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Benevento, 27-03-2018 10:33 ____
Il voto ai grillini rappresenta un senso di sfida, di attesa e di investimento politico in un progetto eccitante ma impreciso e contraddittorio
Credono di essere saliti, con il loro web, sul monte del futuro, dall'alto del quale, non senza superbia, contano di tracciare le strade per tutti. Verra' pero' il momento delle decisioni e di fare i conti con i vincoli di bilancio e la Ue
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Roberto Costanzo (foto), interviene con una nuova nota sull'analisi del voto politico dello scorso 4 marzo e lo fa leggendo ed interpretando il voto dato al Movimento Cinque Stelle.
"In ogni regione, in tutte le province, dovunque nel Mezzogiorno - scrive Costanzo - ha stravinto il Movimento 5 Stelle: Il doppio dei voti rispetto al Centro-Nord.
Cosa significa? E' soltanto un voto di rabbia?
O rappresenta anche un senso di sfida e di attesa, e quindi di investimento politico in un progetto eccitante quanto impreciso e un po' contraddittorio...
Non ci vengano a dire però che questa sia la risposta del solito meridione credulone e questuante, come ai tempi di Achille Lauro...
Questa volta un certo voto del Sud potrebbe manifestare attese e sfide, complesse e non facilmente decifrabili.
Tuttavia sbaglierebbe chi volesse considerare il consenso grillino al Sud come un fuoco di paglia.
Il voto dell'Italia del Nord, confluito abbondantemente sulla Destra leghista partner ma non più alleato minore di Forza Italia, sembra invece motivato soprattutto dalla voglia di blindare il benessere acquisito: Sicurezza, conservazione ed un po' di razzismo.
Il voto del Sud presenta motivazioni e proposte più giustificabili, sebbene un po' contraddittorie ed in parte illusorie.
Un voto di rabbia e dispetto ma anche di sfida e speranza.
Il movimento grillino, rispetto ad altre forze politiche, sembra nutrire variegate ambizioni, senza confini territoriali e senza limiti storici.
Credono di essere saliti, con il loro web, sul monte del futuro, dall'alto del quale, non senza superbia, contano di tracciare le strade per tutti.
Senza alcuna intermediazione culturale, senza binari istituzionali, tutto In presa diretta.
Appunto, con la cosidetta democrazia diretta (uno vale uno, basta un clic...).
Tanto chi conta ed interpreta il voto è il gestore del "sistema Rousseau" (Casaleggio) ed in ultima istanza decide "il supremo garante" (Grillo).
Per capirne di più basti leggere la recente intervista di Davide Casaleggio al Washinghton Post.
Tuttavia c'è da sperare che anche tra gli elettori grillini vi sia qualcuno convinto ancora che la democrazia rappresentativa, ancorché da rinnovare ed aggiornare anche sui nuovi modelli di comunicazione, sia ancora indispensabile in una società pluralista. Come diceva Churchill, "la democrazia non è un sistema perfetto però non ne conosco uno migliore".
Cinque Stelle e Lega, differenti e divergenti per origini e aspirazioni, possono, tuttavia, trovare un punto di convergenza politico-programmatica di breve periodo e non solo sul modo di far fuori il Pd da una parte e Berlusconi dall'altra.
Ma quando dovranno mettere mano alla formazione del Governo per rispondere non solo agli egoismi nordisti dei leghisti ma anche alle più complesse e variegate rivendicazioni degli elettori del Sud, non ci sono clic e web che contano!
Bisogna fare i conti con i vincoli di bilancio e gli obblighi verso l'Ue.
Al Sud, e non soltanto al Sud, mai prima d'ora, neanche ai tempi della Dc, si era visto un voto come quello grillino del 4 marzo scorso, omogeneamente spalmato sui vari ambiti sociali e nelle diverse aree territoriali: nelle città e nei paesi, tra giovani e meno giovani, donne e uomini, borghesi e proletari, ambulanti abusivi e rinomati negozianti del corso, tutti acriticamente votanti grillini.
Questo ha fatto dire a qualcuno che il Movimento 5 Stelle fa come la Dc: centrista, interclassista, un partito di tutti e per tutti.
Ma la Dc era un'altra cosa: Altre origino storico-culturali, altri pilastri di sostegno operativo, altri binari di percorso socio-economico (le parrocchie, le Acli, la Cisl e più di tutti, la Coldiretti che spesso rappresentò la struttura portante del partito).
Il movimento grillino è e vuole essere altro.
Come abbiamo visto, l'elettorato grillino meridionale non è catalogabile per ambiti territoriali, professionali, sociali e generazionali, esso esprime differenti ed anche divergenti istanze socio politiche di difficile contenimento nel programma di un solo partito; eppure, a mio avviso, vi è un comune denominatore della reazione popolare di rabbia e di condanna, che potrebbe identificarsi nella insoddisfazione e nel rigetto del modo di essere di tutta la pubblica amministrazione al Sud: classe politica e burocrazia.
Certamente l'incontenibile rabbiosa reattività del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, apre piste immense ai grillini che volessero passare in rassegna il funzionamento dei servizi pubblici in questa regione.
Ma di questo potremmo parlare in un successivo articolo".

comunicato n.111378



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