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Benevento, 13-12-2018 08:41 ____
Della "mappata" che veniva offerta alla propria amata nel giorno di Santa Lucia, forse non se ne ricorda piu' nessuno
In quel giorno si ponevano in un fazzolettone tanti torroni e dolcetti e poi il dono, spesso un gioiello, che si regalava alla fidanzata. Mia moglie e' stata l'unica donna che da me non ha mai avuto questo fagotto, eppure, l'ho sposata...
di Giuseppe De Lorenzo
  

Oggi, 13 dicembre, ricorre la festività di Santa Lucia.
Nella tradizione beneventana ed è naturale che così fosse, questa ricorrenza, ogni anno, ha sempre rappresentato l'inizio delle festività natalizie.
Si può essere credenti o meno, ma il Natale rimane il momento magico dell'anno.
Ecco perché è da detestare, con forza, la reazione, in verità contestabile da qualsiasi angolazione si valuti, dei due sacerdoti che, in città diverse, per protestare contro l'attuale Governo, hanno deciso di chiudere le proprie chiese per tutti i prossimi giorni di festa.
Atto, quest'ultimo, gravissimo, per il quale i vertici ecclesiastici, senza indugi, dovrebbero assumere provvedimenti severi.
Ritornando a Santa Lucia, molti giovani, di sicuro, non ne sono a conoscenza, qui da noi, questa ricorrenza racchiudeva una tradizione che molti, senza distinzione di ceto sociale, rispettavano, puntualmente, ogni anno.
Mi riferisco, per la precisione, al dono della "mappata".
Era questo un dono che si scambiavano gli innamorati, segnatamente, i fidanzati, ma che non disdegnavano di farsi anche coppie stagionate.
Il lettore si chiederà, è ovvio, in che cosa consistesse la "mappata".
Si prendeva un fazzolettone, di solito quelli colorati di uso in cucina, che si riempiva di varie specialità di torroni.
Ciò al fine che l'innamorata potesse gustare i vari sapori e scegliere così il tipo che, più degli altri, era di suo gradimento.
Il contenuto della "mappata", però, non si limitava al solo torrone, ma, secondo le possibilità economiche, nel mezzo del fazzolettone, era posizionato un dono, di solito, un gioiello.
Ecco perché la festività di Santa Lucia rappresentava un lieto inizio delle feste in arrivo.
E' una tradizione che, oggi, come tante, sono cadute nell'oblio e molti giovani non ne conoscono la pratica.
Del resto, se fosse ancora in uso, non saprei, in tutta sincerità, se, accanto ai torroni, ci fosse ancora l'uso di un gioiello, di valore o meno, oppure, uno spinello e mercanzie del genere.
Comunque, ricordo l'emozione che, ogni anno, mi prendeva nel preparare, iniziando il confezionamento da diversi giorni prima, la "mappata" per la ragazza del momento.
Il giorno di Santa Lucia era meraviglioso e si gustava ora dopo ora.
I tempi erano diversi da quelli odierni ed era impensabile confidare a mio padre, con il quale avevo un rapporto stupendo, che mi accingevo a riempire il fazzolettone, comperato, ogni volta, all'Upim di corso Garibaldi, per l'innammorata.
Quando mi trovavo in difficoltà per la scelta dell'oggetto, mi rivolgevo, in segreto, a Mario, fedele collaboratore dell'oreficeria Babuscio, di proprietà della famiglia di mia madre.
Mario ne ha, ancora oggi, un chiaro ricordo e ne abbiamo parlato, giorni fa, nel mio studio, in presenza di mia moglie, l'unica donna che da me non ha mai avuto una "mappata".
Eppure, l'ho sposata.

comunicato n.118354



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