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Benevento, 19-02-2019 18:13 ____
Per il procuratore Maria de Luzenberger Milnernsheim ai ragazzi, almeno fino alle elementari, bisognerebbe vietare l'uso del computer e di internet
Maria Luisa Iavarone ha raccontato il dramma di una mamma che in una scena surreale raccoglie il proprio figlio nel sangue prodotto dalle innumerevoli ferite inflittegli nel corpo. Bullismo il tema trattato dalla Facolta' di Giurisprudenza
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Nella Sala lettura del Dipartimento Demm, la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi del Sannio, ha organizzato un incontro-dibattito su un argomento di grande attualità: "Il caso Arturo. Le nuove frontiere della lotta al bullismo".
All'evento, moderato da Marco Mocella, docente di Diritto del Lavoro, hanno preso parte, per i saluti istituzionali, Giuseppe Marotta, direttore del Dipartimento Demm; Ernesto Fabiani, presidente del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza; Aldo Policastro, procuratore della Repubblica; per l'introduzione, Giovanni Conzo, procuratore della Repubblica aggiunto e poi gli interventi di Maria Luisa Iavarone, professore ordinario dell'Università degli Studi "Parthenope" e presidente dell'Associazione "Artur", sul tema: "Il ruolo delle nuove tecnollogie nel contrasto al bullismo e cyberbullismo" e Maria de Luzenberger Milnernsheim, procuratore della Repubblica del Tribunale dei minorenni di Napoli sul tema: "Legalità e responsabilità genitoriale".
Assieme a Mocella hanno organizzato l'evento Ennio Cavuoto, docente di Ordinamento Giudiziario; Annamaria Nifo, docente di Economia Politica; Katia Fiorenza, docente di Diritto Comparato e Cristina Ciancio, docente di Storia dell'Esperienza Giuridica.
Ad aprire i lavori, Giuseppe Marotta che ha sottolineato come nella scuola, intesa come istituzione, non ci sia più l'autorevolezza di una volta ed allora bisogna ripartire dalla formazione e non c'è nulla di più appropriato di quest'aula universitaria dove essa è considerata importante e necessaria.
Ernesto Fabiani, ha voluto innanzitutto ringraziare per la partecipazione, studenti e docenti degli Istituti scolastici "Alberti" e "Rummo".
La nostra Facoltà, ha proseguito Fabiani, prosegue con corsi e seminari che sono vicini ad argomenti che affrontano l'attualità ed è anche una costante il collegamento con queste nuove tecnologie.
Aldo Policastro ha definito il bullismo come l'altra faccia della violenza degli adulti e declinata secondo la giovane età.
I giovani, peraltro, sono quelli che assorbono meglio ed in negativo anche i messaggi lanciati dai mezzi di comunicazione, messaggi anche forti e duri.
Policastro ha anche parlato del ruolo del genitore, a volta addirittura diseducativo.
Il problema di questo rapporto è anche molto delicato perché bisogna capire fin dove può spingersi l'Istituzione anche quando pone in essere l'espropriazione della maternità o della paternità.
Parlando poi della tristissima vicenda che ha colpito Maria Luisa Iavarone, Policastro ha detto che in questo caso il dolore privato è stato trasformato in una battaglia collettiva.
Giovanni Conzo, ha sottolineato come sia talmente divenuta importante la materia, che su di essa, sul bullismo cioè, si è pronunciata addirittura la Cassazione che ha condannato i ragazzi che avevano messo in condizione il coetaneo a non andare più a scuola.
Il bullismo a volte è frutto di una mentalità mafiosa e camorristica che si fonda sulla natura. che si esporta da padre a figlio.
Spesso i problemi dei ragazzi sono rappresentati dalla mancanza di una visione alternativa anche perché talvolta non hanno altri spazi che quelli della piazza dove si spaccia.
Bisogna allora riflettere su come cambiare la mentalità mafiosa e soprattutto quella che si insinua nei giovani che sono il nostro futuro.
Marco Mocella a questo punto ha presentato due suoi ospiti la cui esperienza egli ha voluto offrire all'attenzione soprattutto dei tanti giovani presenti al convegno.
Maria Luisa Iavarone è divenuta un volto noto per aver preso parte a tante trasmissioni televisive dove ha raccontato e commentato il dramma di una mamma che in una scena surreale raccoglie il proprio figlio nel sangue prodotto dalle innumerevoli ferite inflittegli nel corpo da una banda di balordi.
Il suo sguardo fermo, come un lago...
Arturo, questo il nome del figlio, è stato strappato letteralmente alla morte ed ora ha un deficit respiratorio e non solo, un disturbo che mette in condizione il ragazzo di toccare ogni giorno i suoi demoni.
Non potrà mai diventare quello di prima perché ha avuto rovesciati gli ordini di priorità.
Arturo è diventato il simbolo di una città ferita che torna a sanguinare da piaghe mai curate.
Iavarone ha anche fatto una lucida analisi del contesto in cui è nato questo tentativo di omicidio nei confronti di un ragazzo che era semplicemente andato a fare delle compere e che dallla rapina del cellulare ha poi dovuto sopportare l'attacco di suoi coetanei che hanno mirato ad ucciderlo.
La dispersione scolastica è uno degli elementi da valutare tra quelli che giocano a favore dell'attecchimento della delinquenza giovanile.
In Campania essa si aggira intorno al 34% ed uno studente su tre non consegue il diploma di scuola media superiore, una cifra altissima.
Maria de Luzenberger Milnernsheim ha introdotto il suo intervento spiegando le competenze penali del Tribunale dei Minori che oggi è impegnato anche sull'aspetto civile e quindi nell'esercizio della responsabilità da parte dei genitori che diventa anche prevalente rispetto alla rilevanza penale.
Ogni giorno ci arrivano condizioni di pregiudizio dei bambini e dei ragazzi che giungono in questo segmento dell'attività del Tribunale.
Qui, a Benevento, vivete in una zona moderatamente tranquilla.
Meno accettabile è già l'avellinese da cui ci giungono tante denunce di violenza in famiglia ma anche in questo caso nulla a che vedere con il napoletano ed il casertano dove però le denunce sono addirittura inferiori a Milano ed a Bologna.
Siccome tutto ciò è però inverosimile, è ovvio che questo debba leggersi come un segno di omertà.
Maria de Luzenberger Milnernsheim ha quindi fatto una proposta "sconvolgente" e "dirompente": Fino alle elementari, ha detto, sarei dell'opinione di non dare proprio il computer ai ragazzi o l'accesso ad Internet.
E' stata molto positiva l'attenzione che ha attivato Iavarone sulla vicenda del figlio Arturo.
Un atto di generosità quello di andare oltre la vicenda personale che ha fatto fare un grosso passo in avanti alla conoscenza alzando l'attenzione sul fenomeno della criminalità giovanile.
Si parla tanto dei minorenni ma di poco ce ne occupiamo ed invece essi nella criminalità stanno diventando dei capo clan e quindi quelli ancora più piccoli di loro li emulano aspirando a raggiungere il loro carisma ed il loro "grado".
infine, Maria de Luzenberger Milnernsheim ha detto che i dati sulla dispersione scolastica sono ancora più allarmanti di quelli già drammatici esposti da Iavarone perché in realtà essi non esistono e che lei ha lottato e lotta moltissimo anche con l'Ufficio Scolastico Regionale per ottenere dati che non ci sono.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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