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Benevento, 19-06-2018 18:35 ____
Un viaggio esaltante, avventuroso ma che andava fatto. Il giro del mondo a bordo di una Lambretta. Su quel sellino seduti anche 8 ore al giorno
Filippo Genito e Francesca Montanari sono rientrati a Benevento accolti dal fragore delle cugine Vespa e dalla simpatia di tante persone che hanno voluto ascoltare da loro i particolari dell'esaltante esperienza
Nostro servizio
  

Un viaggio esaltante, avventuroso, ma che andava fatto.
Il giro del mondo, Cina esclusa, a bordo di una Lambretta.
Su quel sellino sono stati seduti dalle 6 alle 8 ore al giorno tranne quando il cattivo tempo li ha frenati, allora la marcia è stata solo di un'ora o due.
Oggi sono tornati a casa e domani termineranno il viaggio ad Ischia dove si tratterranno per due o tre giorni prima di ritornare alle proprie attività.
Parliamo di Filippo Genito, 51 anni di Benevento, di professione marmista, che assieme a Francesca Montanari di Senigallia, compagna di avventura ma anche di vita, sono stati accolti nel pomeriggio alla Rotonda dei Pentri, a due passi da dove Filippo è nato e viveva, a Pezzapiana, da un gruppo di vespisti con i quali ha poi fatto l'ultimo tratto insieme fino alla Rocca dei Rettori dove c'è stata la vera e propria cerimonia di benvenuti con tanto di taglio della torta.
Genito, dicevamo, è nato a Pezzapiana ma all'età di 4 anni con la famiglia si è trasferito nel Lazio, a Nettuno, a causa del lavoro del papà e lì vive da 47 anni.
Il mio era un sogno, ha detto a noi di Gazzetta, che avevo nel cassetto e che ho realizzato con un mezzo d'epoca, la Lambretta.
Certo, farlo con una moto sarebbe stato tutto più semplice.
Abbiamo chiesto se avesse avuto problemi con le organizzazioni degli Stati attraversati o con le popolazioni.
Nessun problema con nessuno.
Con il motore della Lambretta ho avuto invece un ingrippamento per due volte.
Mi sono fermato lungo la strada, ho aperto il motore, ho cambiato il pistone e sono ripartito.
Siamo i primi ad aver fatto il giro del mondo a bordo di un mezzo ed in due persone su una Lambretta originale del 1969, con il motore 150.
L'unico cambio sul mezzo è stata l'aggiunta di un serbatoio maggiorato per avere più autonomia anche perché in tanti Paesi non trovavamo benzina.
Ho poi cambiato l'impianto elettrico, ho messo quello elettronico che non dà problemi.
Tutto qui.
Abbiamo poi chiesto a Francesca Montanari se si fossero almeni diviso il compito della guida della Lambretta lungo tutto questo lunghissimo percorso.
Ci ha detto di no.
Ha guidato sempre Filippo anche perché il mezzo all'inizio aveva un peso di 350 chili e per me era troppo pesante.
Filippo si è comportato bene perché anche in varie occasioni ha affrontato egregiamente i pericoli a cui siamo andati incontro tra avversità atmosferiche e camionisti e perfino con gli autobus.
Peraltro in Australia sì ma in America non ci è stato consentito nemmeno di utilizzare le autostrade, eravamo troppo lenti con la nostra marcia tra i 60 e gli 80 chilometri all'ora.
La polizia negli Usa ci ha fermati quattro volte per avvertirci: State attenti qui ci sono molti non bravi guidatori.
Tra le cose belle l'accoglienza e la ospitalità di molti popoli, quella sì che la ricordiamo con piacere.
Forse perché italiani, tutto sommato un popolo non inviso, abbiamo chiesto?
Mah, forse, ma la verità è che tutti erano incuriositi dalla Lambretta.
Poi qualche curiosità, ha raccontato Francesca, di quando Filippo come colazione mattutina ha mangiato dei vermi.
Ovviamente la paura che gli rubassero la Lambretta questa è stata sempre presente.
Qualche volta il mezzo ha dormito addirittura in camera con noi.
Ci hanno sempre trovato un luogo sicuro.
Io ero l'addetta a cercare l'alloggio, ci ha detto Francesca, ma non c'era camera che ci desse soddisfazione se non c'era anche un garage o un luogo sicuro dove riporre la Lambretta.
In taluni hotel, ci ha detto Filippo, l'hanno sistemata addirittura nella hall come un reperto storico da ammirare.
La Lambretta ha dormito in posti stranissimi: In una gioielleria ed anche in un ristorante.
Alla Rocca dei Rettori, la festa è proseguita e qui sono stati accolti dall'assessore alla Cultura Oberdan Picucci e dal presidente della Commissione Finanze, Annalisa Tomaciello.
Come assessore alla Cultura, ha detto Picucci, non posso che essere contento che si sia scelta Benevento come una delle tappe finali di questa bellissima avventura.
Tra l'altro hanno avuto la possibilità di verificare usi e costumi di tante parti del mondo.
Mi auguro per il futuro di poter interloquire con lui, con Filippo, perché magari dalle sue esperienze può nascere anche una idea da sviluppare e che possa essere interessante per la città di Benevento.
Il mio compiacimento per questa iniziativa che ha infranto tanti primati, ha concluso Picucci ed il saluto anche a nome del sindaco in particolare ad un figlio della nostra terra.
Sin qui l'assessore Picucci.
Genito ci ha, infine, raccontato che sul globo sono stati percorsi in questo giro del mondo, 86mila chilometri mentre 44mila sono stati quelli percorsi in sella alla Lambretta.
Il tempo impiegato è stato di circa 9 mesi.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

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