Benevento, 16-07-2021 18:53 |
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Palazzo Mosti trasformato da Mastella in casa di appuntamenti... politici. Quella e' la sede del Comune e non del suo comitato elettorale
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Nostro servizio |
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Il giorno 16 luglio rimarrà nella storia politica, a livello nazionale e locale, commenta con ironia Luigi Bocchino (foto), presidente dell'Associazione "Benevento Libera".
Infatti, quasi nelle stesse ore a Marina di Bibbona andava in onda "il patto della spigola" tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte del "Movimento 5 Stelle" con scadenza all'anno 2050 ed a Palazzo Mosti, trasformato per l'occasione in casa di appuntamenti politici, varcava il portone il filosofo di Poggiomarino, tal Pantaleo Annunziata, detto Leo, segretario regionale del Partito Democratico a cui il sindaco di Benevento aveva riservato la Sala della Giunta comunale per incontrare i consiglieri comunali Del Vecchio, De Pierro e Lepore, e stringere così tutti appassionatamente il "patto del solleone" con scadenza ad ottobre 2021.
Detti patti hanno certamente surclassato quelli storici ma oramai demodé di Gallipoli sul lido-ristorante "Il Bastione" tra D'Alema e Buttiglione; quello di casa Letta, Gianni a scanso di equivoci, che prese il nome del "patto della crostata" sulle riforme costituzionali finito poi in marmellata con commensali D'Alema, Fini, Marini e Berlusconi.
In tutti questi casi, escluso Benevento, nessuno aveva avuto l'ardire, potevano anche pensarlo dato il livello politico dei partecipanti, di utilizzare luoghi istituzionali, come la Casa comunale, per discutere di fatti politici e stringere o meno alleanze in vista delle prossime elezioni amministrative.
E' bene ricordare, in primis al sindaco, che Palazzo Mosti è la sede del Comune di Benevento e non certo il suo comitato elettorale: che la sala giunta è deputata alla discussione sui problemi amministrativi della città, dove si dialoga e si delibera su questioni di interesse pubblico, e non certo può assurgere a luogo di confronto politico di questo o quel partito.
Men che mai può essere utilizzata da Mastella pro domo sua, così come da tempo sta facendo con le telefonate domenicali a migliaia di cittadini beneventani con i loro stessi soldi, quelli dei contribuenti.
Ancora una volta si deve denunciare in questa città, a prescindere dalla sussistenza o meno di illeciti penali, il malcostume politico di chi ritiene che le sedi istituzionali possano essere asservite anche agli interessi politici, partitici nel caso, e non come noi riteniamo all'esclusivo servizio della comunità amministrata.
Purtroppo per i beneventani al peggio non c'è mai fine: speriamo nell'interesse di tutti, che la politica in città che oggi è indubbiamente 'na iacuvella torni ad essere protagonista.
A chi spetta il controllo sulla vita amministrativa pubblica si dia una mossa per ripristinare un minimo di rispetto delle regole e rendere così un servigio alla collettività.
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