Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 6025 volte

Benevento, 21-02-2019 19:04 ____
Papa Francesco ha messo nuovamente l'uomo al centro del creato. Provochiamo disastri collegabili alla nostra incuria ed i costi sono quotidiani
"Il creato e le sfide ecologiche" il tema trattato alla Facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi del Sannio nel seminario rivolto essenzialmente all'aggiornamento degli insegnanti di Religione
Nostro servizio
  

Alla Facoltà di Economia dell'Università degli Studi del Sannio, si è svolto il terzo seminario di studio, riservato essenzialmente agli insegnanti di religione, appartenente al programma congiunto tra l'Ateneo sannita e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose sostenuto anche dal Dottorato di Ricerca in "Persona, Mercato, Istituzioni", diretto da Antonella Tartaglia Polcini, professore ordinario.
Il tema trattato quest'oggi è stato: "Il creato e le sfide ecologiche".
Ad aprire i lavori, è stato Francesco Vespasiano, docente di Sociologia, che ha introdotto Francesco De Feo, dottore in Teologia dogmatica, che ha descritto il mondo come un qualcosa che ci precede e che ci è stato dato.
E', dunque, esso è un dono.
L'uomo è chiamato a rispettarlo e quindi con esso l'equilibrio dell'ambiente.
La terra, ha detto De Feo, senza l'uomo si troverebbe in un processo chiuso.
Giuseppe Marotta, direttore del Demm, nel portare i saluti del Dipartimento, ha detto che nonostante San Francesco avesse parlato nel 1200 delle bellezze del creato, tutte le teorie che si sono in seguito sviluppate, a partire dal XVIII secolo, sono state di tipo individualistico e che vedeva l'uomo separato dal creato e dalla natura.
E quello cui assistiamo ancora oggi è il fallimento delle teorie con l'uomo che massimizza il profitto sfruttando le risorse naturali in maniera decisa ed indiscriminata, portando così ai visibili mutamenti climatici che altro non sono che un corto circuito provocato nel creato.
Provochiamo disastri collegabili all'incuria dell'uomo ed i costi che per essi sopportiamo sono quotidiani.
Queste teorie, ha proseguito Marotta, sono fallite perché l'uomo si sente a rischio di esistenza.
Diciamo spesso: Stiamo sotto il cielo, ma in realtà è solo un rapporto sbagliato tra l'uomo e la natura.
Oggi fortunatamente viviamo una nuova rivoluzione dettata da papa Francesco che ha messo nuovamente l'uomo al centro del creato o, laicamente parlando, al centro della natura.
L'uomo, ha concluso Marotta, va educato da bambino al rispetto dell'ambiente e questo lo deve fare la famiglia piuttosto che la scuola, altrimenti non si riuscirà mai ad invertire la marcia verso l'individualismo.
Antonella Tartaglia Polcini, docente di Diritto Civile alla Facoltà di Giurispruidenza, ha sottolineato come l'uomo non possa più pretendere di ragionare a compartimenti stagno.
La sua solitudine, peraltro, è alla base di concetti individualistici posti ai vertici delle previsioni normative.
La docente ha quindi ricordato che nel Codice del 1865 non esisteva la disciplina dei contratti ma centrale era la proprietà da declinare in termini di appartenenza.
Il diritto come espressione di un dominio, come affermavano i romani.
Nel 1942, poi, con il nuovo Codice, peraltro ancora vigente, si ribalta e si tempera l'appartenenza proponendo interessi non solo di crescita dell'uomo ma della società nella sua economia.
Arriviamo così alla centralità della persona umana sancita dalla Carta Costituzionale del 1948.
Viene quindi superata la solitudine dell'uomo.
Le successive Corti universali hanno poi stabilito una congiunzione tra diritto ed azione che è la sfida più grande.
Sono beni le cose che possono formare oggetto di diritto che non può essere disgiunto però dal dovere.
Quindi, Tartaglia Polcini ha accennato all'esperienza di Cittadinanza Attiva rivolta addirittura ai giovanissimi delle scuole medie a cui viene consegnata la responsabilità di essere ambiente.
Quando lo inquinate state inquinando voi stessi, ha detto la docente.
La sfida che propongo loro è quella di una responsabilità ambientale condivisa.
Facciamo un unico gol, ha concluso Antonella Tartaglia Polcini, consegnando così alle generazioni future un mondo preservato da aggressioni ulteriori.
Alessio Valente, docente di Geologia di Unisannio, ha parlato del creato, ovvero della natura e le sfide ecologiche e lo ha fatto introducendo le sue argomentazioni partendo da una lettera di Luca Parmitano, astronauta e militare italiano, che ha espresso in essa le sue considerazioni guardando la terra dall'alto: Il mondo è incredibilmente bello. Forse l’avevo dimenticato, ma l’ho visto da lontano, e adesso ne ho le prove.
Il futuro non vi appartiene ma è nelle vostre mani, disse invece papa Giovanni Paolo II sempre.
L'uomo è oggi nell'amiente e non fuori di esso in un sistema di connessione complesso. che aumenta se comincio ad avere delle relazioni con l'esterno.
Valente ha quindi parlato del primato della persona umana sul processo di sviluppo e sulla scienza e tecnologia.
Francesco Vespasiano ha chiuso con una constatazione e con una speranza: Stiamo di fronte non all'ultimo ma agli ultimi alberi dell'isola di Pasqua e qui ha spiegato che i nativi, per spostare i loro grandi totem, tagliarano tutti gli alberi dell'isola modificando totalmente la sua natura fino al punto che poi dovettero addirittura abbandonarla.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.120037



Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 400987203 / Informativa Privacy