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Benevento, 12-09-2018 12:37 ____
Parole di fuoco di Fabio Solano, amministratore della Samte, che con le sue dimissioni intende provocare un terremoto nella vicenda rifiuti
A ciascuno devono essere assegnate le proprie responsabilita' a cominciare dai Comuni morosi che devono spiegare i soldi che incassano dai contribuenti per lo smaltimento, che fine fanno visto che a noi non pagano le fatture
Nostro servizio
  

L'amministratore unico della Samte, Fabio Solano (foto), si è dimesso dall'incarico, dimissioni irrevocabili, ha detto ai giornalisti che ha convocato nella sede legale dell'Azienda, ma non frutto di disinteresse amministrativo, tutt'altro.
Egli vuole, con questo gesto estremo, far esplodere concretamente le tante contraddizioni che subisce la Samte, l'Azienda di proprietà della Provincia e che gestisce il ciclo dello smaltimento dei rifiuti nel Sannio, contraddizioni che sono rappresentate innanzitutto dal mancato pagamento delle fatture, emesse dietro il corrispettivo di una prestazione, da parte dei Comuni.
Qui la vicenda si fa delicata perché i Comuni, anche dalla magistratuira, potrebbero e dovrebbero essere chiamati a rispondere del fatto che da una parte incassano dall'utenza la tassa sui rifiuti e dall'altra quei soldi vincolati non li destinano al pagamento delle fatture Samte emesse per lo smaltimento dei rifiuti ma fanno altro.
Cosa, non si sa ed è quello che dovrebbero spiegare.
Solano ha anche ipotizzato che con quei soldi siano state pagate le spese per sagre di paese.
Non è escluso che i magistrati possano anche riscontrare gli estremi di reato, come ad esempio la distrazione di fondi con destinazione vincolata ed il danno erariale provocato dalla necessità della Samte di far ricorso al prestito bancario per sopperire alla mancanza di liquidità.
Questi interessi passavi vengono richiesti in pagamento ai Comuni morosi.
Ovviamente il mancato pagamento delle fatture, siamo a circa 6 milioni e mezzo di euro, genera una serie di difficoltà alla Samte sia sul pagamento degli stipendi ai propri dipendenti, che sono già a regime di solidarietà e cioè con buste paga decurtate, sia sugli investimenti tra cui, appunto, anche quelli riferiti all'impianto dello Stir di Casalduni.
Solano su questo non guarda in faccia a nessuno ed ha chiamato al Tavolo della Prefettura anche il suo segretario provinciale del Pd, partito di cui Solano è tesoriere, in quanto sindaco di Sant'Agata dei Goti, paese moroso anch'esso.
Solano non ha mancato di accusare l'Ato Rifiuti del Sannio di assoluta assenza relativamente alla vicenda della Samte in generale e dello Stir in particolare.
In questa fase di precarietà si è andati avanti in una apparente "normalità".
Dobbiamo, invece, far emergere tutto e le responsabilità di tutti.
E' stata compromessa la normale attività della Samte in quello che si può anche definire un sabotaggio alla funzione pubblica che svolge l'Azienda.
Solano ha quindi sottolineato il fatto che la relazione consegnatagli dall'Arpac riporta che non c'è stato negativo impatto ambientale sull'aria nei giorni dell'incendio dello Stir.
Questo a conferma di quanto da noi già detto, ha continuato Solano ed in netto contrasto con quanto affermato da una donna con maglia colorata che continua a procurare allarme sociale (ovviamente non si è riferito ad alcun parlamentare sannita ndr).
Siamo al delirio.
Nella corsa ad invidividuare non il colpevole di questa crisi della filiera nella gestione dei rifuti nel Sannilo, esplosa con l'incendio dello Stir a Casalduni, ma del responsabile individuando in ciò la Samte e la Provincia.
Solano ha condannato anche il sovrapprezzo di circa 50 euro a tonnellata che il Sannio paga per la gestione delle discariche in disuso, post mortem.
Un'assurdità che deve essere eliminata.
Occorre un sistema perequativo, così come abbiamo chiesto con una nostra lettera dello scorso 16 marzo, a poco più di un mese dal mio insediamento, una perequazione tariffaria che coinvolga tutti i Comuni della Regione Campania visto che quei rifiuti di tutti erano tranne, forse, che del Sannio.
Alla discarica di Sant'Arcangelo Trimonte, ad esempio, non abbiamo conferito un solo grammo di nostri rifiuti.
Mi dimetto, ha concluso Solano, perché non accetto di essere ingiustamente processato e perché voglio che la situazione rifiuti nel Sannio esploda, finalmente, assegnando a ciascuno le proprie responsabilità.
Riguardo la ripresa dell'attività allo Stir di Casalduni, Solano ha detto che ora la cosa più urgente è quella di chiedere il dissequestro dell'area e poter quindi conferire ad un impianto autorizzato i rifiuti della combustione che stanno ancora sul piazzale.
Poi potremo procedere all'accertamento dei danni alla struttura e fare i lavori per rimettere in funzione l'impianto.
Ieri siamo stati autorizzati all'avvio dei lavori per la installazione del sistema di videosorveglianza già appaltato nei mesi scorsi.
Stiamo supplendo, nelle more, con la vigilanza armata privata.
Dallo sgombero di quei rifiuti, penso che nel giro di qualche mese l'impianto potrebbe tornare a funzionare.
Ora non escludo che i Comuni della nostra provincia debbano addirittura emettere dei ruoli straordinari per incassare i soldi spesi in più per conferire l'immondizia in altri siti che non sia Casalduni.

comunicato n.115851



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