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Benevento, 17-06-2018 12:13 ____
La sua lettera mi ha colpito e ne condivido interamente il contenuto anche se sommersa sui social da un diluvio di contestazioni
Ho anche avuto modo di leggere il diluvio si' si e' trattato di un diluvio di contestazioni, talune anche poco corrette, sui social che hanno fatto seguito al suo scritto
di Giuseppe De Lorenzo
  

Eccellenza Felice Accrocca (foto), ho letto, mi creda, con vivo interesse, la lettera che ella ha indirizzato alla nostra comunità in cui ha trattato il problema dell'Aquarius.
Ho anche avuto modo di leggere il diluvio, sì si è trattato di un diluvio, di contestazioni, talune anche poco corrette, sui social, che hanno fatto seguito al suo scritto.
Un altro, al mio posto, segnatamente per i tempi che viviamo, preferirebbe il silenzio.
Invece, no. La stessa mi offre l'occasione per alcune riflessioni e, pur sapendo, sin d'ora, di trovare sul mio cammino tanti contestatori, non ho tema a scriverle.
La mia vita è stata una corsa ad ostacoli, non ho mancato di essere cultore incarnato di esperienze insolite, quindi, non mi lascio prendere dalla preferibile prudenza di circostanza.
Non sono, è bene precisarlo da subito, un bigotto del momento anche se, così come ho ricordato in diverse occasioni, con alcuni uomini di Chiesa, nel corso della vita, professione ed attività politica ho anche intessuto un rapporto meraviglioso che serbo nel cuore tra i ricordi più cari.
Le vicissitudini che l'esistenza mi ha riservato, o meglio la politica mi ha riservato, mi hanno, d'un tratto, fatto smarrire quel residuo di fede che avevo.
Ciò, tuttavia, non mi vieta di aver compreso appieno il motivo del suo scritto ed esserle vicino in questo momento.
Sì, non lo nego, la sua lettera mi ha colpito e ne condivido interamente il contenuto.
Non credo più nella politica attuale, di destra o sinistra che sia, in quanto avevo immaginato, fors'anche scioccamente, che il ruolo e la funzione della stessa fossero stati ben diversi da quelli da me ipotizzati.
Quindi, nulla contro Salvini ed i suoi odierni compagni di viaggio, presunti nuovi moralizzatori del momento.
Epperò, bisogna riconoscere che sia giusto quello che ella ha detto.
Su quella nave non c'erano pesci, ma esseri umani.
Bambini, anime innocenti che, appunto per la loro innocenza, credevano che quanto si verificava intorno a loro fosse un gioco, un piacevole gioco.
Vede, eccellenza, le nostre voci, mi conceda l'ardire di accomunare la mia con la sua, al momento, sono fuori dal coro. Infatti, chi, come me, per una professione particolare, vive tra la gente, sa bene che il popolo, buona parte del popolo, condivide l'attuale linea di condotta dei nostri governanti.
Ai tanti sostenitori di questa misura d'azione, a chi oggi si è scagliato contro di lei, vorrei porre la stessa domanda che, per una vita intera, mi sono posto, in ospedale e nello studio, avvicinando un sofferente: "Cosa farei se, su quel lettino ci fosse mio figlio, un mio familiare?".
Questa stessa domanda, allo stato, gradirei fare a chi osanna la condotta attuale sui migranti. Non so cosa mi risponderebbero.
E', come giustamente ella ha ribadito, con una azione politica diversa ed incisiva che il problema deve essere affrontato, non già con prese di posizione teatrali in cui si coinvolgono finanche, e principalmente, essere indifesi.
Per anni, nel silenzio generale, senza che alcuno muovesse un dito, è stato permesso un giro incredibile d'interessi. Infatti, per ogni migrante, lo Stato versa 37 euro al giorno.
Ed il grave è rappresentato dal fatto che, ancora oggi, non vi debba essere alcuna giustifica del modo in cui la somma venga utilizzata.
Di qui, si è concretizzato un colosso di affari che, poi, si è allargato a macchia d'olio.
