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Benevento, 09-11-2018 14:55 ____
Si comincera' il prossimo 18 novembre a raccogliere le 3mila firme necessarie per celebrare il referendum sull'acqua pubblica
Se il quesito passera' il Comune di Benevento dovra' tenerne conto, ha detto padre Alex Zanotelli. In teoria Palazzo Mosti dovrebbe riappropriarsi di tutte le quote azionarie della Gesesa fino a diventare socio di maggioranza
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La celebrazione del Referendum sulla riaffermazione del concetto che l'acqua sia un bene comune e che dunque su di essa non si faccia profitto, è vista come una pagina importante di democrazia partecipata prevista dalla Costituzione.
Con queste parole Luigi De Giacomo, fondatore del Comitato Sannita Acqua Bene Comune, ha introdotto i lavori della Conferenza Stampa convocata per il lancio della data di inizio della raccolta delle firme che è stata stabilita per il prossimo 18 novembre, in concomitanza con analogo referendum che si celebrerà a Brescia.
L'evento potrà essere concretizzato solo se siamo tutti insieme, ha ancora detto De Giacomo che ha poi passato la parola a Giovanni Zanone che ha rappresentato il sindaco Mastella e quindi l'Amministrazione comunale in questo evento.
Il sindaco mi ha pregato di essere presente, ha detto Zanone, perché egli tiene a sottolineare la presenza del Comune a questa manifestazione e nei prossimi giorni, anche con la Commissione Affari Istituzionali da me presieduta, faremo tutto ciò che c'è da fare per consentire la celebrazione del referendum.
Il sindaco ha manifestato interesse alla vostra iniziativa.
Sin qui Zanone.
In pratica bisognerà adottare un Regolamento di attuazione dell'Istituto referendario che è sì previsto nello Statuto comunale ma che non è possibile celebrare proprio perché manca il Regolamento di attuazione.
Giovanni Seneca, presidente del Comitato Sannita Acqua Bene Comune ha auspicato che l'iniziativa sia fatta propria da tutti i beneventani che così riusciranno ad ottenere un Regolamento che integri lo Statuto comunale che è del 1996. Questo sarebbe già un ottimo risutato.
Seneca ha quindi affermato che si è giunti al Referendum nonostante ci sia stato quello nazionale del 2011, perché esso è stato totalmente disapplicato.
Il quesito referendario: "Volete voi che il gestore unico del servizio idrico integrato per il territorio comunale di Benevento rimanga integralmente in mano pubblica, senza mai concedere la possibilità di partecipazione da parte di soggetti privati?", quesito che "Gazzetta" ha già anticipato il 15 giugno scorso ai suoi lettori, è stato già depositato al Comune di Benevento ed è stato predisposto da Alberto Lucarelli, lo stesso docente universitario di Diritto Costituzionale all'Università "Federico II" di Napoli, che lo ha materialmente stilato per il 2011.
E' un problema di natura politica, ha detto Seneca, che non può essere ignorato. Siamo trasversalmente aperti a tutti coloro che vogliano dare una mano per un diritto che non è nostro ma di tutti.
Una bozza di Regolamento è già stata presentata alla Commissione presieduta da Zanone.
Luigi De Giacomo ha, infine, detto che l'attività di raccolta delle 3mila firme necessarie, si esplicherà in 120 giorni ma si confida nel fatto che non si vada oltre i 90 giorni.
A prendere la parola è stato quindi don Franco Iampietro, vicario arcivescovile, il quale ha detto che la Chiesa di Benevento incoraggia ed appoggia questa iniziativa che è peraltro in linea con quanto affermato proprio sul tema dell'acqua da papa Francesco.
Si tratta di un bene di tutti che non può rendere profitto a pochi.
I lavori sono stati conclusi dall'intervento di padre Alex Zanotelli, oramai gradito ospite fisso della città di Benevento su tale problematica, un missionario italiano, facente parte della comunità dei Comboniani, fondatore di diversi movimenti italiani tesi a creare condizioni di pace e di giustizia solidale e tra i primi promotori del referendum nazionale per l’acqua pubblica del 2011.
Padre Zanotelli ha ringraziato chi ha lavorato affinché si giungesse a questo momento oramai conclusivo della fase preparatoria.
Sull'acqua ci deve essere un'attenzione del popolo proprio come partecipazione democratica. La coscienza su questo argomento, dopo il referendum del 2011, è come se si fosse addormentata.
Cinque governi si sono succeduti ma nessuno è intervenuto sul responsso referendario facendolo diventare lettera morta.
Si è andati verso la privatizzazione e non verso la pubblicizzazione dell'acqua.
Adesso abbiamo la buona notizia che finalmente a dicembre il Parlamento ne discuterà.
C'è un po' di speranza al riguardo ma se la gente non si muove, se la gente non reagisce, ha insistito padre Alex Zanotelli, c'è ben poco da sperare in alto.
Da qui la importanza di questo referendum a Benevento che si avvia mentre a Brescia, per tutta la provincia, si va al voto.
La prima vittima del surriscaldamento del pianeta a cui stiamo andando incontro sarà l'acqua ed è per questo che i privati vogliono mettere le mani su questo bene prezioso così come ieri hanno fatto sul petrolio.
Il nuovo oro blù adesso per loro sarà l'acqua ma noi non glielo possiamo permettere.
Il referendum è chiaro che è consultivo, non produce cioè nessuna norma a livello locale.
Ma se il popolo si muove, le Istituzioni non possono far finta di nulla.
Ecco perché tutti debbono essere coinvolti.
E per questo sono contento che la Chiesa abbia appoggiato l'iniziativa andando nel solco degli insegnamenti di papa Francesco che ha parlato, per l'acqua, del diritto alla vita, una frase che si è usata sin qui per l'aborto e per l'eutanasia, lui l'ha utilizzata per l'acqua.
Se tutti si coalizzano, certamente il Comune non potrà che fare quello che ha stabilito la volontà popolare, ha concluso padre Zanotelli.
Qualora il referendum dovesse celebrarsi compiutamente ed i Sì dovessero prevalere, in teoria il Comune di Benevento dovrebbe riacquistare dalla Gesesa tutte le azioni mancanti al raggiungimento della maggioranza.
Si tratta di una operazione finanziaria di grande rilevanza ed importanza che ben difficilmente il Comune potrà concretizzare visto che addirittura non partecipa all'aumento del capitale, ben più modesto, ogni volta che il Gestore acquisisce nuovi Comuni e dunque muta il rapporto di forza all'interno della struttura.
Figurarsi, quindi, se può acquistare dal mercato le quote di Gesesa fino a raggiungere la maggioranza.
Ma questo è un altro aspetto del problema che non riguarda la enunciazione del principio contenuto nel referendum anche se all'atto pratico poi potrebbe restare tutto com'è.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

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