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Benevento, 14-06-2019 20:21 ____
Franco Bove attacca impietosamente il Museo del Sannio, che e' in condizioni pietose e la gestione del patrimonio culturale cittadino
In realta' sento dire delle cose, ma ne vedo delle altre. Questo accade in citta'. Che dire poi del Club dell'Unesco: Mi sembra il salottino di nonna speranza e sull'uso di Palazzo Paolo V: Caniggia lo aveva riportato alla funzione originaria
Nostro servizio
  

Siamo tra amici, appunto, ha esordito il presidente dell’Associazione Amici dei Musei e dei Beni Culturali, Franco Bove ed allora dobbiamo dirci tutto, con sincerità: Il Museo del Sannio è in condizioni pietose.
Siamo fermi agli anni Cinquanta e Sessanta. Siamo ancora alla impostazione di una proposta fatta di collezioni, così come lo aveva pensato Mario Rotili.
E' un Museo senza una forte caratterizzazione e che non racconta la storia della città.
Questo lo paghiamo poi in termini di attrattività.
Elio Galasso, già direttore del Museo, aveva tentato di fare un radicale cambiamento, ma non lo ha realizzato.
Franco Bove ha fatto l'esame dello stato dell'arte nel presentare il documento di analisi  dell’allestimento museale che è ospitato nella sede del monastero di S. Sofia ed ha anche colto l'occasione per parlare delle condizioni in cui versa il patrimonio culturale della città.
Al Tavolo anche Petronilla Liucci, Giuseppe Conte e Francesco Maturi, componenti del direttivo.
In questa struttura museale, ha proseguito Bove, non c'è una sala che sia dedicata al Monastero di Santa Sofia, che risultava essere il più importante dell'Italia meridionale.
Anche della stessa Santa Sofia non vi sono notizie.
Insomma questo luogo deve avere la capacità di poter narrare la città di Benevento e non lo fa mentre per farlo bisogna valorizzare le risorse che ha e tra queste certamente la collezione di monete, che però non è visibile.
Le tavole cinquecentesche di Santa Sofia sono conservate in una situazione micro-ambientale che è da definire terribile.
Che dire poi dell'archivio monastico e di quello civico che è stipato nel sottotetto, un punto sbagliatissimo.
I reperti sono a 20-30 centimetri dalle lamiere zincate: Una situazione di umidità intollerabile.
Peraltro in questo luogo l'accesso al pubblico per la consultazione non è autorizzato in quanto gran parte di questi documenti non sono catalogati e quindi potrebbero essere trafugati.
Una sezione medievale che non dà affatto l'idea di cosa fosse la città di Benevento in quel periodo.
Tutto questo significa che bisogna riprogettare questo Museo per modo da inserirlo poi nella Rete Museale dell'Italia meridionale collegandolo assieme a tutti gli altri.
Sono molti i Musei che hanno offerte deboli ed in questo segmento del mercato se non si ha qualcosa di specifico da proporre, non si va da nessuna parte.
Il nostro Istituto museale è carente, ha ancora detto Bove, anche da un punto di vista amministrativo perché, tolta la gestione dei beni culturali, le strutture sono di proprietà della Provincia mentre la gestione è della Regione e questo è sconcertante perché non è possibile, in queste condizioni, nemmeno programmare confidando in finanziamenti dello Stato.
Quindi Franco Bove ha esposto le varie tipologie di Musei e tra questi vi è certamente quello che valorizza un'opera d'arte al di là del contesto.
In Francia, invece, l'idea è quella di un Museo che è di testimonianza della storia dei luoghi: Ci sono sezioni tematiche addirittura al Louvre.
Qui dovremmo avere l'archivio del monastero di Santa Sofia con volumi e pergamente e parte dell'archivio monastico beneventano ed invece questo patrimonio documentario è diviso tra Benevento e Napoli.
Bove ha anche parlato della valorizzazione dei nostri monumenti: Si parla di tutto ciò ma alla fine è precluso l'incentivo dello studio.
In realtà io sento dire delle cose, ma ne vedo delle altre. Questo accade in città.
Poi Bove ha parlato di Palazzo Paolo V, particolarmente attenzionato in questi ultimi mesi dall'assessore alla Cultura, Rossella Del Prete, con l'intento di valorizzarlo ed attivarlo in ogni suo ambiente.
Questo Palazzo è consideratio l'ultimo broletto, o arengario. Con questo termine, a partire dall'XI secolo, si identifica, soprattutto nelle città lombarde, l'area recintata dove si solevano svolgere le assemblee cittadine e l'amministrazione della giustizia. In seguito il termine venne usato per indicare il palazzo dei consoli, del podestà e genericamente il palazzo municipale.
L'urbanista Gianfranco Caniggia, ai tempi del sindacato di Antonio Pietrantonio, insistette sul fatto che Palazzo Paolo V non dovesse essere occupato da consoli, nel nostro caso da amministratori cittadini, ma essere solo sede di comunità. Ed anche per questo in seguito fu realizzato un Teatro comico.
Insomma Caniggia tento di riportarlo allo stato originale.
Ora, propria in virtù di quella organizzazione degli ambienti, è considerato disfunzionale dall'assessore Del Prete, in quanto un certo Caniggia... (questa contestazione all'assessore, Bove l'ha fatta prima che Del Prete arrivasse in sala e dunque non è stata oggetto di polemica tra i due ndr).
E' il Museo Diocesano, ha detto ancora Bove, che ha invece le caratteristiche degli indirizzi fissati dall'International Council of Museums (Icom) che è la principale organizzazione internazionale che rappresenta i Musei e i suoi professionisti.
In poco tempo, ha raggiunto i 10mila visitatori l'anno, visitatori che dovrebbero poi riversarsi anche qui al Museo del Sannio, ma così non è.
Riguardo l'allestimento di Arcos con reperti egizi, essi avrebbero dovuto avere altre collocazioni e con una scelta di allestimento certamente meno teatrale.
Che dire poi del Club dell'Unesco: Mi sembra il salottino di nonna speranza.
Non si è mai impegnato per Santa Sofia, bene Unesco, appunto.
Andando a concludere Bove ha detto che non è possibile continuare a tenere separati la chiesa di Santa Sofia ed il Museo del Sannio.
Poi ha lanciato un allarme: Sono preoccupato per la staticità sismica del Museo. Bisogna intervenire.
Al termine della relazione, del presidente Bove, brevi interlocuzioni con Giovanni De Noia e con Rossella Del Prete.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

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