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Benevento, 17-06-2018 22:11 ____
Il Comune ha inviato alla Soprintendenza le planimetrie e le fotografie di tutti i 37 dehors del centro storico. Che succede ora? Si va alla revoca?
Nuovo incontro con l'Ente di tutela del patrimonio culturale e sulla graticola stanno i furbetti che si sono "allargati" ma anche chi ha agito correttamente in base alla concessione ottenuta
Nostro servizio
  

Domani è prevista una nuova riunione tra Comune e Soprintendenza per discutere sui dehors, di quegli arredi cioè che bar e ristoranti utilizzano per l'esterno, su suolo pubblico, aumentando così la loro capacità ricettiva.
La Soprintendenza sta incalzando il Comune, oramai da tempo, perché ci sono spazi occupati anche dove non si dovrebbe; ci sono forme e materiali usati non compatibili con il contesto; ci sono forme di abusivismo in quanto più di uno si è "allargato".
Il Comune allora, per corrispondere alle richieste dell'Ente che ha la competenza sui Beni Culturali e sullo loro tutela, ha inviato, così come d'intesa, alla medesima Soprintendenza, tutte le planimetrie dei 37 dehors in centro storico e zona buffer zone (66 sono in tutta la città).
Ai disegni sono state anche aggiunte le necessarie foto per dimostrare l'attuale stato dei luoghi.
Ancora, il Comune si è impegnato ad anticipare alla Soprintendenza anche il Regolamento che con grande tarvaglio si muove nelle Commissioni competenti prima di approdare nella sua sede naturale che è l'Aula del Consiglio Comunale.
Che succederà domani?
La Soprintendenza ha avuto già modo di esaminare tutte le 34 posizioni ed esprimersi per ciascuna di esse?
In verità non si sa e non si sa nemmeno se ci dovesse essere la necessità di revocare addirittura dei permessi già concessi.
Certamente si procederà a valutare tutti gli abusi commessi, questo è il primo passo.
Una volta accertati essi saranno sanzionati fino ad arrivare a chiedere al commerciante di eliminare quel dehors abusivo o parzialmente abusivo.
Ma neanche chi è probo può stare tranquillo, almeno così ci è parso di capire da un colloquio avuto con l'assessore alle Attività Produttive, Luigi Ambrosone.
Cioè se la Soprintendenza dovesse motivare perché in quel determinato luogo non ci possono essere arredi di bar e ristoranti, il Comune dovrà revocare la concessione a suo tempo data.
Ed i danni al gestore probo, che non ha abusato ma ha semplicemente operato nell'ambito della concessione ottenuta chi li paga?
Probabilmente si andrà fino a fine concessione, che ha la durata di un anno, per modo che le problematiche giudiziarie dovrebbero essere evitate.
Meno sarà evitata l'ira del probo, lo ripetiamo ancora, ristoratore che ha peraltro investito soldi per la realizzazione di questi arredi.
Insomma, la cosa non è facile ma neanche si può rimanere nel limbo e nella caratteristica che al mattino chi si alza comanda.
Qualcuno, a partire dalla Polizia Municipale, si faccia un giro nel centro storico è veda il proliferare di paletti impiantati nel suolo pubblico, certamente senza autorizzazione alcuna, per delimitare lo spazio dinanzi casa o dinanzi alla propria attività commerciale.
Anche questo la Soprintendenza deve verificare e non tollerare.
C'è da aggiungere, tornando agli arredi, che la problematica sui dehors ha visto, negli ultimi giorni, l'attuale dirigente alle Attività Produttive, Maurizio Perlingieri, contrapporsi al presidente della Commissione Attività Produttive, Domenico Franzese, il quale lamentava la presenza di due progetti inviati alla Soprintendenza.
Va detto che il consigliere già si era contrapposto, per la sua visione "liberistica" dei dehors, forse frutto della sua attività di ristoratore, al precedente dirigente Andrea Lanzalone Il quale, ricevuta che ebbe la proposta di Regolamento, predisposta dal Franzese (ed è un caso particolare, visto che le proposte, per Statuto, sono predisposte dagli uffici pur considerando che le Commissioni, inclusa quella al Commercio, non sono dotate di proprio personale dipendente), ebbe a rilevarne, dopo uno studio approfondito, molte incongruenze, talvolta illegittimità, che lo rendevano non presentabile. Successivamente la bozza di regolamento, così fortemente emendata dal dirigente del Suap Lanzalone, con il placet del sindaco e dell'Assessore Ambrosone, non fu, dal Presidente della Commissione, portata avanti.
Da quel momento l'attività del Settore Attività Produttive fu di una stretta enorme alle autorizzazioni, soprattutto a quelle che erano incompatibili ai regolamenti già in vigore e che, secondo la Soprintendenza ai Beni Culturali, andavano escluse dal centro storico.
Tuttavia al movimentismo del settore allora guidato dal Lanzalone, oltre ai mugugni di parte degli amministratori della città, sollecitati dai negozianti che avevano speso somme considerevoli per l'acquisto di dehors, sia pur non conformi, in aree centrali, non fece seguito una altrettanto attenta attività di controllo e repressione da parte della Polizia Municipale, presa dalla limitatezza del numero degli agenti disponibili.
Pertanto, forse la cosa migliore sarebbe aumentare il numero degli agenti di polizia municipale, anche attraverso l'assunzione dei cosiddetti stagionali che potrebbero essere retribuiti con parte delle risorse recuperate proprio con le multe, cioè con le sanzioni al codice della strada.
Anche di quelle elevate nei confronti degli esercizi commerciali.
Come mai questo semplice progetto non viene immaginato?

comunicato n.113814



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