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Benevento, 16-04-2015 12:07 ____
Dolore e sgomento si tagliano a fette a Palazzo Mosti dove la gente sfila dinanzi alla bara di Cosimo Varricchio deceduto ieri sera per un malore
Straziante la partecipazione dei familiari al grave lutto che li ha colpiti. Il sindaco Fausto Pepe, impietrito dal dolore, ha preso posto tra i banchi dell'emiciclo e non se ne e' piu' allontanato
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Dolore e sgomento si tagliano a fette.
Questa mattina, a Palazzo Mosti, nella Sala del Consiglio, trasformata in camera ardente per il consigliere Cosimo Varricchio, scomparso per un infarto, nella serata di ieri, mercoledì 15 aprile, questi sentimenti angosciosi erano autentici macigni che hanno assunto consistenza come gli scranni dei consiglieri e degli assessori, come le poltroncine, come tutti i consiglieri, gli assessori, lo stesso sindaco, gli amici, naturalmente i parenti che si sono stretti intorno alla bara.
Cosimo Varricchio è di fatto scomparso proprio a Palazzo Mosti, avendo partecipato ai lavori di una Commissione consiliare fino a poco prima di accusare il malore fatale: era anche per questo doveroso che il Consiglio comunale lo riaccogliesse tra le proprie fila.
La decisione del sindaco e del presidente di allestire la camera ardente nella sede municipale di via Annunziata è stata accolta dalla famiglia, che ha accettato di condividere il proprio dolore idealmente con quello della città, che l'istituzione rappresenta e per la quale Cosimo tanto si è speso in vita per ammissione unanime di tutte le forze politiche.
Il sindaco Fausto Pepe è rimasto impietrito: incredulo per quello che è accaduto. Si è seduto tra i banchi dell'opposizione al momento dell'arrivo della bara e non si è più mosso.
Addolorati come lui un gran numero di concittadini e di amici che hanno salito le scale di Palazzo Mosti per l'ultimo omaggio a Cosimo Varricchio.
Il presidente Giovanni Izzo, ottenuto il permesso della vedova Antonella Di Gioia, ha voluto appuntare un distintivo con lo stemma della città di Benevento all'occhiello della giacca che il povero consigliere porterà per sempre con sé.
Izzo, molto scosso ed emozionato, ha comunque voluto affermare come effettivamente Cosimo Varricchio fosse l'amico di tutti proprio come c'eravamo permessi di definirlo nel lancio della triste notizia ieri sera.
Izzo ci ha detto: ”Ho conosciuto Cosimo nel 1996 quando era già stato consigliere nella precedente consiliatura.
Di lui ricorderò sempre il rispetto che nutriva per gli altri, la sua educazione: francamente queste sono qualità che oggi sono difficili da trovare (gli stessi concetti espressi da Peppino De Lorenzo nella nota che pubblichiamo in altra parte del giornale ndr)".
Ha ricordato dell'amarezza di Varricchio che poi lo condusse alle dimissioni in Consiglio per poi ritornare ancora più motivato: "Ha portato serenità e tanto scrupolo, mai una polemica fuori luogo".
Infine ha aggiunto: "La città di Benevento è grata per quello che ha fatto.
Lo ricorderemo nei momenti in cui ci saranno le polemiche più aspre e dovremo pensare al suo insegnamento.
Il dolore non può essere lenito da queste parole, ma il ricordo che ha lasciato è quello di serietà di un padre di famiglia e dell'amico di tutti".
Nel pomeriggio, sempre in Comune, ci sarà una cerimonia pubblica prima dell'estremo saluto, alle 18.30, in contrada Epitaffio nella chiesa di Sant'Anna e Sant'Antonio.
Una notazione storiografica.
A Palazzo Mosti c'è già stato l'allestimento di una camera ardente e si ebbe in ragione della morte di un altro consigliere comunale, all'epoca dell'Udc, Giorgio Cilento, che perse la vita il 7 luglio del 2001, anch'egli per un improvviso malore.
A Palazzo Paolo V, invece, la camera ardente, quella che tutti quelli di una certa età ricordano, fu certamente quella allestita per Raffaele Delcogliano e per il suo autista Aldo Iermano, trucidati dalle brigate rosse a Napoli nell'aprile del 1982.
A questa ricostruzione se ne aggiunge un'altra ed a suggerircela è stato ancora una volta Peppino De Lorenzo.
Proprio nella stessa Sala consiliare, che una volta era adibita ad Aula Magna dell'Istituto Magistrale che aveva sede proprio a Palazzo Mosti prima di passare in via Nicola Calandra, venne allestita nel 1982 la camera ardente per un altro politico, Carmine Santanelli, che morì d'infarto mentre si celebrava a Napoli il Congresso del Partito Liberale Italiano a cui lui apparteneva.
Santanelli era docente di matematica dell'Istituto Magistrale e dunque in quell'Aula del suo Istituto venne allestita la camera ardente.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

comunicato n.79949




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