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Benevento, 07-05-2018 08:17 ____
La sanita' a Benevento, i rischi di dissolvimento di un sistema e la metafora orografica: L'Ospedale San Pio e la Dormiente del Sannio
Giovanni Tartaglia Polcini, indignato, interviene sul lento declino del nosocomio beneventano ed invita tutti al "risveglio". Reagiamo tutti protestando, nel modo piu' civile e fermo possibile, corriamo in suo aiuto, rialzati Sannio!
Nostro servizio
  

Giovanni Tartaglia Polcini (foto), magistrato, ci esprime tutta la sua indignazione riguardo lo stato di "salute", è proprio il caso di dire, della nostra sanità con particolare riferimento alle condizioni del "Rummo" che appare essere come un gigante buono e prodigo ma che sta oramai lentamente scivolando verso il nulla.
Questa figura immaginaria Giovanni Tartaglia Polcini la mette in relazione con la possente nostra immagine della Dormiente del Sannio, una catena montuosa in cui si genera il massiccio del Taburno-Camposauro.
Una bella donna distesa, modellata dalla natura mentre riposa.
E' il rischio che corriamo noi sanniti, andare addirittura ben oltre il sonno, che vuol dire morte, della Dormiente?
Giovanni Tartaglia Polcini questo singolare accostamento, lo fa prendendo spunto da una bella poesia di sua nonna dedicata, appunto, alla Dormiente del Sannio ed ecco cosa ci scrive al riguardo.
Mia nonna paterna, Donna Emilia Cuomo, regalò questa poesia alla sua terra di adozione.
Lei, napoletana di via Caracciolo, andò in sposa giovane a mio nonno Raffaele Tartaglia Polcini.
Ecco il testo.

Poggiato il capo a pie' dell'Appennino
Le chiome lunghe offerte ai venti
Così m'apparve la dormiente un giorno
Su nell'alto del cielo sfolgorante.

Fu di vulcano convulsione orrenda
che umane forme ti forgiò?

O forse un mago nei millenni oscuri
Per Sue vendette una fanciulla pura
Contorse ed eternò sovra quel monte?

Non so! Tu intanto stai Sfinge Sannita
e sovra Te passar vedi le stelle
e tramontare il sole.


Bella la poesia ma triste il messaggio che spesso riecheggia con riferimento alla straordinaria lentezza di alcuni fenomeni amministrativi, che rischiano di incidere negativamente sullo sviluppo sociale e sull'andamento della vita stessa di una provincia che, per quanto gloriosa e fiera, oggi risulta messa a dura prova.
La sanità pubblica è termine di riferimento di diritti essenziali dei cittadini.
L'Ospedale è il biglietto da visita di una comunità che abbia coscienza di sé.
Cosa accade al nostro "Rummo"?
Alle sue punte di diamante?
Perché si assiste ad una sorta di progressiva dissoluzione?
Le notizie che leggo dai giornali ormai da qualche tempo mi turbano e mi pongono interrogativi.
Oggi testualmente un quotidiano nazionale nella cronaca locale riporta: "Ospedale Rummo, la Cardiologia è ormai prossima al collasso".
Ecco perché penso al parallelismo con la dormiente.
A chi giova una simile crisi?
Possibile che nonostante le grida d'allarme non vi si possa porre rimedio?
Perché un servizio essenziale ben svolto viene lasciato nella crisi più profonda?
Che sarà dei pazienti "esterni" che si rivolgeranno all'Ospedale in futuro?
La Cardiologia è, al pari di Neurochirurgia, uno dei fiori all'occhiello del nostro sistema sanitario, che si faceva apprezzare a livello nazionale.
Non a caso, i dirigenti medici dei due reparti sono considerati dei luminari.
A loro si lega sostanzialmente il destino di molti sanniti, curati, in qualche caso salvati, accompagnati con amore, umanità e professionalità nel duro percorso della malattia.
Ecco perché, alla pur bella poesia della nonna, rispondo gridando oggi, pensando all'Ospedale della mia città e della provincia ed all'amico professor Marino Scherillo, reagiamo tutti protestando, nel modo più civile e fermo possibile, in suo aiuto, rialzati Sannio!".

comunicato n.112517



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