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Benevento, 12-10-2018 15:09 ____
Una vicenda durata 75 anni si chiude con la soddisfazione di tutti. La Provincia restituisce alla Chiesa gli amboni del Duomo
E l'arcivescovo Felice Accrocca avanza una innovativa proposta: Il "biglietto integrato" con il quale poter entrare in tutti i Musei cittadini. Il turista sara' cosi' invogliato a visitare tutto ed a rimanere piu' tempo in citta'
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La spinta finale di un convincimento che andava maturando da tempo, al presidente della Provincia Claudio Ricci, l'ha data la presenza alla Rocca dei Rettori, lo scorso 16 aprile, di tutti i vescovi della Conferenza Episcopale della Regione Campania, con a capo il cardinale Crescenzio Sepe, rappresentando con quella presenza un momento storico indiscutibile.
In quel momento, però, c'è stata anche una stretta dell'arcivescovo emerito monsignor Andrea Mugione che trattenne a sé per una mano il presidente Ricci dandogli anche uno scappellotto sulla testa quasi a rimproverarlo del fatto che non si era ancora risolta la vicenda del trasferimento alla Chiesa beneventana dei reperti della Cattedrale custoditi al Museo del Sannio dal Dopoguerra ad oggi.
Posso io "espropriare" la Provincia di questi reperti e chi sono io per farlo?
Questo dubbio ha contraddistinto i quattro anni di presidenza di Ricci, ma evidentemente anche quelli dei suoi predecessori visto che nessuno se l'era sentita di chiudere questa spigolosa partita aperta, come una ferita che non si rimargina, con la Curia locale.
Poi c'è stato l'intervento del soprintendente Buonomo e la "stretta" del vescovo Mugione, oltre che le insistenze di monsignor Mario Iadanza, vicario diocesano per i Beni Culturali e Monumentali della Chiesa beneventana e dell'arcivescovo Felice Accrocca a fare il resto.
Comunque sia, oggi la vicenda si può ritenere chiusa e questo lo si dirà, oltre che averlo sancito con la conferenza Stampa di oggi, in un convegno che si terrà in Curia, nella Biblioteca "Pacca", il prossimo 29 ottobre, alle 17.00.
Realizziamo qualcosa dal sapore storico, ha detto il presidente Ricci aprendo i lavori della Conferenza Stampa nel corso della quale ha parlato del ruolo di guida e di consigli dati, avuti dal soprintendente Buonomo.
Si chiude così una lunga partita con la Chiesa.
Qui Ricci ha parlato dell'importanza del Museo del Sannio che egli ha strappato alle competenze della Regione Campania e che ha così continuato a far vivere in maniera autonoma mentre in tutte le altre Province, in virtù della legge Delrio, questi Istituti sono stati chiusi.
Il Museo ha custodito questi reperti a partire dal Dopoguerra, senza alcuna legittimazione formale, senza cioè nessun documento o atti di rito e questo ha complicato le scelte anche nella restituzione, ha detto Ricci.
Tutti comunque sono stati concordi del fatto che grazie a questa custodia, i beni non sono andati distrutti con i bombardamenti del settembre del 1943.
Questo sono reperti che, indiscutibilmente, appartengono alla Chiesa, ha proseguito Ricci.
Nonostante ciò, in tutti questi 75 anni, è stata sempre problematica la loro restituzione.
Oggi la problematica l'abbiamo risolta, con la buona volontà di tutti.
Salvatore Buonomo, il soprintendente, ha sottolineato di come la pubblica amministrazione debba sempre rendere edotta la collettività sui passi che si compiono e questo deve essere fatto in maniera preliminare.
Quindi ha raccontato di quando fu investito della vicenda degli Amboni del Duomo dall'allora sottosegretario di Stato, Cesaro ed a cui rispose: Tenterò, ma è una controversia che va avanti da oltre 70 anni.
Chi sono io per intervenire e dirimerla?
Poi mi accorsi, ha detto Buonomo, che il terreno era fertile, che le difficoltà potevano essere superate e che si poteva tentare per un primo significativo passo nella direzione della giusta conservazione di quei beni, evitando la dispersione del patrimonio monumentale.
Nel processo di valorizzazione e di fruizione noi siamo chiamati, infatti, a rendere questi beni in una esposizione ottimale.
Poi ha assicurato le parti: Sia ben chiaro che qui la Provincia non si priva di nulla e la Curia non si appropria di nulla ed il presidente Ricci penso possa ritenersi orgoglioso di questa sua decisione.
