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Benevento, 13-06-2019 12:19 ____
L'arcivescovo Accrocca corregge l'immagine contemporanea di Sant'Antonio che lo riporta come un ragazzotto. Era un predicatore dalla parola tagliente
Poi ha dato un senso al pane benedetto che e' stato distribuito tra i fedeli: Non e' miracoloso, e' solo un segno ed ha raccontato sconcertato di una donna che gli ha detto: Di nascosto a mio marito ho fatto bere l'acqua di Lourdes...
Nostro servizio
  

In un'affollata chiesa di San Pasquale dove si venera Sant'Antonio da Padova, è stata celebrata dall'arcivescovo monsignor Accrocca la santa Messa in onore del Santo nel giorno a lui dedicato, un Santo che porta con sé il titolo di Dottore evangelico ed il cui insegnamento è pregevole.
Il Vangelo è la chiave, ha detto monsignor Accrocca, per capire il mondo e con il quale esplorare i nostri passi.
Antonio portava avanti il discorso missionario di Gesù muovendosi da un luogo ad un altro ed annunciando il Vangelo, talvolta anche con parola tagliente.
Tuttavia oggi a noi è giunta una immagine forse poco veritiera di lui che è rappresentanto con il classico giglio, detto di Sant'Antonio, appunto ed il bambino.
Fino al 1500 però egli veniva riportato come un uomo adulto, con in mano il libro della parola ed era questa l'immagine forse più vicina a lui.
Un uomo, quale fu Sant'Antonio, dalla parola forte e la cui predicazione spesso ha agito addirittura sulla vita di intere città.
Egli è stato durissimo anche verso quei sacerdoti e religiosi che non facevano, in tutto o in parte, il loro dovere.
Era un uomo dalla parola ferma, la statua ci propone invece poco più che un ragazzotto.
Egli a 30 anni lascia il certo, era un canonico, per l'incerto dedicandosi alla predicazione con esperienza anche eremitica.
Quindi mons. Accrocca ha toccato l'attualità ricordando che Sant'Antonio è detto da Padova e non di Padova in quanto egli era originario di Lisbona, in Portogallo.
Allora come si vede gli stranieri ci hanno portato anche dei Santi e dunque che facciamo, di loro ci pigliamo solo il buono?
Quando poi, al termine della Messa, l'arcicescovo ha benedetto il pane, detto di Sant'Antonio, che è stato poi distribuito ai fedeli, ha voluto precisare il senso di questa donazione e di questa presenza.
Il pane benedetto di Sant'Antonio è come quello di altri, di Santa Chiara, ad esempio, ma non si tratta di un pane magico.
Qui ha raccontato di una donna che gli ha raccontato: Finalmente, di nascosto, ho fatto bere a mio marito un po' dell'acqua di Lourdes...
Allora l'arcivescovo ha ribadito: Queste azioni bisogna intenderle solo come dei segni.
Infatti, è un segno la palma che si dona per la pace ma se noi siamo in lite con un nostro vicino e non abbiamo intenzione di fare pace, possiamo anche fornirci di frasche di olivo, ma non cambia assolutamente nulla.
Alla condivisione, invece, ci deve aiutare Sant'Antonio così come deve convincerci che il cibo di cui abbiamo bisogno è pure altro.
L'arcivescovo ha, infine, ricordato che con oggi si chiude l'anno sociale della Caritas (la Santa Messa è stata allietata dai canti animati anche da don Nicola De Blasio, ottimo chitarrista e corista, oltre che direttore della Caritas, appunto) ed un grande ringraziamento va a tutti i suoi operatori per quello che fanno al servizio della città. Questo ci porti anche a riscoprire il volontariato di cui c'è sempre tanto bisogno.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

comunicato n.123117



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