.
Oggi, dopo queste tappe, la cappella del "Rummo", a distanza di tanti anni dalla sua costruzione, potrà ancora accogliere tutti i visitatori che vorranno entrarvi".

 

 

 

 

 

comunicato n.150668



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