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Benevento, 26-03-2017 08:32 ____
Restituiamo alla pubblica fruizione il settecentesco Presepe De Cillis custodito nel Museo del Sannio
Il Fondo Ambiente Italiano riapre una nobile dimora in pieno centro storico. Il ricordo di quel giorno in cui il conte Roberto mi affido' questa opera d'arte specialissima con l'impegno di esporla al pubblico...
di Elio Galasso
  

FAI qualcosa pure tu.
Tocca mente e cuore questo slogan del Fondo Ambiente Italiano (Fai) inducendo desiderio di collaborare, tanti sono i luoghi aperti a tutti per le due giornate di primavera e tante le soluzioni possibili per urgenze trascurate.
Una di queste a Benevento è restituire alla pubblica fruizione il settecentesco Presepe De Cillis custodito nel Museo del Sannio.
Senza bisogno di alcuna spesa, va ricollocato al posto al quale qualche anno fa è stato sottratto per spostarlo in un deposito dalla porta inesorabilmente chiusa.
Se non si tratta di un caso di ignoranza della sua valenza culturale e degli obblighi assunti col donatore, dev'essere accaduto per un motivo tenuto nascosto.
Quale?
La preziosa opera d'arte proviene da Casa De Cillis in via Erik Mutarelli, una nobile dimora con una corte d’ingresso aperta al cielo e ambienti su tre livelli.
A due passi dal Corso è una sorprendente composizione di strutture plurisecolari incastonata in uno spazio urbano ancor più antico, oggi quasi privo di attività, di transiti, di voci: il centro storico di Benevento è il mondo alla rovescia, periferia di un vivere quotidiano trasferitosi altrove.
Credo che Simone e Nicolas, ragazzi del Liceo Classico di Benevento "apprendisti Cicerone" insieme ad altri, orgogliosi lì di far da padroni di casa e dar notizie, abbiano incontrato oggi ben pochi visitatori che sapessero qualcosa del Palazzetto De Cillis.
Ma a loro volta non sapevano di quel Presepe, così come non avevano potuto vederlo gli eredi della famiglia arrivati da Napoli.
Fu il conte Roberto de Cillis a volermi incontrare anni fa, senza svelarmene subito il motivo.
Era informato del nuovo ordinamento espositivo che stavo dando alle collezioni del Museo del Sannio e aveva in mente di donare un’opera d’arte specialissima.
Lo fece poco tempo dopo: nella sua residenza di campagna in contrada Cancelleria sulla via di Apice mi consegnò quel dono a patto che lo esponessi al pubblico. Una condizione facile da rispettare trattandosi di una scenografia natalizia di fattura assolutamente inedita nel panorama dei presepi del Sud Italia.
Per decenni l'opera è stata protagonista nella Sezione d’Arte Moderna del Museo del Sannio.
Il Presepe De Cillis è stato da me attribuito ad un maestro della seconda metà del Settecento immerso nella migliore produzione presepistica stimolata già da re Carlo III di Borbone.
In quegli anni, artisti come Giuseppe Sammartino autore del celeberrimo Cristo velato della cappella Sansevero crearono modi espressivi nuovi nella scultura di ridotte dimensioni, diffusisi anche in area beneventana.
Di mano di un ignoto maestro mi sembrano, infatti, la Madonna, elegante nella sua posa regale, il premuroso San Giuseppe, i tre splendidi Angeli in volo con incensieri d'argento intarsiati, il Bue e l'Asinello.
Dello stesso maestro doveva essere anche il Bambino originario, purtroppo perduto e sostituito da quello attuale in cera dipinta, di molto posteriore.
Ad allievi attribuirei, invece, i tre pastori secondari, due donne e un uomo, vestiti "alla beneventana", il cavallo, le quattro pecore e la capra.
La beneventanità di quest'opera, alta poco più di un metro, è garantita peraltro dall’utilizzo esclusivo del legno intagliato, un tipo di lavoro assente nel Sette e nell'Ottocento nei presepi napoletani fatti di terracotta e ferro. Analogamente, direi che la tipologia delle stoffe policrome corrisponde a quella dell’abbigliamento in uso nelle famiglie aristocratiche della nostra città.
Ho visto persone e studenti accorrere al richiamo del Fai, discutere e prendere appunti, invece dei soliti centometristi del turismo culturale che sostano davanti alle opere appena il tempo per scattare un selfie.
Faranno qualcosa per riportare alla luce nel Museo del Sannio lo splendido Presepe De Cillis?

   

comunicato n.100766



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