Quando qualche migrante era costretto al ricovero presso il reparto di psichiatria, da me diretto per decenni, da subito, avevo, ogni volta, modo di verificare la disponibilità dei responsabili delle strutture ospitanti i malcapitati.
Per sincerità, inizialmente, ritenni che la loro fosse grande umanità.
Invece, no.
Fu un infermiere, un giorno, che dinanzi alle mie espressioni di lode nei riguardi di un titolare dei centri di accoglienza, in privato, mi confidò: "Dottore, mi disse, ma, veramente, non avete ancora centrato il problema?
Questo responsabile, che voi vedete premuroso oltre misura, gestisce una struttura con ben 80 ospiti. Fate la somma". Solo, allora, incominciai a rendermi conto.
Quindi, è stato permesso per lunghi anni tutto questo, in un assordante silenzio generale.
E' vero e contestabile.
Tuttavia, oggi, d'improvviso, non è giustificabile chi, con un colpo di spugna, fors'anche spinto dallo stato insostenibile in cui ci trova, cerchi, seduta stante, di cambiare subito registro.
Non è questa la strada maestra da seguire.
Quindi, c'è da sperare che il popolo, giustificato, sì, per la miserevole politica subita per lunghi anni, apra gli occhi in quanto, operando in questo modo, la situazione non potrà che peggiorare.
Rimanendo in tema migranti, l'occasione mi concede, eccellenza, di soffermare, volutamente, l'attenzione su di un episodio cui, settimane fa, sono stato diretto testimone.
Una mattina, come spesso capita, mi trovai in una condizione in cui, forse per stanchezza, appare difficile, per quanti sforzi si facciano, affrontare l'impegno giornaliero.
Evitai l'auto per raggiungere lo studio e, a piedi, lasciai l'ingresso dell'edificio che ospita la mia abitazione.
Non lo avessi mai fatto.
Mentre, a passi tardi e lenti, imboccavo la parte alta del viale Mellusi, d'improvviso, dall'altro lato della strada, notai una signora, ben vestita e curata nell'aspetto, che urlava con quanto fiato avesse in gola.
Le sue invettive, che aumentavano con il trascorrere dei minuti, mi accorsi che erano dirette ad una donna di colore, che stazionava dinanzi ad una attività commerciale della zona, che le aveva chiesto l'elemosina.
Lo spettacolo, mi creda, veramente avvilente, era aggravato dal fatto che la questuante aveva con sè una bimba, di poco più di un anno, che, a stento, si reggeva in piedi.
La donna non era obbligata ad assecondare la richiesta, ma il suo gesto appariva grave perché inveiva anche contro quell'anima innocente che la guardava, è ovvio senza rendersi conto di cosa stesse capitando, con degli occhietti bellissimi ed indagatori.
Una creatura meravigliosa.
Quello sguardo mi è rimasto scolpito dentro e, spesso, anche a distanza di alcune settimane, mi ritorna, prepotentemente, alla mente quando carezzo i miei nipotini, che, per me, sono il dono più bello che la vita mi abbia dato.
E', in quei momenti, che mi chiedo per quale motivo la natura offra tanto a taluni bambini, mentre fa la parsimoniosa oltre misura per altri.
Ecco, per alcuni, Salvini induce ad azioni simili a quella della donna inviperita, ben vestita, di ceto medio borghese, che, forse, in altri tempi, avrebbe evitato, dando ascolto ai suoi freni inibitori, pur pensandolo, di recitare quella sceneggiata deplorevole e disumana. Solo che, nello specifico, oggi, tra le spettatrici v'era una bimba innocente ed indifesa.
Non so se quella donna, casualmente, avrà modo di leggere il mio attuale sfogo personale, ma se questo dovesse accadere, con tutto me stesso, oggi per ieri, le ricordo che quel suo comportamento è rimasto al di sotto del mio disprezzo.
Con la speranza di continuare il discorso a viva voce, colgo, intanto, l'occasione onde esternare le vive espressioni dei miei sentimenti, i migliori.

comunicato n.113801



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