Non c'è stata spoliazione per la Provincia, né c'è stata appropriazione o riconquista per la Curia.
Si rende, in questo modo, solo un servizio migliore alla collettività proteggendoli, questi beni e rendendoli fruibili.
Il programma, questo programma, ha concluso Buonomo, non si esaurisce qui ma ci chiama a nuovi contributi di idee e di iniziative.
Ed infatti, poi, al termine della Conferenza, in un colloquio con monsignor Accrocca e monsignor Iadanza, il soprintendente ha consigliato di valutare anche l'ipotesi di posizionare questi reperti non nel Museo Diocesano, ma direttamente in Cattedrale per riportarli nel loro originario sito.
Il colonnello comandante dei Carabinieri, Alessandro Puel ha confermato la vicinanza dell'Arma, con il suo reparto specializzato proprio nella tutela dei beni culturali e monumentali, un reparto preso a modello anche dalle Nazioni Unite.
Un bene culturale rappresenta l'identità di un popolo, ha concluso Puel ed è lì che deve tornare ed in condizioni di estrema fruibilità e sicurezza.
Mons. Felice Accrocca ha ringraziato tutti per la sensibilità dimostrata.
Qui non ci sono né vincitori, né vinti, ha detto l'arcivescovo ma è una partita che ha solo un soggetto che ne trarrà vantaggio e questi altri non è che la collettività.
Quello di oggi è un atto meritorio che sana una ferita.
Monsignor Accrocca ha proseguito auspicando una collaborazione forte e duratura con il Museo del Sannio.
Noi siamo piccola cosa rispetto ad esso ma siamo una Istituzione museale in costante crescita.
E qui l'arcivescovo ha fatto una proposta innovativa e che merita veramente di essere presa in considerazione da tutti, quella del "Biglietto integrato", un biglietto d'ingresso cioè a tutti i Musei cittadini in modo da "costringere" il turista a soffermarsi maggiormente in città visto che ha già pagato la visita non solo al Museo del Sannio, ma anche a quello Diocesano e così via.
Questa iniziativa porterebbe al mulino anche l'acqua dell'altro.
Per produrre energia, bisogna unire le forze, ha concluso il vescovo.
Potrebbe essere questo un piccolo segnale ma che può indicarci la via lungo la quale andare avanti.
Don Mario Iadanza ha parlato del "suo" Museo Diocesano i cui primi passi furono mossi da don Giovanni Giordano e dall'arcivescovo Carlo Minchiatti negli anni Ottanta.
Poi nel 2013 con la presidenza Cimitile alla Provincia, si diede corso ad altre interessanti iniziative di collaborazione sulla Benevento Longobarda.
Rimaneva in piedi questa vicenda che ora è stata anch'essa conclusa.
Questi reperti ritorneranno quindi in un contesto dove sarà possibile avere di essi una fruizione totale.
In precedenza bisognava andare al Museo per visionare un pezzo di questo discorso fatto di reperti e poi in Curia per il resto.
Ora non sarà più così ed anche il nostro Museo, che oramai conta tra gli 8mila ed i 9mila visitatori l'anno, ne trarrà giovamento così come importante sarà la definizione del suo ingresso, quello che dà su piazza Orsini dove una volta c'era l'antica Basilica di San Bartolomeo che, a quel punto, diventerà la prima sala del Museo diocesano.
Oggi l'Istituto museale della Curia è condotto da due archeologi ed è aperto per otto ore al giorno dal martedì al sabato.
Tutto è già predisposto per accogliere gli Amboni, ha detto mons. Iadanza, nella sala ad essi dedicata nel Museo Diocesano (della ipotesi del soprindentende Buonomo ne abbiamo parlato innanzi).
Annunciato anche un importante convegno internazionale per il prossimo anno su Nicola da Monteforte, lo scultore degli amboni del Duomo, un artista degno di stare al fianco dei grandi, ha detto ripredendo la parola monsignor Accrocca che, riguardo i reperti contenuti nel Museo Diocesano, ha parlato della memoria storica di un Mezzogiorno, considerando la vastità della nostra arcidiocesi che aveva primazia su buona parte dell'Italia meridionale, una memoria che è stata per buona parte distrutta dalla guerra.
Ora occorre rivitalizzare quello che è rimasto.
Il 29 ottobre, dunque, a 75 anni dal bombardamento del 1943, si parlerà di questi reperti e di questi eventi mentre il 24 ottobre ci sarà il ritorno dell'Obelisco egizio al Museo del Sannio, ha concluso invece Claudio Ricci.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

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