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Benevento, 28-03-2018 19:57 ____
Costanzo sbaglia quando considera arrogante la scelta di uno sguardo "lungo", che cerca di immaginare gli scenari del lavoro nei prossimi anni
Nicola Sguera, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle, risponde a Roberto Costanzo che ha commento il voto politico dello scorso 4 marzo e la performance dei pentastellati
Nostro servizio
  

Nicola Sguera (foto), consigliere comunale a Palazzo Mosti del Movimento Cinque Stelle, risponde, con una nota, a quanto scritto da Roberto Costanzo a commento del voto politico dello scorso 4 marzo e della performance dei pentastellati.
"Caro direttore - si legge - va riconosciuto a Roberto Costanzo di non aver mai sottovalutato il fenomeno M5S.
Nel 2012, su "Messaggio d'oggi", diretto dalla neo-senatrice Danila De Lucia, si svolse un'articolata discussione: Intervennero Gennaro Papa, io e Costanzo, che scriveva: "Come è possibile rinnovare la politica attraverso il rinnovamento dei partiti se questi sono affidati a leader che sono già stati sul proscenio nella prima e nella seconda Repubblica ed ora si apprestano a fare altrettanto nella nascente terza Repubblica?
Grillo sta squarciando il sipario, ma per costruire il nuovo scenario ci vuole altro: Altri copioni, altri autori, altri attori".
Si badi che in quel momento non avevo ancora consumato l'illusione (sarebbe accaduto l'anno successivo, con scelte radicali che mi hanno poi portato a diventare portavoce del M5) che fosse possibile rinnovare la sinistra italiana, mutuando dal Movimento pratiche innovative.
Costanzo torna, dopo il nostro trionfo politico del 4 marzo, che ha dato avvio ad una fase radicalmente nuova della politica italiana, sui medesimi temi, dimostrando la consueta finezza (assente nei più, a dire il vero soprattutto nei rancorosi esponenti di una sinistra esangue in tutte le sue declinazioni).
Giusto considerare il voto al Movimento né un fuoco di paglia né un voto esclusivamente "contro".
Sbaglia, invece, a mio avviso nel considerare arrogante la scelta di uno sguardo "lungo", che cerca di immaginare gli scenari del lavoro (e della sua mancanza!) nei prossimi lustri.
Al contrario, credo che ci si trovi di fronte all'unico soggetto politico che si sia dotato di strumenti di indagine del presente.
Penso a "Lavoro 2025", coordinato da Domenico De Masi, ma anche al nuovo blog di Grillo, attentissimo a tematiche eco e tecnologiche.
Dispiace la semplificazione sulla "democrazia diretta".
Il M5S è un esperimento unico al mondo e "in fieri". Perfettibile sicuramente.
Andrebbe apprezzato lo sforzo di innestare nella democrazia rappresentativa, sempre più permeabile alle pressioni di lobby e minacciata da poteri opachi non soggetti a controllo, elementi di democrazia diretta.
Il passo indietro di Grillo ha portato ad un ulteriore evoluzione del Movimento, che appare una "poliarchia" con un forte controllo da parte della base (sarebbe interessante, ad esempio, analizzare la reazione degli attivisti e dei simpatizzanti all’annunzio dei “ministri-ombra” e a quali azioni correttive tale mobilitazione ha portato).
Sicuramente è vero che con il M5S saltano i soggetti intermedi.
Questa è sicuramente la differenza macroscopica con la Dc.
Unico elemento di raffronto l’interclassismo (ma in un paese profondamente mutato).
"Il movimento grillino è e vuole essere altro". Giustissimo!
Costanzo chiude descrivendo l'elettorato grillino meridionale.
E' vero: Esso ha espresso rigetto per una classe politica rivelatasi incapace di sanare, anche solo parzialmente, la secolare "questione meridionale".
Lo dimostrano il tasso di disoccupazione giovanile e la nuova emigrazione.
Nello stesso tempo, però, è stato un voto di apprezzamento per un modo nuovo di intendere la politica, tornata ad essere "servizio civile".
In tutto il meridione i portavoce e gli attivisti del M5S (a partire dalla Regione) stanno svolgendo un lavoro capillare di controllo, denunzia e proposta, fedeli al principio che la politica non può e non deve essere una "professione" ma un servigio reso alla propria comunità per un tempo limitato della propria vita.
Per questo, ritengo che la "rivoluzione", che amo definire "gentile" (anche nell'accezione medievale del termine) sia solo all'inizio e presto coinvolgerà massicciamente anche le Amministrazioni locali, a partire dalla nostra, dove il mastellismo ha mostrato il fiato corto, riproponendo il vecchio armamentario di una politica senza visione, tutta tesa al controllo dei centri di potere e alla distribuzione degli incarichi a prescindere da meriti e competenze".

comunicato n.111435



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