Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 6425 volte

Benevento, 15-08-2019 09:11 ____
La partenza per la villeggiatura una volta costituiva un vero e proprio rito che veniva preparato da diversi giorni prima
E prima di chiudere definitivamente la porta di casa, la pipi' non andava trascurata. Al volante dell'auto, stipata come non mai, c'era mia madre che, nonostante una guida lenta e talvolta titubante ci faceva raggiungere la meta, ricorda De Lorenzo
Nostro servizio
  

Anche quest'anno, ripetendo una consuetudine, in occasione del Ferragosto, Peppino De Lorenzo si sofferma sull'estate che stiamo attraversando, aprendo un altro cassettino della memoria.
"Dopo un lungo e freddo inverno, siamo giunti - scrive - ad un altro Ferragosto.
Non so perché, ma, quest'anno, per sincerità, mi sento sguarnito, più del solito e mi chiedo, così come sono solito fare ogni volta, il motivo per cui, in questo particolare periodo dell'anno, per forza, sia necessario fare qualcosa.
La villeggiatura è divenuta, bisogna ammetterlo, la malattia del secolo ed è quasi doveroso fuggire dalla massa e dal caldo.
Non vorrei sbagliarmi, in modo particolare per gli adulti, l'estate appare una stagione nostalgica, fors'anche più dell'autunno.
Evoca l'infanzia, segnatamente, per chi si rende conto di essere nella fase calante della propria vita. In quel tratto dell'esistenza che è la maturità avanzata.
Da questo punto di vista, il Ferragosto, in particolare, è peggiore del Natale.
Le solitudini agostane ci sono sempre state anche se, poi, aumentano di anno in anno.
Malgrado la crisi economica in atto, che si trascina dietro l'agghiacciante inventario di altre pesanti misure fiscali e di un prevedibile vertiginoso aumento dei prezzi, mi accorgo, comunque, che intorno vi sia una inusitata euforia ed  una tendenza allo spreco, senza confronti.
Si parla, ed è vero, di povertà in aumento, tuttavia, innanzi ai lidi, nelle varie località di villeggiatura, si scorgono file interminabili di automobili; l'accesso di sera in pizzeria diventa rocambolesco qualora non vi sia stata una tempestiva prenotazione; i ristoranti sono stracolmi; prendere un caffè in autostrada, malgrado i prezzi elevati, è impresa ardua; file per accedere, sempre in autostrada, ai servizi igienici che inducono alla preventiva cateterizzazione prima di mettersi in viaggio.
Per quanti sforzi faccia, non so darmi una spiegazione in merito alla crisi tanto ventilata.
Quindi, il mare attrae giovani ed anziani.
Tuttavia, i tempi lontani delle nostre vacanze erano, decisamente, diversi.
Ricordo l'attesa del mare, la festosa discesa sulla spiaggia, la fuga estiva dalla scuola.
La località di villeggiatura era quasi sempre la stessa.
Raramente e solo in casi eccezionali, si cambiava.
Chi, da piccolo, non ha mai fatto una collezione di conchiglie?
Mi rivedo ancora nelle lunghe giornate sulla spiaggia di Pozzano, tra Castellammare di Stabia e Sorrento, dove noi bambini cercavamo, appunto, le conchiglie.
Poi, gli scatoli ripieni di telline, cozze, cannolicchi ed altri tipi di molluschi che, dopo un pò, lasciavano odori nauseabondi.
Così, regolarmente, i genitori ci obbligavano a buttarli.
Per fare il bagno esistevano, allora, regole ben precise, che andavano rispettate.
Guai ad essere imprudenti.
Tre ore di distanza dall'ultima ingestione di cibi. 
Chi non ricorda le lunghe file ai telefoni pubblici per potersi mettere in contatto con i familiari che erano rimasti a casa?
Allora non esistevano i cellulari.
Non mancavano neanche i casi in cui ci si affidava alla posta che, in quel tempo, funzionava ed il portalettere veniva due volte al giorno, di mattina e nel primo pomeriggio.
Le lettere, in quel tempo, davano sicurezza e si poteva essere ben sicuri che l'indomani o, al massimo dopo due giorni, giungevano a destinazione.
Molte di queste ultime che scrivevo a mio padre, rimasto in sede per lavorare, le conservo ancora.
Poi, lui, puntualmente, il venerdì sera ci raggiungeva e per me il suo arrivo era motivo di gioia immensa.
In questo modo, mi piaceva, da bambino, il sabato e la domenica godere per intero, in riva al mare, il filo di una delle tante storie che mio padre mi raccontava e tirarlo, con dolcezza, come si trattasse delle ali di un aquilone.
Insomma, in quel tempo, la partenza per la villeggiatura costituiva un vero e proprio rito che veniva preparato da diversi giorni prima, al fine che nulla fosse dimenticato.
Un'altra fase importante era l'andata in bagno nel momento in cui ci si accingeva a chiudere, definitivamente, la porta di casa.
La pipì, la fatidica pipì, non andava affatto trascurata.
Prima di avviarsi, nell'automobile, si poneva di tutto e, talvolta, in ultimo, per partire, era difficile entrare. Si era come delle sardine. Forse, io, essendo, per fortuna, figlio unico, godevo di un privilegio nei confronti dei miei amici che avevano fratelli e sorelle. Disponevo di più spazio da sfruttare.
Al volante c'era mia madre che, anche se, con una guida lenta e talvolta titubante, in ultimo, ci faceva raggiungere la meta.
"Sapore di sale", cantata da Gino Paoli, era la canzone sonora che, in quegli anni, si ascoltava su tutti i lidi balneari.
Erano i primi anni del '60, in cui gli italiani riprendevano a vivere, dopo la fine della guerra, lasciando alle spalle i tanti sacrifici del periodo precedente.
In sostanza, allora, l'estate era diversa, chiaramente diversa, e, forse, migliore.
Oggi, vi sono più disponibilità, maggiori agiatezze, ma non so, in tutta sincerità, se i nostri ragazzi siano più contenti di noi.
Intanto, buon ferragosto, a tutti!"

comunicato n.124664



Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 397184885 / Informativa Privacy